la storia shock

Alessia Pifferi e la figlia Diana, morta di stenti a 16 mesi: cosa sappiamo sinora della vicenda

La donna, 37 anni, era dal compagno nella Bergamasca, a cui aveva detto che la bimba era al mare con la sorella.

Alessia Pifferi e la figlia Diana, morta di stenti a 16 mesi: cosa sappiamo sinora della vicenda
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Sul cancello della loro abitazione, in via Parea, periferia di Milano, sono comparsi tanti palloncini bianchi, con messaggi di affetto per la piccola Diana, la bimba di 16 mesi trovata priva di vita nel suo lettino giovedì 21 luglio 2022. A ucciderla probabilmente fame e sete, dopo che la madre, Alessia Pifferi, 37 anni, l'aveva lasciata a casa da sola per sei giorni interi.

Alessia Pifferi e la figlia morta di stenti a  16 mesi

La notizia, sconvolgente, ha fatto brevemente il giro d'Italia (e non solo). Come può una madre abbandonare a un destino così atroce la propria bambina, si sono chiesti probabilmente tutti. Stando a quanto avrebbe  raccontato agli inquirenti, la madre avrebbe spiegato che non si sarebbe trattato della prima volta che accadeva.

Ma chi è Alessia Pifferi? 37 anni, vive a Milano in zona Ponte Lambro da sola. La madre, che viveva con lei fino a qualche tempo fa, è tornata nell'originaria Calabria. Una sorella abita anche lei nel capoluogo milanese, mentre nella stessa palazzina risiede l'ex marito, con cui è separata da circa tre anni.

Alessia Pifferi ha raccontato agli inquirenti di non conoscere l'identità del padre di Diana, nata il 29 gennaio 2021, e di aver scoperto la gravidanza soltanto al settimo mese.

I vicini di casa raccontano di una persona schiva, che non dava molta confidenza. E anche i suoi profili social sembrano dare questa impressione: una ventina di amici su Facebook, un profilo aggiornato al 2019 con tanti selfie e qualche frase d'amore e d'affetto. Nient'altro.

 Quei giorni di agonia

In questi terribili sei giorni Diana è rimasta nel suo lettino, con accanto un biberon e un flacone di tranquillanti. Come racconta Prima Bergamo, la mamma era a Leffe, nella Bergamasca, dall'attuale compagno, a cui aveva detto che la piccola era al mare con la sorella. Ma non era così. Per questo quando l'ha accompagnato a Milano per un impegno di lavoro non sono passati dall'abitazione della donna per vedere come stava Diana (un accorgimento che forse avrebbe potuto salvare la vita della bimba).

Gli inquirenti ipotizzano che la bimba sia stata sedata per evitare di farla piangere e che sia morta di fame e sete, sdraiata in quel lettino.

L'autopsia chiarirà questo aspetto.  Intanto il pm  ha posto sotto sequestro l’appartamento.

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