Chiama Uber, ma poi spara al tassista convinta che la volesse rapire
Gli investigatori hanno determinato che la vittima non aveva mai deviato il percorso richiesto e non si trovava nelle vicinanze del confine con il Messico
Ennesima follia delle armi negli Usa, in Texas: una donna, che aveva chiamato un Uber per farsi accompagnare ad un casinò di El Paso, nei pressi del confine con il Messico, ha sparato e ucciso l’autista affermando di credere di essere stata rapita e portata oltre confine. La vittima è stata crivellata da più proiettili alla testa ed è morta in ospedale dopo essere stata tenuto in vita per diversi giorni collegata ad una macchina.
Spara all'autista convinta che la volesse rapire
Phoebe Copas, è la 48nne che ha premuto il grilletto. La donna, che era stata arrestata subito dopo la sparatoria avvenuta il 16 giugno 2023, ora è stata incriminata per l'omicidio di Daniel Piedra, e la sua cauzione è stata fissata a 1,5 milioni di dollari. Interrogata, la signora ha sostenuto la tesi che, durante il tragitto in macchina, ha visto le indicazioni per Ciudad Juárez, la città messicana, ed ha temuto che l'uomo l'avesse portata oltre confine. A questo punto ha estratto dalla borsa il revolver - che in Texas è lecito portare nascosto e non a vista - ed ha sparato ripetutamente alla testa all'autista. L'auto si è andata a schiantare sulle barriere dell'autostrada. La 48enne non ha chiamato subito la polizia, ma prima ha scattato delle foto a Piedra inviandole al fidanzato e, soltanto successivamente, ha chiamato i soccorsi.
Una storia che non sta in piedi
Arrivati sul posto, gli agenti hanno trovato il fidanzato di Copas che la stava aiutando, che aveva ancora in mano l'arma del delitto, ad uscire dall'auto. Gli investigatori hanno determinato che Piedra non aveva mai deviato il percorso richiesto e non si trovava nelle vicinanze di nessun varco di ingresso in Messico. Insomma…una paranoia o una cattiva interpretazione dei fatti ha condotto all’esecuzione, a sangue freddo, di un innocente.
Precedenti recenti
Purtroppo la cronaca recente, negli Usa, è piena di questo genere di esecuzioni sommarie compiute da persone che - quasi mai a ragione - si sono sentite legittimate a sparare a degli innocenti perché si sono sentite minacciate.
Emblematica la vicenda che ha portato a una vera e propria caccia all'uomo: nell'aprile 2023 un 24enne - Robert Louis Singletary - ha sparato a una bimba di soli 6 anni e al padre di questa perché un pallone da basket era finito nel suo giardino, nel North Carolina.
E poi c'è l'assurda vicenda che arriva da Kansas City (Missouri), dove un uomo bianco di 84 anni ha sparato due colpi di pistola contro un ragazzino afroamericano di 16 anni: Ralph Yarl. Il giovane, anche se uscito grave dalla sparatoria, fortunatamente si è salvato, eppure ciò che lascia esterrefatti è il motivo per cui l'84enne ha aperto il fuoco: il 16enne ha citofonato per sbaglio alla sua casa e lui, di tutta risposta, ha aperto il fuoco. L'adolescente doveva andare a riprendere i suoi fratellini per riportarli a casa, ma ha fatto confusione con gli indirizzi.
Scioccante anche la morte, una paio di mesi fa, di una ragazza di soli 20 anni che, dopo aver sbagliato l'indirizzo e aver imboccato il vialetto di un'altra casa, a Hebron (New York) è stata uccisa a fucilate.