C'entrano i cacciatori

Perché si dice "In bocca al lupo": una convivenza (difficile) da secoli

Animale iconico, che nei secoli di convivenza difficile con l'uomo, entra prepotentemente anche nel linguaggio parlato

Perché si dice "In bocca al lupo": una convivenza (difficile) da secoli
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Se vi siete mai chiesti cosa c'entrano i lupi con la fortuna, sulla base del celebre detto "in bocca al lupo", a spiegarlo è il focus di gennaio 2023, del Cnr, sul suo Almanacco della Scienza, che si dedica agli approfondimenti sui modi di dire. Con l'ausilio di scienziati e storici.

Perché si dice "in bocca al lupo"

Il classico augurio, che si rivolge a chi sta per affrontare una sfida difficile, è solo uno dei tanti modi di dire che ha per protagonisti i rappresentanti di questa specie. Andrea Viviano, dell’Istituto di ricerca sugli ecosistemi terrestri, ha spiegato perché questo animale - assai iconico - spadroneggia nell'immaginario umano: basti pensare a quante favole o leggende popolari li vedono protagonisti.

"Fra le espressioni più utilizzate per augurare buona fortuna c’è “in bocca al lupo!”, con cui si fa coraggio e si augura di avere successo a chi sta per affrontare un'attività problematica, una sfida rischiosa o, in generale, un ostacolo difficile da superare. Secondo l’Accademia della Crusca, l’origine dell’espressione risale a un’antica formula di augurio rivolta ai cacciatori, a cui si rispondeva: “Crepi!” (il lupo). L’augurio si è poi esteso dal gergo dei cacciatori alle situazioni difficili della vita comune", spiega il Cnr nel suo focus.

L'iconografia del lupo

Questo animale  è in realtà protagonista di tanti modi di dire e proverbi, nella maggior parte dei quali, in un modo o nell’altro, viene rappresentato come feroce e vorace, personificazione del male in tutte le sue sfaccettature.

"Questa visione è legata alla sua difficile convivenza con l’uomo, soprattutto nelle campagne e nelle zone di montagna, "difficoltà” che si riscontrano ancora oggi. I dati mostrano infatti come, rispetto al 2018, la popolazione di lupo appaia raddoppiata, soprattutto nel Nord Italia dove, a partire dal 2021, si è assistito a un vero “ripopolamento”."

Fondamentale, in tal senso, sono state le leggi di protezione della fauna, che hanno consentito alle specie che erano presenti sull'arco alpino di riconquistare molte aree, oltre all'abbandono delle campagne da parte dell'uomo, che ha anche promosso la riconquista degli habitat forestali dove erano scomparsi, garantendo a specie come il cinghiale e il capriolo, alla base della dieta del lupo, di ripopolare tutto il Nord Italia e anche la Pianura Padana, che avrebbe potuto costituire un importante sbarramento ai lupi in espansione da Sud.

Insomma, nella lunga storia di convivenza tra uomo e lupo si assiste - a fasi alterne - ad addii e ritorni. Inevitabile, dunque, che tutto ciò non si riverberi anche nel parlato quotidiano.

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