Risarcimento danni maltempo: come fare richiesta e chi paga
Dalle responsabilità dei Comuni e degli enti pubblici alle coperture assicurative, tutto quello che vi serve sapere
Il maltempo che ha funestato in questi giorni il Nord Italia ha seminato danni e distruzione. Tante famiglie si sono trovate con gravi danni alle auto e anche alle case. C'è chi è rimasto addirittura senza il tetto e ha dovuto abbandonare la propria abitazione, dichiarata inagibile. Ma in questi casi chi paga i danni? Come fare a ottenere un risarcimento?
Risarcimento danni maltempo: chi paga
In linea di massima, il procedimento è lo stesso di un incidente stradale: ci sono una vittima e un responsabile, che ha l'onere di pagare i danni. La differenza però è grande: se per un sinistro tra due auto è semplice (non sempre, per la verità) risalire a chi ha la colpa, per i danni del maltempo invece è decisamente più complesso attribuire le responsabilità.
Naturalmente non si può imputare a nessuno la colpa di un temporale o di un fulmine, però la responsabilità dei danni può essere individuata e ricade eventualmente sugli enti territoriali che hanno il compito di tenere in ordine il territorio. E dunque Comune, Regione, e via dicendo.
Ma la colpa è tale solo se causata da negligenze nella gestione. Se un fulmine colpisce un albero e lo fa cadere, in effetti, che cosa può farci un sindaco? Diverso è il discorso se su quell'albero non è stata fatta la dovuta manutenzione o se esonda un fiume che non è stato "curato" nel tempo.
Il caso fortuito
Tendenzialmente la regola è quella del "caso fortuito". Se l'Amministrazione locale riesce a dimostrare che i danni sono conseguenza di un evento impossibile da prevedere e che in ogni caso ha fatto tutto il possibile per prevenirli, sarà difficile imputare responsabilità. Se però, per fare un esempio, il Comune ha lasciato scoli e tombini in pessime condizioni e la strada si è allagata, allora dovrà risponderne.
La sentenza della Cassazione
Ci sono, sul tema, numerose sentenze. Vale la pena citarne una della Corte di Cassazione, emessa nel maggio 2016, la numero 5877/2016, che riguarda la richiesta di risarcimento danni da parte di una società che si era trovata la sede allagata per l'esondazione di un sottopassaggio. In quel caso, l'azienda aveva fatto causa al Comune e al condominio per non aver mai provveduto a sistemare un tubo pluviale che aveva contribuito all’allagamento.
La Suprema Corte aveva dato ragione al ricorrente, determinando la responsabilità del Municipio per aver utilizzato pompe idriche inadeguate e del condominio per il mancato intervento di sistemazione del pluviale.
Come fare richiesta di risarcimento danni per il maltempo
Chiunque subisca danni alla propria abitazione o a qualsiasi altra proprietà privata, compresa la propria auto, ha il dovere di provare che il danno subito è conseguenza della scarsa gestione o di altre mancanze da parte dell’amministrazione pubblica. In assenza di prove certe o se l’Ente il rischio è quello di non vedersi risarcire.
Pertanto è necessario:
- raccogliere tutta la documentazione possibile per poter sostenere le proprie ragioni: produrre documentazione fotografica, preferibilmente con la data e l’ora in cui le immagini sono state scattate, che potranno eventualmente essere utilizzate anche in giudizio;
- effettuare delle perizie dei danni subiti;
- conservare le ricevute di pagamento degli interventi di riparazione;
- spedire una raccomandata A/R all’Ufficio Tecnico dell’Ente, contenente tutta la documentazione
Una buona cosa è farsi seguire da un avvocato, che possa analizzare correttamente la situazione e aiutarvi nel suo sviluppo.
Le assicurazioni
Per tutelarsi ulteriormente è poi possibile sottoscrivere delle polizze assicurative ad hoc. Per quella dell'auto, in sostanza, si può inserire la clausola sugli eventi atmosferici, che con pochi euro in più all'anno permette di stare tranquilli nel caso in cui - ad esempio - una violenta grandinata distrugga i vetri o rovini la carrozzeria.
Stesso discorso vale per la casa. Molte compagnie assicurative propongono pacchetti in grado di tutelare. La polizza può coprire il fabbricato, gli arredi e gli oggetti, ma può coprire anche i danni che vengono cagionati alle abitazioni vicine, come ad esempio nel caso di un incendio che danneggia l’alloggio confinante.
In caso di distruzione della casa da incendio, la compagnia risarcisce i costi di ricostruzione dell'immobile con una somma pari al valore complessivo di quanto è andato distrutto. È importante però ricordare che non tutte le compagnie indennizzano per una somma pari al valore della perdita della casa, in quanto il danno potrebbe essere più alto del massimale previsto dalla polizza.
Polizza casa e richiesta di risarcimento
Quando si verifica un evento coperto dalla polizza è necessario contattare il proprio assicuratore per fare denuncia. Dopodiché l'assicurazione invierà un perito per valutare l'entità dei danni e l'ammontare del risarcimento.
I danni non coperti dall’assicurazione casa
Come per quanto riguarda la richiesta di risarcimento all'ente pubblico, la compagnia non indennizza i danni causati da colpa o dolo del proprietario dell’abitazione assicurata. La negligenza, come l’aver lasciato la porta principale aperta e il conseguente furto in casa, non trova generalmente copertura assicurativa.
È obbligatorio assicurare la casa sugli eventi atmosferici?
Per legge, l’assicurazione casa non è obbligatoria. In caso accendiate un mutuo, però, molte banche la richiedono (quantomeno quella per scoppio e incendio) per tutelare il proprio "investimento".
Quanto costa l'assicurazione casa
L’ammontare del premio assicurativo può variare a seconda dei casi, passando da poche centinaia a qualche migliaio di euro annui e nella sua formazione incidono alcuni fattori ricorrenti, quali:
- il tipo di immobile
- grandezza e valore dell'immobile
- il Comune;
- le garanzie scelte dal contraente.