Il debito lo "tormentava"

Scappa dal bar senza pagare, 15 anni dopo manda i soldi e una lettera di scuse

Succede a Trento, dove i titolari del Simposio hanno ricevuto una lettera davvero speciale

Scappa dal bar senza pagare, 15 anni dopo manda i soldi e una lettera di scuse
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Una goliardata giovanile, in stile "I laureati". Quattro amici entrano in un bar, consumano qualche bicchiere di vino e poi scappano senza pagare. Pochi euro, per la verità, ma evidentemente uno dei protagonisti non ha mai del tutto metabolizzato quella vicenda e ancora oggi, a 15 anni di distanza, si sentiva in colpa. E così ha riparato, inviando una lettera e i soldi per pagare quei calici. Una storia decisamente curiosa che viene da Trento.

Scappa dal bar senza pagare, 15 anni dopo salda il conto

Il locale è Il Simposio, bar ristorante di Trento. La storia è quella di tanti ragazzi che per goliardia consumano e scappano senza pagare (quest'estate ne abbiamo viste tante...). Ma qui il finale è diverso. A raccontare l'accaduto è con un post sui social Andrea Bosisio, uno dei titolari del bar.

Martedì 31 ottobre 2023 al locale è arrivata una busta con una lettera. Quando l'hanno aperta probabilmente hanno sgranato gli occhi.

La missiva recitava così:

"Un sabato sera di quindici anni fa venni nel vostro locale, con alcuni amici bevemmo qualche calice di vino. Per goliardia scappammo senza pagare, facendo un torto a voi e diventare noi ladri. Per questo non ho più messo piede da voi, da quel giorno".

"Oggi sono qua a chiedervi scusa e a cercare di riparare a quando dovuto. Vi allego il quadruplo del conto di quel calice e aggiungo qualche moneta in più per ogni persona di quel gruppo di amici, come saldo e piccolo segno per riparare anche al loro errore. Con questo ritengo di aver riparato, lascio solo a voi accettare o meno. Ci rivedremo nel vostro locale, ma entrerò a testa alta".

Scuse accettate

Un gesto che ha riempito di gioia i titolari del locale. Non tanto per il denaro, ma per ciò che rappresenta la volontà di riparare a qualcosa di sbagliato commesso tanto tempo prima.

"Sei meraviglioso - ha scritto Bosisio - Non è per i soldi, ovviamente… è il gesto. In 18 anni di Simposio questa è una delle più belle giornate che abbiamo mai avuto…grazie, grazie, grazie … Ti aspettiamo a braccia aperte per un buon calice e per ringraziarti di persona. C’è speranza…".

Scrocconi al ristorante: il caso che ha coinvolto la premier Meloni

Dicevamo che non è certo il primo (e non sarà l'ultimo) caso di clienti che scappano da un locale senza pagare. Quest'estate sono stati tanti gli episodi assurti agli "onori" delle cronache. Due in particolare hanno fatto il giro d'Italia (e anche di più). Il primo ha visto coinvolta direttamente la premier Giorgia Meloni.

Proprio nei giorni in cui la presidente del Consiglio era in Albania, quattro nostri giovani connazionali sono stati immortalati dalle telecamere di un ristorante mentre scappavano senza pagare.

Meloni non l'ha presa bene, come ha raccontato il premier albanese Edil Rama, che era con lei quando è uscita la notizia.

"Sui media albanesi e su TikTok non si parlava d’altro che di un gruppo di italiani scappati da un ristorante a Berat senza pagare. Il proprietario ha minimizzato. Quando l’ho raccontato a Giorgia, tutti ridevano. Lei ha fatto il muso e ha ordinato all’ambasciatore: “Vada a pagare il conto di questi imbecilli, per favore, e faccia un comunicato! L’Italia non può perdere il rispetto così'".

E ha pagato di tasca sua il conto.

Il padre esemplare

Un altro caso è invece avvenuto a Malta, dove un gruppo di ragazzi italiani, tutti giovanissimi, è fuggito da un ristorante senza pagare. Il papà di uno di loro ha riconosciuto il figlio nelle immagini diffuse sui social del locale ed è intervenuto non soltanto a saldare i cento euro dovuti, ma per porgere le proprie scuse ai ristoratori maltesi offrendo inoltre la possibilità di far lavorare il ragazzo gratis, presso il loro esercizio, l’estate successiva.

I proprietari del locale hanno apprezzato e deciso di devolvere la somma in beneficienza a una organizzazione non governativa che si occupa di disabili.

 

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