l'allarme del consulente

Ricciardi: "Stiamo assistendo a un'epidemia di donne in gravidanza con i bambini che nascono malati"

L'Oms e recenti studi dicono che è sicuro sia per le mamme sia per i piccoli che portano in grembo.

Ricciardi: "Stiamo assistendo a un'epidemia di donne in gravidanza con i bambini che nascono malati"
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L'allarme è stato lanciato dal consulente del Ministro della Salute, Walter Ricciardi a “L’Aria che Tira”, il programma di Myrta Merlino di LA7, interrogato sul tema del vaccino anti Covid in gravidanza.

"La variante Delta e la variante Omicron rendono certa la diffusione, se uno entra in contatto con una persone infetta se lo prende. Non si può sempre essere fortunati. E mi raccomando soprattutto alle donne incinta. Vediamo un’epidemia di donne incinta con i bambini che nascono malati, per favore si vaccinino”.

Vaccinarsi in gravidanza: gli studi

La vaccinazione contro Covid-19 in gravidanza non solo è possibile ma è fortemente consigliata. Ma c'è di più: se la donna decide di vaccinarsi durante l'allattamento, non deve affatto essere sospeso. E' questo il messaggio lanciato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità. Anche in Italia la comunità scientifica è coesa e invita le future mamme a inocularsi. I drammatici casi di cronaca, inoltre, raccontano le conseguenze nefaste che il Covid può avere sia sulle mamme in dolce attesa che sui bimbi, spesso nati malati.

Il Centers for Disease Control and Prevention (CDC) mette in guardia: sia le future mamme sia i piccoli in arrivo corrono un maggior rischio di esiti gravi da Covid-19, compresa la morte. Lo studio ha analizzato i dati del Dipartimento della salute dello Stato del Mississippi e ha rivelato che il tasso di mortalità tra le donne in attesa di un figlio affette da Covid-19 è di tre volte superiore rispetto alle donne in età produttive ma non in gravidanza. Non solo. Da quando la variante Delta è diventata prevalente il tasso di mortalità per Covid-19 in gravidanza è aumentato di cinque volte, rispetto alla fase precedente della pandemia.

La variante Delta ha anche causato un sorprendente aumento del rischio di natimortalità tra le donne in gravidanza con Covid-19. Prima che la variante diventasse così diffusa, le donne in gravidanza con Covid-19 avevano un aumento del 47 per cento del rischio di natimortalità rispetto alle donne non infette. Dopo che la Delta ha iniziato a circolare ampiamente, l’aumento del rischio è balzato al 304 per cento.

I casi di cronaca

Purtroppo la cronaca nostrana racconta di molti episodi drammatici legati alle conseguenze del Covid su donne incinte. L'ultima tragedia è avvenuta a Napoli tre settimane fa, dove una giovane donna di 26 anni non vaccinata è morta a causa del virus due mesi dopo aver perso la sua seconda figlia nata prematura a sole 24 settimane, anch'essa venuta al mondo contagiata.

Il parto prematuro è una delle conseguenze del Covid in gravidanza, come testimoniano le 25 incubatrici piene da mesi nel reparto di terapia intensiva neonatale del Policlinico Federico II di Napoli. Il direttore del reparto, il professor Francesco Raimondi ha parlato di grande emergenza per i figli di mamme contagiate da Covid-19 e non vaccinate.

Gravidanza e terza dose

Come funziona, invece, con la terza dose per le donne in gravidanza? Le società internazionali, i Centers for disease control and prevention (Cdc) con un pronunciamento del 21 ottobre 2021 e l’American college of obstetricians and gynecologists (Acog) con un aggiornamento della guida emesso il 3 novembre, si sono dichiarate a favore.

Anna Franca Cavaliere, direttrice dell’Unità operativa complessa di Ginecologia e ostetricia dell’ospedale Santo Stefano di Prato-Usl Toscana Centro e docente presso l’università Cattolica del Sacro Cuore di Roma spiega:

“Acog raccomanda la somministrazione della dose booster a sei mesi di distanza dalla seconda dose nel caso in cui si sia ricevuto un vaccino a mRna e a due mesi nel caso si sia ricevuto un vaccino a virus depotenziato, nello specifico J&J. Riguardo alla dose indicata per la vaccinazione booster- aggiunge Cavaliere- è prevista una dose piena nel caso di Pfizer o J&J, e Acog suggerisce metà dose nel caso di Moderna. Questo tipo di raccomandazione circa la terza dose- tiene a specificare ulteriormente la ginecologa- include non solo le donne che sono in gravidanza, ma comprende anche quelle che hanno partorito da sei settimane“.

A proposito del periodo della gravidanza durante il quale è consigliato ricevere la vaccinazione, Cavaliere sottolinea che le raccomandazioni emanate per la prima e seconda dose, valgono anche per la dose di richiamo:

“La circolare ministeriale non controindica la vaccinazione nel primo trimestre e la raccomanda nel secondo e terzo trimestre, ma suggerisce di valutare il rapporto rischio-beneficio della somministrazione nei primi tre mesi di gestazione col proprio medico. Il motivo della precauzione- spiega l’esperta- è correlato al possibile rialzo febbrile che può essere provocato dalla vaccinazione. È noto infatti che- chiarisce- l’ipertermia, se importante e prolungata, è un fattore di rischio per lo sviluppo embrio-fetale in queste fasi di organogenesi. Tuttavia questo tipo di rialzo di temperatura può essere facilmente tenuto sotto controllo con farmaci sicuri in gravidanza, mentre una eventuale febbre alta con altri sintomi associati nel caso in cui si contragga il virus sarebbe molto più difficile da trattare. È ovvio quindi che la scelta non può che essere a favore della vaccinazione, da fare quanto prima”.

Il richiamo con la terza dose, dunque, aumentando nuovamente il livello anticorpale della mamma e riducendo i rischi di malattia grave determina una protezione anche per il feto.

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