Il caso in Toscana

Spunta un’altra famiglia nel bosco: “Senza i figli dal 16 ottobre”

Ai militari i genitori hanno detto: "Non è Italia, siamo protetti da Russia e Bielorussia". E hanno presentato un ricorso firmato col sangue

Spunta un’altra famiglia nel bosco: “Senza i figli dal 16 ottobre”

La vicenda di quella che è stata ribattezzata “la famiglia del bosco” di Palmoli ha tenuto banco  – e lo sta facendo ancora – in tutta Italia nelle ultime settimane. E ora spunta un’altra vicenda molto simile.

A Caprese Michelangelo, in provincia di Arezzo, due bambini di 9 e 4 anni sono stati allontanati dalla loro famiglia il 16 ottobre 2025, in seguito a una decisione del Tribunale per i Minorenni di Firenze. Come racconta Italia Sette, televisione del gruppo Netweek, secondo i giudici, i piccoli non erano mai stati iscritti agli esami previsti per verificare l’istruzione parentale, non venivano sottoposti ai controlli sanitari di routine e non avevano ricevuto alcuna vaccinazione, elementi che hanno portato all’intervento delle autorità.

In Toscana un’altra famiglia del bosco

La famiglia, composta dal padre Herald — originario di Bolzano — e dalla madre Nadia, di nazionalità bielorussa, si era trasferita da Brunico a La Creta, in Toscana, dove aveva ristrutturato un casale per iniziare una vita lontana dai circuiti tradizionali. Una scelta radicale che richiama, almeno in apparenza, la recente vicenda della famiglia che viveva nel bosco di Palmoli, in Abruzzo: un caso che ha suscitato grande eco mediatica e che ha riportato al centro del dibattito il tema delle famiglie che decidono di crescere i figli in contesti completamente alternativi.

Le differenze con la vicenda di Palmoli

Tuttavia, come sottolineano gli inquirenti, la situazione di Caprese Michelangelo presenta contorni molto diversi. Quando i Carabinieri hanno tentato di notificare il provvedimento, i genitori si sono opposti rifiutando non solo di firmare la documentazione, ma anche di leggerla.

Ai militari — intervenuti in assetto antisommossa per ragioni di sicurezza — è stato persino dichiarato che la proprietà sarebbe “zona extraterritoriale” e che “non è Italia”, affermando di essere protetti da Russia e Bielorussia.

L’intervento è stato ripreso in un video diffuso successivamente sui social, nel quale si sente il pianto di uno dei bambini durante l’allontanamento. Le autorità hanno chiarito che il figlio maggiore ha seguito i militari senza resistenze, mentre il più piccolo — visibilmente scosso — ha reagito con grida di disperazione.

Cosa dice la coppia

La coppia respinge ogni accusa, sostenendo che l’azione delle forze dell’ordine sia stata sproporzionata rispetto alla situazione. Attualmente i due minori si trovano in una comunità protetta, dove la madre può incontrarli regolarmente.

Nel frattempo, secondo quanto emerso, i genitori avrebbero presentato un ricorso firmato con il sangue, come previsto dalle pratiche del gruppo di cui fanno parte: “Noi è, io sono”, collegato al movimento internazionale “One People”. La rete di sostenitori del gruppo si è attivata rapidamente per sostenere Herald e Nadia, contribuendo a dare ulteriore visibilità al caso.