Il caso

Malattia di Crohn nei bimbi: dieta antinfiammatoria meglio dei farmaci, grande risultato italiano

Utilizzata una terapia dietetica innovativa a livello europeo che si è rivelata vincente nel 70% dei casi anche su pazienti che non rispondevano ai trattamenti medici standard

Malattia di Crohn nei bimbi: dieta antinfiammatoria meglio dei farmaci, grande risultato italiano
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Negli ultimi anni gli esperti pongono l'accento sull'importanza di un'alimentazione sana come fattore protettivo per la salute. Il risultato ottenuto dall’Azienda Ospedaliera Meyer di Firenze, su sessanta pazienti in età pediatrica affetti dalla malattia di Crohn, supera ulteriormente questa raccomandazione e dimostra come gli alimenti che scegliamo per la nostra dieta possano avere un risultato curativo.

Meyer, Firenze

Può una dieta fare meglio dei farmaci? In questo caso specifico è andata proprio così.

Malattia di Crohn curata con una dieta antinfiammatoria nei bambini

È stata utilizzata una terapia dietetica innovativa a livello europeo che si è rivelata vincente nel 70% dei casi anche su pazienti che non rispondevano ai trattamenti medici standard o ai farmaci
biologici di ultima generazione. È un risultato importante perché assieme alla colite ulcerosa e altre recenti forme infettive intestinali ‘anomale’ sono patologie che si prevede interesseranno nel prossimo futuro un crescente numero di bambini e di adulti secondo Ebbe Langholz della University of
Copenaghen in Danimarca.

“Siamo soddisfatti dei risultati di questa sperimentazione poiché sono stati ottenuti con una dieta antinfiammatoria sostitutiva dei farmaci ispirata alla Mediterranea ben tollerata dai piccoli pazienti” racconta Paolo Lionetti che ha guidato questo studio clinico.

Incoraggiati da questo successo i nutrizionisti della Meyer stanno raffinando questo modello di alimentazione per renderlo ancora più funzionale nella terapia. I risultati ottenuti sono in linea con i recenti sviluppi della ricerca medica sui modelli alimentari salutari come la Dieta Mediterranea rivista per questa occasione e dai recenti risultati degli studi clinici sul tratto intestinale che hanno messo in luce il ruolo chiave di questo organo nel metabolismo del corpo umano.

L'infiammazione

L'infiammazione è la naturale risposta del nostro sistema immunitario contro situazioni di pericolo come gli eventi traumatici o microbi patogeni. Ma negli anni ci si è accorti dell’esistenza di una componente infiammatoria prodotta da alcuni stili di vita come il fumo, il modello alimentare, la sedentarietà, l’obesità. Una infiammazione atipica.

“Nell’ultimo decennio ci siamo resi conto che alla base delle molte patologie che interessano il cuore e altre importanti malattie come il diabete 2 c’è una forte componente infiammatoria” è il commento di Alberto Mantovani professore emerito di Patologia presso la Humanitas University di Milano.

Diversamente dalla forma più conosciuta di infiammazione che si manifesta con febbre e/o arrossamenti cutanei in caso di ferite da taglio, la risposta infiammatoria agli stili di vita è invisibile perché si traduce in un aumento della produzione di molecole antinfiammatorie da parte del sistema immunitario. Ma agisce sul nostro metabolismo e può condizionare in modo determinante il nostro stato di salute.

Il potere di alcuni alimenti e quali evitare

Uno studio clinico sul loro rapporto è stato pubblicato dalla rivista Immunity.

"I risultati hanno dimostrato che il modello di alimentazione diffuso nei paesi occidentali produce nel corpo umano uno stato di infiammazione cronica che attiva le attenzioni del nostro sistema immunitario” è stata la conclusione di Eicke Latz, il responsabile scientifico dell'Istituto di Immunologia dell'Università di Bonn.

Sono considerati infiammatori alcuni cibi di consumo quotidiano come gli zuccheri, i carboidrati raffinati, le bevande zuccherate, i cibi confezionati ricchi di conservanti e coloranti, gli insaccati come i wurstel e le carni lavorate, l’eccesso di alcol e gli alimenti fritti.

Mentre la Dieta Mediterranea suggerisce il consumo di vegetali, di frutta fresca e secca che apportano nutrienti e molta fibra alimentare, di legumi tal quali oppure come base di minestroni e insalate, di carboidrati integrali e di controllare il consumo di carni rosse. E infine l’uso dell’olio extravergine di oliva come condimento per molti piatti della dieta da utilizzare possibilmente crudo, una forma nella quale manifesta tutte le sue qualità nutritive che si riducono con la cottura.

Olio d'oliva

Un modello alimentare che ha una stretta relazione con la nostra salute e quella del nostro apparato digerente. I molti ospiti del tratto intestinale Sono decine di miliardi di microbi in gran parte batteri localizzati per il 90% nell’intestino crasso e compongono il microbiota. Il loro stato di salute condiziona quello dell’intero corpo umano. Dipende da loro la nostra capacità di digerire i cibi vegetali, nei primi mesi di vita partecipano attivamente allo sviluppo equilibrato dell’immunità adattativa, producono alcune vitamine e alcuni grassi utili al nostro metabolismo. Vivono in simbiosi con il nostro corpo. In cambio dei loro importanti servizi offriamo loro un sicuro ricovero e l’alimentazione quotidiana costituita dalle fibre alimentari contenute nei carboidrati complessi dei cibi vegetali. Il loro stato di salute dipende dalla quantità di fibre che deve aggirarsi attorno ai 35/40 grammi al dì che è garantita solo con una dieta simile alla Mediterranea come è stato intuito dall’Istituto Meyer, una scelta chiave per il successo della loro terapia.

Intestino e batteri

“Un tratto intestinale in salute è il risultato finale di un equilibrio fra i molti suoi componenti, in particolare fra i batteri del microbiota e il muco che ricopre la sua superficie interna. Contribuisce alla sua impermeabilità verso l’esterno dell’intestino e ospita batteri specializzati che svolgono una funzione immunitaria contro le infiammazioni possibili per gli eventuali patogeni che possono accompagnare il cibo in transito.” racconta Mahesh Desai del Department of Infection, Luxemburg Institute of Health.

Il muco è composto in gran parte da carboidrati complessi e per le funzioni che svolge è l’elemento chiave dell’equilibrio intestinale. Un ruolo che può essere messo gravemente in discussione dalla mancanza di fibre alimentari nella dieta. Se vengono consumate in quantità insufficienti i batteri dell’intestino si nutrono con i carboidrati del muco e ne riducono le dimensioni fino a comprometterne le sue funzioni.

“Il rapporto fra un modello di alimentazione con poche fibre tipico delle diete contemporanee e la diminuita capacità antinfiammatoria dell’intestino in particolare di quello crasso è un dato che emerge con forza da molti studi clinici recenti” è il commento di Desai.

Il cerchio si è chiuso Il passo successivo è stata la ricerca di un rapporto fra le conclusioni di Desai e alcune patologie intestinali in continuo aumento nei paesi occidentali. I risultati clinici innovativi della Azienda Ospedaliera Meyer lo hanno confermato così come quelli di una ricerca diretta da Williams Turpin del Mount Sinai Hospital, Toronto, Canada. “Per la prima volta siamo stati in grado di stabilire una relazione causale fra la compromissione funzionale della composizione del microbiota la malattia di Crohn e altre tipiche patologie del tratto intestinale” sono le sue conclusioni.

A cura di Antonio Marsilio

Tanti interessanti contenuti divulgati da Antonio Marsilio sono disponibili sul blog galileo1564.it che recentemente ha affrontato anche temi di strettissima attualità come la carne coltivata, l'intelligenza artificiale o la resistenza agli antibiotici.

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