Dopo la morte di Masha Amini

Iran: le donne tagliano i capelli e bruciano l'hijab, ma la repressione è sempre più dura

Oltre 50 le vittime, centinaia i feriti e tremila arresti in dieci giorni di proteste.

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Sono ormai più di dieci i giorni di feroci proteste in Iran a seguito della morte di Masha Amini, ragazza 22enne prima arrestata dalla polizia perché non indossava correttamente il velo e poi uccisa dalle percosse. Una vicenda che ha scatenato una vera e propria ribellione, soprattutto femminile, contro il sistema che governa Teheran. L'iniziale condanna all'obbligo di indossare l'hijab, pretesto simbolico del dissenso, ha raccolto istanze ancora più profonde per opporsi con fermezza al regime iraniano. La repressione, tuttavia, si è fatta brutale e cruenta: si parla di circa 3mila persone arrestate, centinaia e centinaia di feriti e ben 50 vittime.

Morte Masha Amini, in Iran è protesta aperta

"Criminali, rivoltosi, mercenari dei nemici a cui spezzeremo le mani". Il regime iraniano li chiama così, sono le migliaia di ragazzi e ragazze ventenni arrestati durante le manifestazioni che infiammano il Paese da dieci giorni dopo la morte di Masha Amini, arrestata dalla polizia morale perché non indossava correttamente il velo, uccisa dalle percosse, cui si è aggiunto, due giorni fa, l'omicidio di Hadith Najafi, 20 anni, la ragazza con la coda bionda, simbolo delle proteste contro l'obbligo per le donne di indossare l'hijab, stroncata da sei pallottole al cuore, al collo e al petto.

Masha Amini e Hadith Najafi

Ma il velo, ormai, non è che il pretesto simbolico di una protesta che non è contro l'Islam, ma contro il sistema che governa Teheran, i cui rigidi precetti hanno scatenato la rabbia di tutti i ceti sociali.

IRAN, LE DONNE BRUCIANO IL VELO - IL VIDEO:

In piazza scendono ventenni, ma anche casalinghe, pensionati e musulmani conservatori. Tra i cosiddetti "criminali arrestati" anche tanti giornalisti, blogger, decine di attivisti per i diritti umani e legali.

La repressione è brutale, oltre 50 le vittime, centinaia e centinaia i feriti e addirittura ben 3mila arresti in dieci giorni di proteste. La posta in gioco è l'esistenza stessa della Repubblica islamica iraniana che ha fatto dell'hijab uno dei suoi pilastri ideologici. In segno di solidarietà, le donne siriane si tagliano i capelli proprio come accade in Iran.

LE DONNE SIRIANE SI TAGLIANO I CAPELLI - IL VIDEO:

Davanti al silenzio del presidente Raisi e della guida suprema Khamenei, parla invece un alto esponente religioso, il Grand Ayatollah Hamedani, che ha esortato le autorità ad ascoltare la gente.

LA FEROCE REPRESSIONE DELLA PROTESTA - IL VIDEO:

Impossibile prevedere l'esito di questa ondata violenta di protesta, nonostante l'indignazione internazionale il coro di condanne e il richiamo degli ambasciatori, le minacce di sanzioni, sul campo, quel che resta, è la società civile iraniana, sola a fronteggiare qualcosa di granitico, difficile da scalfire. Ma certo è che questa nuova frattura segna un ennesimo solco tra il  governo al potere e i cittadini.

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