Vaccini Covid

Quarta dose: per chi è raccomandata e quanto dura la protezione

Raccomandata per le persone di 60 anni e più e per quelle di 12 e più con elevata fragilità motivata da altre patologie, a operatori e ospiti delle Rsa, a operatori sanitari e donne in gravidanza

Quarta dose: per chi è raccomandata e quanto dura la protezione
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La stagione fredda entrata nel vivo, l'aumentare dei contagi Covid e i ritrovi conviviali durante le feste natalizie che hanno amplificato le situazioni "a rischio", pongono un quesito semplice ma fondamentale: a chi, nel caso non avesse provveduto, è caldamente raccomandata la quarta dose? Chiarendo che, tutti gli aventi diritto dovrebbero optare per i richiami per tutelare sé e la comunità. Ecco le indicazioni dell'ultima circolare del ministero della Salute, diffusa alle Regioni il 29 dicembre 2023.

Quarta dose vaccino Covid: per chi è raccomandata

La quarta dose, anche detta seconda dose booster "è raccomandata per le persone di 60 anni e più e per quelle di 12 e più con elevata fragilità motivata da altre patologie, a operatori e ospiti delle Rsa, a operatori sanitari e donne in gravidanza", chiarisce il ministero.

Per gli altri under 60 i vaccini "possono comunque essere resi disponibili su richiesta dell'interessato, come seconda dose di richiamo per chi non rientra tra i fragili".

Tutta la platea di giovani e meno giovani senza patologie particolari può sottoporsi al booster rispettando la distanza di 120 giorni dall’ultimo vaccino Covid o dall’ultimo contagio. Il richiamo può essere fatto liberamente dai 12 anni in su. Non è formalmente raccomandato, ma aumenta l’immunità e riduce dunque il rischio di forme severe di malattia.

I bambini hanno i vaccini a loro dedicati. Nel loro caso, i richiami sono consigliati soprattutto ai fragili. I minorenni devono essere accompagnati da almeno un genitore (nonni o altri parenti non sono sufficienti).

Quanto dura la protezione della quarta dose di vaccino Covid

Perché persone senza particolari patologie dovrebbero rinnovare i booster? Per riportare in alto il numero di anticorpi, che rappresentano la prima barriera subito dopo l’ingresso del virus nell’organismo. Gli anticorpi non impediscono il contagio ma rispondono rapidamente all’invasione del virus. Ma attenzione, con il Covid calano rapidamente, a partire da 4-5 mesi dal vaccino o dal contagio. L’organismo può però contare su una seconda linea di difesa, la memoria immunitaria, che sfrutta i linfociti T e garantisce soprattutto che l’infezione non degeneri in malattia grave. Non è però chiaro quanto duri la memoria immunitaria nel caso del Covid.

Sopra gli 80 anni la copertura con quarta dose è del 43% circa. Fra i 70 e i 79 del 30%. Fra i 60 e i 69 sopra al 18%. La percentuale delle quarte dosi dovrebbe arrivare all'80% oltre i 60 anni di età secondo il presidente del Consiglio superiore di Sanità, Franco Locatelli.

Come prenotarsi per la quarta dose

Si può prenotare il vaccino presso uno degli hub rimasti aperti, farsi vaccinare dal medico di famiglia o presso una farmacia. Ci si può vaccinare contro il Covid e anche contro l’influenza nella stessa seduta, ma con due iniezioni diverse.

Qualità dei vaccini

Il ministero della Salute ha chiarito inoltre che non c’è ragione di preferire il vaccino aggiornato rispetto a Omicron 4-5 o a Omicron 1. Tutti i vaccini aggiornati o bivalenti sono ugualmente efficaci nell’offrire immunità contro la variante Omicron, quella che è in circolazione oggi praticamente al 100% nel mondo. Al momento l'Italia ha dosi più che sufficienti per tutti.

Nuove varianti dalla Cina?

A tenere alta l'allerta, nelle scorse settimane, la situazione cinese. Il timore del diffondersi di nuove varianti è dilagato. Nicola Magrini, direttore generale di un'Agenzia italiana per il farmaco (Aifa) ha spiegato:

"Al momento non c'è nessuna nuova variante che superi o 'buchi' i vaccini disponibili. In Cina oggi stanno circolando le varianti che erano da noi diversi mesi fa. È come se a causa del lungo lockdown ora stessero vivendo una pandemia ritardata rispetto al resto del mondo. Per individuare un'eventuale nuova variante occorre restare vigili - aggiunge - e dovremmo migliorare la nostra capacità di sequenziamento."

Anche l'ex direttore dell'Ema, Guido Rasi è cautamente ottimista:

"Tanti contagi, ma non è allarme. Potrà darci un po' fastidio, i numeri dei contagi saliranno, ma senza un impatto significativo sugli ospedali. A patto che non si sviluppi una nuova variante del virus, scenario improbabile, anche se è un rischio che non si può escludere".

Massimo Andreoni, infettivologo dell'Università di Tor Vergata ricorda che a distanza di 4-6 mesi dall'ultima dose del vaccino la protezione in termini di malattia grave e di morte cala.  L'immunità tende ad affievolirsi.

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