Attivisti di Ultima Generazione bloccano lo scalo di jet privati a Milano
Si sono legati ai cancelli dello scalo aeroportuale con delle catene e alcuni si sono incollati le mani sull'asfalto.
Dopo il blocco del traffico sul grande raccordo anulare di Roma e il lancio della zuppa contro il "Seminatore" di Van Gogh a Palazzo Bonaparte, gli attivisti di Ultima Generazione sono tornati a far parlare con la loro ennesima protesta: a Milano, infatti, si sono resi protagonisti di un presidio all'aeroporto di Linate al fine di bloccare lo scalo dei jet privati.
Attivisti a Linate per bloccare lo scalo dei jet privati
Dopo le tante iniziative di protesta azzardate, un ritorno alle origini. Nella giornata di ieri, giovedì 10 novembre 2022, una decina di attivisti di Ultima Generazione, Extinction Rebellion Italia e Scientist Rebellion Italia, si sono resi protagonisti di un presidio all'aeroporto Linate Prime di Milano.
Gli esponenti dei gruppi ambientalisti si sono infatti incatenati ai cancelli dello scalo aeroportuale per chiedere lo stop ai voli dei jet privati. Un'iniziativa che non ha riguardato solo l'aeroporto milanese, ma anche altri scali a livello globale in Inghilterra, Stati Uniti, Spagna e Australia.
"Non è possibile che i viaggiatori frequenti inquinino in quattro ore quanto una persona normale in un anno".
All'urlo di "stop jet privati", gli attivisti per il clima sono rimasti diverso tempo legati ai cancelli, alcuni addirittura con le mani incollate all'asfalto. Come accaduto anche nelle recenti proteste, tantissimi presenti, che non potevano passare a causa del sit-in, hanno accerchiato gli attivisti seduti per terra, infuriati per il loro presidio.
"Siamo qui per chiedere tre cose - informa uno dei portavoce di Ultima Generazione - chiediamo di abolire i jet privati, di imporre una tassa sui frequent flyers ossia i viaggiatori frequenti che usano di più l'aereo ed infine di introdurre un sistema di tassazione globale che permetta ai Paesi in via di sviluppo di avviarsi verso la strada della sostenibilità ecologica e di ripagare il debito climatico".
In breve tempo sono giunte sul posto le forze dell'Ordine che, dopo aver tagliato le catene con delle tenaglie, hanno portato gli attivisti in questura a Milano, messi in stato di fermo. Chi si era incollato le mani all'asfalto, invece, ha riportato escoriazioni sui palmi dopo che sono state staccate con l'uso di alcol etilico.
Il blocco del traffico e il lancio di zuppe sui quadri
Come affermato in precedenza, il presidio di protesta milanese degli attivisti di Ultima Generazione ha riguardato forse una delle modalità meno azzardate di manifestare il loro dissenso rispetto ai recenti precedenti.
Qualche settimana fa vi avevamo infatti raccontato del loro sit-in sul grande raccordo anulare di Roma, circostanza che si è poi ripetuta anche nei giorni a venire. Una protesta che ha scatenato le ire degli automobilisti bloccati nel traffico, infuriati soprattutto perché non potevano raggiungere i loro posti di lavoro. Anche sui social media si è poi scatenata la polemica: se il discorso era accendere i riflettori su una problematica per sensibilizzare le coscienze, l'evento ha scatenato reazione opposta e contraria.
Qualche giorno più tardi, poi, sulla falsa riga di quanto sta accadendo all'estero, tre attiviste di Ultima Generazione hanno lanciato una zuppa contro il "Seminatore" di Van Gogh esposto a Palazzo Bonaparte, dopodiché si sono attaccate la mano al muro con la colla. Un'iniziativa che, seppur virtuosa nelle intenzioni, potrebbe costare loro carissimo: la Procura di Roma ha aperto un fascicolo per i reati di deterioramento, deturpamento, imbrattamento e uso illecito di beni culturali o paesaggistici e ora rischiano fino a cinque anni di carcere.