Quali sono le offerte di lavoro che (se rifiutate) fanno perdere il reddito di cittadinanza
Il Reddito di cittadinanza diventa Assegno di inclusione, ma cambia pure nella sostanza
Il Reddito di cittadinanza cambia nome, ma non solo. Nel Decreto Lavoro approvato il Primo Maggio il Governo ha stabilito le regole per chi continuerà a percepire il sussidio statale, che si chiamerà Assegno di inclusione.
L'assegno di inclusione sostituisce il reddito di cittadinanza
L'assegno di inclusione (Adi) sostituirà dall'1 gennaio 2024 il reddito di cittadinanza. Avrà un valore non inferiore a 480 euro al mese a cui se ne potranno aggiungere 280 mensili per chi vive in affitto. Per richiederlo è necessario che l'Isee non sia superiore a 9.360 euro all'anno e in famiglia ci sia almeno:
- una persona disabile,
- un minore,
- un ultra 60enne,
- una persona titolare di invalidità civile. Per ottenere l’ADI occorre possedere un ISEE non superiore a 9.360 euro all’anno
Le offerte di lavoro che non si possono rifiutare
Il meccanismo poi sarà lo stesso del reddito di cittadinanza, con la differenza che ci saranno alcune offerte impossibili da rifiutare. Chi dirà invece di no perderà di fatto il sussidio.
Si tratta di:
- Offerte di lavoro a tempo indeterminato (in qualsiasi regione d'Italia, anche lontanissimo da casa).
- Offerte di lavoro con contratto a tempo determinato, anche in somministrazione, ma a un massimo di 80 chilometri da casa
Il regolamento vale sia per le offerte di lavoro a tempo pieno sia per quelle con part-time non inferiore al 60% dell'orario pieno. La retribuzione non deve essere mai inferiore ai minimi salariali previsti dai contratti collettivi.
Cosa succede se un componente della famiglia che riceve l'Adi trova lavoro
Esiste anche - naturalmente - la possibilità che un membro di una famiglia che percepisce l'Adi trovi lavoro come dipendente. In quel caso il maggior reddito da lavoro percepito non concorre alla determinazione del beneficio economico se rimane entro il limite massimo di 3mila euro lordi all'anno. L'assegno viene poi solo sospeso al singolo componente per contratti che durano da uno fino a sei mesi, per poi riprendere nel caso di conclusione dell'incarico lavorativo.
Lo strumento di attivazione (Sda)
Diverso ancora è il discorso per lo Strumento di attivazione (Sda) che partirà con l'1 settembre 2023. Chi riceve questo contributo viene mandato ai centri per l'impiego e riceve lo Sda per il periodo di formazione, e si impegna in lavori di pubblica utilità o nel servizio civile.
Se parliamo invece di nuclei familiari composti esclusivamente da soggetti "occupabili" (età compresa tra 18 e 59 anni, nessun disabile e Isee fino a 6.000 euro), i 350 euro vengono erogati al massimo per 12 mesi senza possibilità di proroga e sono una sorta di "rimborso" per il periodo di formazione.