Vaccino anti Covid e antinfluenzale insieme: cosa dicono i primi studi
Nessun effetto collaterale rilevante ma, soprattutto, nessuna diminuizione della protezione: lo studio sul Lancet. Ecco chi può farlo in Italia.
L'inverno 2021/2022 non ci risparmierà dall'influenza. A dirlo sono i virologi che ipotizzano circa 6 milioni di casi nei prossimi mesi, è finita la tregua concessa dal più classico dei mali di stagione che, l'anno scorso, per via delle misure igieniche e restrittive in atto per contenere il contagio da Covid-19, ha registrato un calo mai visto in 20 anni. Considerando che la popolazione mondiale sta ancora facendo i conti con la nuova forma di coronavirus vi è il timore di una doppia epidemia: per difendersi al meglio l’immunologo della Casa Bianca Anthony Fauci, invita alla somministrazione simultanea della vaccinazione contro l’influenza e di quella anti Covid-19. Soluzione che non convince tutti i cittadini, ecco cosa dicono i primi studi sul vaccino combinato e perché - invece - ha senso farlo.
Vaccino antinfluenzale e anti Covid insieme: cosa dicono i primi studi
Uno studio britannico, pubblicato su Lancet pre-print, ha coinvolto 679 volontari tra aprile e giugno 2021 per valutare se ci fossero differenze di sicurezza e efficacia tra la somministrazione simultanea, cioè nella stessa seduta, della seconda dose di vaccino anti-Covid (Pfizer o Astrazeneca) e di vaccino antinfluenzale (ne sono stati provati tre tipi diversi) e la somministrazione delle vaccinazioni a distanza, invece, di tre settimane.
Dopo aver monitorato le persone per sei settimane in totale, i ricercatori hanno concluso che gli effetti avversi manifestati da chi aveva ricevuto entrambe le vaccinazioni nello stesso momento erano per frequenza e entità paragonabili a quelli di chi invece aveva ricevuto i vaccini separatamente. Inoltre i risultati delle analisi del sangue sostengono che la somministrazione contemporanea non modifica l’efficacia delle due vaccinazioni.
Inoltre, sotto il fronte logistico, la formula di co-somministrazione delle due vaccinazioni potrebbe agevolare il lavoro degli operatori sanitari impegnati nelle campagne vaccinali e ridurre il carico sulle strutture.
Nessun evento critico da segnalare
Stando a questo studio, dunque, l’antinfluenzale insieme al vaccino contro Covid-19 non sembra creare problemi: gli effetti avversi rimangono nella maggior parte dei casi lievi o moderati ma, soprattutto, non si registrano anomalie nello sviluppo della risposta immunitaria. Insomma la formula "2 in 1" potrebbe essere la soluzione più sensata sia per i cittadini che per il comparto sanitario.
Come funziona in Italia
Diversi Paesi, fra cui l’Italia, hanno approvato - anche sulla base di questi dati - la possibilità di somministrare la dose addizionale di vaccino anti-Covid in concomitanza con la vaccinazione antinfluenzale. La circolare "Intervallo temporale tra la somministrazione dei vaccini anti-Sars-Covid-19 e altri vaccini" inviata nei giorni scorsi a enti e Regioni dal Ministero della Salute ha sciolto i dubbi:
"Sarà possibile programmare la somministrazione dei due vaccini nella medesima seduta vaccinale".
Chi potrà fruire del vaccino "accoppiato". La circolare ministeriale individua come soggetti fruitori della doppia inoculazione "i cittadini per il quali la vaccinazione antinfluenzale stagionale è raccomandata e offerta attivamente e gratuitamente e che allo stesso tempo siano eleggibili per la vaccinazione anti-Covid". Si tratta dunque di cittadini fragili che dovranno essere sottoposti alla terza dose oppure di over 60 che ancora non si sono recati a vaccinarsi.
Ancora una volta, però, il nostro Paese vive una situazione a macchia di leopardo per quanto riguarda la distribuzione dei sieri antinfluenzali. Le consegne infatti non sono ancora iniziate in tutta Italia. La prima regione a partire - come avvenuto per le terze dosi - è il Lazio. Pronta anche la Campania, che ha già iniziato a distribuire le fiale ai medici di famiglia. Secondo una ricognizione della Fimmg, le forniture arriveranno il 12 ottobre in Basilicata; dopo il 15 in Lombardia, Friuli-Venezia Giulia, Piemonte, Umbria e a Bolzano; il 18 in Valle d'Aosta; dopo il 20 nelle Marche; a partire dal 25 in Emilia-Romagna, Calabria e Sicilia; da novembre in Toscana.