Nel centro di accoglienza di Lampedusa sono arrivati più di 900 migranti
Oltre 700 sbarchi in 48 ore: Con l'arrivo della bella stagione riprendono massicci i viaggi della speranza dalle coste africane a quelle italiane.
Con l'arrivo della bella stagione riprendono massicci i viaggi della speranza dalle coste africane a quelle italiane. Solo nel corso della ultime 48 ore sulle coste di Lampedusa, l'isola più grande delle Pelagie, sono sbarcati oltre 700 migranti provenienti dal continente africano. Un consistente arrivo che ha fatto salire attualmente il numero delle persone ospitate a quasi 900, tenendo conto che la capienza massima è 250.
Sbarchi dall'Africa che hanno fatto ritornare al centro dell'attenzione il tema dell'immigrazione dall'estero, un argomento delicato che oggi ha visto ingrossare considerevolmente il numero dei rifugiati soprattutto a causa della guerra in Ucraina. L'urgente gestione dei profughi ucraini ha fatto passare in secondo piano quella degli "altri" migranti, generando una distinzione tra profughi di serie A e serie B.
Migranti, in centro accoglienza Lampedusa più di 900 persone
IL VIDEO:
Sono quasi 900 i migranti ospitati adesso nel centro di accoglienza di Contrada Imbriacola a Lampedusa. Nelle ultime 48 ore sulla più grande delle Pelagie sono arrivate oltre 700 persone, quasi tutte a bordo di imbarcazioni che sono giunte senza essere intercettate a poche miglia dalle coste dell'isola. Una volta lì i barchini sono stati scortati al molo Favaloro dalle motovedette della Guardia Costiera.
I migranti sbarcati sono stati sottoposti ad un primo screening sanitario e poi trasferiti nella struttura di accoglienza che al massimo può ospitare 250 persone. Adesso nel centro se ne trovano il triplo. La nave quarantena con a bordo i migranti sbarcati nelle settimane precedenti, che si trovava sull'isola, ha fatto rotta verso Porto Empedocle per far scendere le persone che si trovano a bordo e per poi far rotta di nuovo verso l'isola per far salire quante più persone possibili, così da dare respiro alla struttura di accoglienza di Contrada Imbriacola.
Con l'arrivo della bella stagione dunque riprendono massicci i viaggi della speranza dalle coste africane a quelle italiane. Tra i migranti giunti nelle ultime ore ci sono molte donne e tantissimi minori, la maggior parte dei quali non accompagnati.
"Non possiamo continuare a gestire questo fenomeno ancora come un'emergenza - afferma il sindaco dell'isola, Totò Martello - Se non si trovano soluzioni immediate l'isola andrà in sofferenza e non possiamo permetterlo ancora una volta".
L'arrivo degli ucraini cambia il destino degli "altri" migranti
Del differente modo in cui vengono trattati i profughi ucraini e quelli provenienti dal continente africano e della diversa percezione della gente dei due fenomeni migratori ce ne ha parlato in un'intervista esclusiva Gianfranco Schiavone, studioso delle migrazioni internazionali e presidente del Consorzio Italiano di Solidarietà-Ufficio Rifugiati.
Quali sono le differenze tra la gestione "tradizionale" dei migranti e quella dei profughi ucraini?
"Formalmente il procedimento è uguale. La grande differenza, che reputo positiva, è che si è scelto in questo caso di puntare maggiormente sull'accoglienza familiare. Questo si traduce in aspetti positivi e negativi. I primi sono senza dubbio la maggiore velocità di collocamento e la riduzione dei tempi per il rilascio del permesso di soggiorno e per tutte le pratiche legate ad esempio all'assistenza sanitaria e alla scolarizzazione dei minori".
La situazione potrà reggere?
"Difficile dirlo. Immaginiamo la badante ucraina che vive in un monolocale in Italia: oggi per un periodo limitato di tempo ha magari dato disponibilità a ospitare 3-4 connazionali, ma è una situazione destinata a non durare troppo a lungo. E il rischio è di trovarsi a breve con migliaia di profughi a cui fornire accoglienza".
Si avverte una percezione diversa dei profughi ucraini rispetto agli altri. E' solo una sensazione o è davvero così?
"E' assolutamente così. E' abbastanza inevitabile e entro certi limiti non ci trovo nulla di male. Percepiamo la gravità e l'intensità di un conflitto che sentiamo vicino e che ha travolto persone indifese in un contesto europeo. Il cambio di registro nei confronti degli 'altri', passando al rifiuto però è inaccettabile".
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