dalla parte delle donne

Sei incinta? Ti assumiamo a tempo indeterminato. L'azienda toscana che va controcorrente

Dovrebbe essere la normalità, non dovrebbe certo fare notizia: ma la realtà racconta ben altro

Sei incinta? Ti assumiamo a tempo indeterminato. L'azienda toscana che va controcorrente
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Una storia in controtendenza, che dovrebbe essere la normalità, ma dato che - purtroppo - la realtà racconta ben altro, è bella da raccontare. Auspicando che queste "eccezioni" virtuose diventino regole. Una trentenne ha scoperto di essere incinta durante il periodo di prova in un'azienda e, in tutta risposta al suo annuncio, è stata assunta a tempo indeterminato. Siamo a Colle di Val d'Elsa, a pochi chilometri da Siena.

Sei incinta? Allora ti assumiamo

Silvia Serchi ha comunicato all'azienda in cui era in prova di essere incinta: ed è stata assunta a tempo indeterminato. Come racconta Prima Firenze, la giovane donna, classe 1992, entra in Rcr, un'azienda che si occupa di cristalleria, come una semplice tirocinante. Un'esperienza come un'altra, così pensava la ragazza, quando è andata dai suoi superiori e ha comunicato la gravidanza provando un misto tra disagio e senso di inappropriatezza davanti a un evento che dovrebbe essere solo felice. Dopo la notizia dello stato interessante, Rcr Cristalleria ha convocato la ragazza per comunicarle l'assunzione. Un tempo indeterminato, che fa notizia.

"Non è facile trovare un’azienda che ti assume sapendo che sarai assente per alcuni mesi. Sono già rientrata, almeno in parte - ha raccontato la ragazza nei giorni scorsi sulle pagine de La Nazione - Il mio pensiero va a tutte quelle donne e future mamme che non trovano un’azienda come quella che ha deciso di assumermi".

Un sospiro di sollievo per Chiara, che le ha permesso di vivere i nove mesi in serenità.

"Quando sono entrata in Rcr, non conoscendo la realtà, pensavo che sarebbe stato l’ennesimo tirocinio, poi ho scoperto un’azienda nella quale lavori con soddisfazione - ha detto ancora - Mi hanno sempre trattata come una dipendente che lavora lì da sempre. Quando mi sono sposata mi hanno anche fatto un regalo".

L'assunzione di una mamma fa ancora notizia

Una bella pagina quella della 31enne, ma che accende i fari sull'occupazione femminile. I dati parlano chiaro. Le donne sono meno pagate, rispetto agli uomini. Hanno più qualifiche, ma nonostante questo hanno spesso contratti part time. E, ancora oggi, una donna ha paura di raccontare il suo sogno di diventare mamma perché altrimenti rischierebbe il posto di lavoro.

Le donne sono più degli uomini, studiano di più e spesso hanno risultati scolastici migliori dei loro coetanei, ma lavorano di meno e, soprattutto, sono meno valorizzate sul posto di lavoro: il loro talento è dunque mortificato, con conseguenze che pesano sia a livello personale, ma anche sull’intera società, che si trova a dover fare a meno di risorse preziose.

Un esempio? Se per gli uomini il tasso di occupazione è man mano più elevato con la crescita del numero dei figli, per le donne si verifica il fenomeno opposto, per cui con l’aumento dei figli diminuiscono le donne che hanno un lavoro. Inoltre, quasi una donna occupata su tre (il 32,4%), per un totale di oltre tre milioni di donne, svolge un lavoro part time, quota che per gli uomini è solo dell’8,5%.

C’è una maggiore incidenza di impieghi intermittenti o discontinui nel tempo, dovuti spesso alla necessità di conciliare il lavoro fuori casa con l’accudimento della famiglia. La situazione dell’occupazione femminile in Italia presenta da anni numeri allarmanti, ancora peggiori rispetto ai numeri che si riscontrano nel resto dell’Unione Europea. Solo una donna su tre nel nostro Paese ha un lavoro regolarmente retribuito. Numerose sono le statistiche che analizzano la drammatica situazione occupazionale, come il Bilancio di genere 2021 realizzato dal Dipartimento della ragioneria generale dello Stato. Secondo i dati raccolti, l’occupazione femminile nel 2021 è pari al 49%. A peggiorare la situazione è stata la pandemia da Covid-19, in cui ancora una volta le donne sono state le più colpite dalla crisi economica. Tantissime sono state, infatti, le donne che hanno perso il posto in caso di contratti precari o a termine. Ma il divario di genere è una tematica che ha radici più profonde, un fenomeno culturale e sociale.

Per fortuna ci sono le eccezioni

Il comportamento dell'azienda di Chiara dovrebbe essere, come detto, la norma: purtroppo, però, si tratta di mosche bianche. Casi che fa piacere, ovviamente raccontare: il problema è che sono così rari da far notizia.

E' tra questi anche il caso di Erika originaria di Sassuolo, assunta alla Ferretti Automotive di Arceto durante il lockdown con un contratto a tempo determinato. Quando la ragazza ha comunicato al suo datore di lavoro la notizia di aspettare un bimbo si aspettava, probabilmente, il solito epilogo. Invece l'uomo ha deciso di trasformare il suo contratto in un rapporto di lavoro a tempo indeterminato. Evidentemente l'idea era nei piani dell'azienda, ma la novità non ha fatto cambiare loro le carte, premiando la dedizione della donna e le sue competenze.

Fa sperare anche la vicenda di Valentina Califano, 35enne che, quando ha comunicato alla titolare del Batik Wellness, dove lavorava con un contratto a termine, è stata messa in condizioni di sicurezza.

Valentina Califano

L'imprenditrice Maria Falco, infatti, aveva deciso di premiare le capacità della dipendente con un contratto a tempo indeterminato ed è andata dritta per quella strada, incoraggiandola e tessendone le lodi:

"Ho conosciuto Valentina di fatto per caso. Stavo cercando un’estetista e per errore ho digitato il numero di telefono sbagliato. Il destino mi ha portato a lei e non potrei essere più contenta. Ho trovato una persona splendida, seria e competente. Sulla mia strada ho trovato una persona splendida. Non avrei potuto desiderare di meglio. La mia è un’attiva nata da pochi anni e nonostante le difficoltà incontrato anche a causa dell’emergenza siamo ancora qui e andiamo avanti. Valentina ha esperienza, praticamente fa le mie veci, ho piena fiducia in lei, posso affidarle il negozio, mi è sembrato quindi naturale offrirle un contratto a tempo indeterminato. Nessun dubbio perché è una persona responsabile, puntuale al lavoro, mai un problema, è una risorsa, le lascio il negozio e sono sicura che sia in buone mani. E’ una persona di fiducia".

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