Difesa sovranista

"The first brother in law" e la provocazione del vino regalo per gli irlandesi, più realisti del re

Incontrerò il ministro dell’Agricoltura irlandese al quale esporrò le nostre ragioni, fiducioso di ritrovare i punti di condivisione e superare le diverse vedute

"The first brother in law" e la provocazione del vino regalo per gli irlandesi, più realisti del re
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Tempi storici da tempesta perfetta: dopo che Dublino ha ricevuto il via libera dell’Unione europea per l’apposizione sulle bottiglie di etichette informative riguardo ai rischi dell’alcol, in Italia, dove un Governo sovranista si è da poco insediato - che ha fatto della tutela del Made in Italy e di tutto ciò che si può definire "italiano" il proprio baluardo - non è difficile immaginare quanto si affilino le unghie a favore del vino nostrano. Capofila dei difensori dell'eccellenza italica - in quale misura possa essere messa in pericolo da un'etichetta che avvisa semplicemente che l'abuso di alcolici può essere nocivo, diciamo non proprio un segreto rivelato, non è così evidente - il ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, cognato della premier Meloni, che promette un'operazione diplomatica con il ministro dell'Agricoltura irlandese sul tema.

Lollobrigida in difesa del vino italiano

L’iniziativa di apporre delle etichette sulle bottiglie di alcolici, che avvertono che l'abuso di alcol può essere nocivo per la salute (non proprio il terzo segreto di Fatima) ha scatenato le proteste dei maggiori produttori ed esportatori di vino italiani. Il ministro Lollobrigida, durante il question time al Senato, ha fatto propria la "causa" annunciando, durante il question time del 26 gennaio in Senato:

"Lunedì prossimo, nel contesto del consiglio Agrifish a Bruxelles, incontrerò il ministro dell’Agricoltura irlandese al quale esporrò le nostre ragioni, fiducioso di ritrovare i punti di condivisione e superare le diverse vedute. Lo aiuterò anche regalandogli una bottiglia di vino, in modo che possa constatare che non abbiamo alcuna intenzione di danneggiargli la salute".

Sarcasmo che nasconde l’intenzione di dare battaglia affinché l’Irlanda ritiri la proposta:

"Non accetteremo mai i sistemi di etichettatura degli alimenti che, come il Nutriscore, producono effetti discriminatori verso le eccellenze alimentari, di cui siamo tra i produttori, alterando il mercato e condizionando le persone, che vengono definite consumatori finali ma che noi riteniamo invece detentori della possibilità di scegliere tra prodotti di qualità, in nome di una informazione corretta e approfondita".

E ancora:

"La nostra posizione è netta. Qualsiasi etichettatura che preveda uno stigma sugli effetti del vino per la salute umana è inaccettabile. Vogliamo ristabilire la verità. La misura irlandese non è giustificata da nessuna evidenza scientifica. Abbiamo aperto un canale diplomatico con gli omologhi di Francia e Spagna, danneggiati anche loro, per promuovere azioni condivise e ribadire la necessità di lavorare sulla distinzione tra abuso e consumo responsabile di alcol".

Interessato anche il ministro della Salute

Non pago, Lollobrigida afferma di aver interessato anche il ministro della Salute Orazio Schillaci per approfondire la questione:

"L’abuso di un alimento reca pregiudizio alla salute, non il consumo moderato. Vale per il vino e per qualunque alimento. È mia intenzione promuovere una serie di iniziative di studio, insieme al ministro della Salute, che mi ha dato ampia disponibilità, sugli effetti del consumo degli alimenti".

Verissimo, in parte, verrebbe da obiettare. Perché non si conoscono persone dipendenti dal petto di pollo o dal riso in bianco che finiscono in riabilitazione per combatterne la dipendenza e, soprattutto, se mangi troppo petto di pollo e ti metti alla guida non rischi di ammazzare te stesso e gli altri...

Ad ogni modo pare che apporre un'etichetta che avvisi dei rischi della dipendenza da alcol - nel 2021, nel nostro Paese, quasi 9 milioni erano a rischio di dipendenza da alcol, 800 mila dei quali minorenni - sia una proposta vergognosa che merita di essere osteggiata per il nostro Governo.

Anche Zaia di traverso

A storcere il naso nei riguardi della proposta irlandese era stato anche il Governatore leghista del Veneto, Luca Zaia, che ha tuonato:

"L’autorizzazione dell’Ue all’Irlanda a inserire la dicitura ‘il vino uccide’ sulle bottiglie è una scelta assurda, che rischia di costituire un pericolosissimo precedente soprattutto per le produzioni genuine, a denominazione, risultato di secoli di cultura enoica come le nostre. Occorre opporsi con forza al diffondersi di questa pratica, che appare fuori luogo, inutile e pericolosa. Quella del vino è una delle maggiori voci della produzione e dell’export del Veneto che, da un’azione come questa rischia di subire ingenti danni, dell’ordine di miliardi di euro. Un’ipotesi che non voglio nemmeno prendere in considerazione”.

 

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