Rivoluzione immunoterapia

Vaccini mRna anti cancro: oltre 40 in sperimentazione. Il primo già nel 2024

Progettati “su misura” con lo scopo di innescare il sistema immunitario a uccidere selettivamente ed esclusivamente le cellule tumorali

Vaccini mRna anti cancro: oltre 40 in sperimentazione. Il primo  già nel 2024
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Insegnare al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali come diverse dalle cellule normali: questo l’approccio rivoluzionari di cura alla base degli oltre 40 vaccini anti-cancro a mRNA alla verifica clinica nel mondo. Uno in particolare, quello sviluppato per il melanoma, che già nel 2024 dovrebbe entrare in fase tre, l'ultima prima dell'approvazione definitiva e dell'entrata in commercio.

Ma come funzionano questi farmaci di ultima generazione e perché c’è tanto ottimismo?

Immunoterapia: la nuova frontiera di cura

Fra i temi sul tavolo del CICON23, International Cancer Immunotherapy Conference, al via nelle scorse ore a Milano c’è l’immunoterapia sul cancro. Cosa significa questo termine? Sfruttare il sistema immunitario per combattere ed eliminare le cellule tumorali. Come il vaccino Covid-19, i vaccini antitumorali a mRna sono progettati per insegnare al sistema immunitario a riconoscere le cellule tumorali come diverse dalle cellule normali. Risultato frutto di oltre 20 anni di ricerche che, in condizioni di pandemia, si sono rivelate utili anche per declinare la medesima tecnica contro il virus.

Vaccini che curano: non prevengono

“Innanzitutto una premessa: parliamo di vaccini, non nel senso comune di “sieri” che difendono e hanno lo scopo di non farci ammalare di cancro — chiarisce Antonio Sica, segretario di NIBIT, direttore di Patologia generale all’Università del Piemonte Orientale e del Laboratorio di Patologia e immunologia molecolare all’IRCCS Humanitas di Rozzano —. Siamo nell'ambito delle cure per chi si è già ammalato e, nello specifico, quello dell’immunoncologia che nell'ultimo decennio si è affermata come la quarta strategia terapeutica disponibile per sconfiggere il cancro, accanto a chirurgia, radioterapia, chemio e altri farmaci. L'immunoterapia stimola il sistema immunitario a reagire contro il cancro e si è rivelata una strategia efficace per molti tipi di cancro difficili da trattare. Apripista è stato il melanoma, letale tumore della pelle, che ora è anche il "banco di prova" per i vaccini mRNA”.

Farmaci dunque chiamati ad entrare in azione quando la malattia è sviluppata, in maniera mirata.

Insegnare al corpo a ripararsi

La tecnologia a mRNA, dopo essere stata decisiva per i vaccini anti - Covid, potrebbe rivoluzionare le terapie di moltissime altre malattie. Questa macromolecola, prodotta in laboratorio, è in grado di ordinare alle cellule quali proteine produrre, tanto che la terapia consiste in pratica in una “lista di istruzioni”: si può sfruttare l’mRNA per ordinare alle cellule di produrre molecole in grado di riparare organi danneggiati, organizzare la risposta immunitaria contro un virus, migliorare la circolazione sanguigna (e di conseguenza abbassare il rischio di ictus e infarti), combattere le malattie ereditarie e anche i tumori.

Ecco perché si chiama Sono vaccini “RNA messaggero”, il suo ruolo è quello di una sorta di “postino” che trasmette importanti informazioni alle cellule. Spiegando loro come ripararsi o come agire per combattere una patologia.

I vaccini antitumorali a mRNA personalizzati sono quindi progettati “su misura” con lo scopo di innescare il sistema immunitario a uccidere selettivamente ed esclusivamente le cellule tumorali in quel paziente e nei pazienti in cui i tumori esprimono la stessa mutazione. E’ sostanzialmente il corpo che ripara il corpo stesso.

Il ruolo dell'AI

E qui entra in gioco anche l’intelligenza artificiale:

“Ogni singola cellula ha innumerevoli di geni e proteine e le analisi con le nuove tecnologie generano milioni di dati che lintelligenza artificiale è in grado di elaborare. Grazie a questi algoritmi potremo capire se questi gruppi di geni e proteine corrispondono a un particolare contesto tumorale e individuare i percorsi per mettere fuori gioco le cellule tumorali e avvantaggiare il sistema immunitario”, spiegano gli esperti.

Quali tumori nel mirino

Come accennato, l’anno prossimo, il vaccino sviluppato da Moderna per il melanoma sarà il primo a entrare in fase 3. A oggi, i risultati ottenuti da questo vaccino (mRna-4157/V940) in combinazione con un antitumorale hanno permesso di ottenere la designazione di terapia rivoluzionaria da parte della Food and Drug Administration (Fda), procedura che consente di accelerare le future revisioni degli studi in programma nel 2024.

“I trial sono stati eseguiti su 157 pazienti con melanoma operabile di stadio 3 o 4 che erano già stati sottoposti a interventi chirurgici. I dati a due anni dalla somministrazione di questo vaccino mostrano una riduzione del rischio di recidiva o morte del 44% in chi ha ricevuto la combinazione con il vaccino. I test di fase 3, quelli decisivi per una eventuale approvazione da parte delle agenzie regolatorie, dovrebbero iniziare il prossimo anno e coinvolgeranno probabilmente anche altri tipi di tumori”, concludono i ricercatori.

Sono inoltre in corso oltre 40 sperimentazioni cliniche su vaccini basati sull’mRNA in diverse neoplasie:

  • prostata,
  • carcinoma polmonare non a piccole cellule,
  • seno triplo negativo,
  • colon retto.

E l’elenco è destinato ad aumentare in maniera esponenziale.

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