In Corso XXII marzo

Auto abbatte cartello stradale che colpisce una ciclista, è grave

A poco più di 24 ore dalla morte della 28enne Francesca Quaglia, un'altra ciclista rischia la vita a causa di un incidente stradale: portata in codice rosso in ospedale

Auto abbatte cartello stradale che colpisce una ciclista, è grave
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A pochissime ore dalla tragedia che ha portato alla morte di Francesca Quaglia, ragazza di 28 anni che, in sella alla sua bicicletta, è stata travolta e uccisa da un camion, a Milano si è verificato un altro drammatico incidente stradale dal quale una ciclista ne è uscita particolarmente grave.

Smart abbate un cartello stradale che colpisce una ciclista: è grave

Ieri, martedì 29 agosto 2023, la tragedia di viale Caldara, a pochi passi da Porta Romana. Oggi, mercoledì 30, invece, a distanza di quasi 24 ore, un secondo drammatico incidente stradale è avvenuto in una zona non molto distante dal primo. La situazione, come raccontato da Prima Milano, è precipitata verso le 12,30 in corso XXII marzo all'altezza del civico 39.

Per circostanze ancora da chiarire, infatti, il conducente di un'autovettura Smart ha perso improvvisamente il controllo del veicolo, ribaltandosi in mezzo alla strada.

Incastrati tra le lamiere c'erano due anziani (un uomo di 78 anni e una donna di 73) che, secondo le primissime informazioni dei vigili del fuoco, presenti sul posto per liberare i due feriti, sono rimasti coscienti e feriti in modo non grave.

La piccola utilitaria, però, oltre a ribaltarsi lungo corso XXII marzo, ha anche abbattuto un cartello stradale. In quel momento, purtroppo, lungo il marciapiede stava transitando una ciclista, 43enne di origini straniere, che è stata colpita in pieno dal palo che l'ha poi schiacciata.

 

Anche se era cosciente, le sue condizioni sono risultate da subito molto gravi. I pompieri sono intervenuti immediatamente, insieme al personale sanitario inviato dalla centrale operativa del 118 con quattro ambulanze e un’automedica, per estrarre i tre feriti e portarli in ospedale.

La ciclista 43enne è stato portata in codice rosso all'ospedale Niguarda di Milano.

Secondo le prime indiscrezioni, come riportato dal Corriere della Sera, pare che la Smart si sia immessa da una via laterale su corso XXII Marzo in direzione centro, forse ad alta velocità. All’improvviso, dopo aver urtato un cordolo, la vettura si è ribaltata provocando l'effetto a catena.

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Attivisti in strada dopo la morte della ciclista Francesca Quaglia

Come affermato in precedenza, l'incidente avvenuto in corso XXII marzo nella mattinata di oggi ha fatto seguito alla tragedia che ha portato alla scomparsa della 28enne Francesca Quaglia, investita e uccisa in sella alla sua bicicletta da un camion a Milano in viale Caldara.

Francesca Quaglia, 28enne investita in bicicletta da un camion

Francesca, originaria di Medicina, comune della provincia di Bologna (Emilia Romagna), era una copywriter e traduttrice, lavorava al Cinemino, una sala cinematografica che si rivolgeva ai cinefili milanesi. Era una persona appassionata del cinema e aveva deciso di scrivere ai proprietari della sala per ottenere un lavoro al bar. Amava le pellicole e desiderava ritrovarsi dopo anni di continuo viaggio tra la Svezia, dove aveva vissuto a lungo, e una Milano un po' tormentata da tanti giovani fuorisede.

Prima dell'estate, come scrive Corsera le avevano rubato lo scooter, quindi Francesca aveva ripreso a pedalare sulla sua bici da corsa vintage. Da quell'Ortica a Porta Romana, dove si trovava la sala cinematografica in cui lavorava, si recava ogni giorno in bici. Ma un maledetto "angolo cieco" ha incrociato il suo cammino e ha segnato il suo tragico destino.

Il camion si trovava fermo al semaforo, e Francesca si era posizionata accanto ad esso, aspettando che il semaforo passasse al verde per riprendere la corsa. Quando finalmente il semaforo si è acceso, il camion si è rimesso lentamente in moto. Francesca si trovava di fianco al mezzo pesante, ma in un punto in cui l'autista non poteva vederla.

Il camion ha agganciato Francesca, facendola cadere a terra. Testimoni raccontano di averla vista battere una mano contro il cassone e la cabina del camion nel tentativo di avvertire l'autista della sua presenza. Ma è stato tutto inutile. Le ruote anteriori del camion hanno trascinato la sua bicicletta sotto al mezzo, mentre il resto è stato stritolato sotto l'immensa massa di metallo. Non c'è stato scampo per Francesca.

La sua tragica morte rappresenta il quinto caso di questo tipo avvenuto a Milano da inizio 2023. Nella serata di ieri, verso le 19, in via Caldara, dove ha perso la vita Francesca, gli attivisti delle due ruote a pedali hanno voluto far passare una manifestazione di solidarietà sia per ricordare lei e tutti i ciclisti morti per le strade del capoluogo lombardo, sia per chiedere maggiore sicurezza in città.

La manifestazione era volta a sottolineare l'importanza di ridurre i limiti di velocità e rendere le strade più sicure per gli utenti vulnerabili come i ciclisti. Gli attivisti richiedono limiti di velocità più bassi, ben al di sotto dei 50 chilometri orari, citando esempi di città in cui questo provvedimento ha portato a una significativa diminuzione degli incidenti stradali:

"Quale che sia la dinamica dell'incidente, nelle città in cui si va a 30 all'ora gli incidenti sono notevolmente diminuiti".

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