Long Covid: con la vaccinazione i rischi si dimezzano
L'Oms ha riconosciuto questa sindrome e calcolato che colpisce un ex positivo al coronavirus su 10.
Vertigini, mal di testa, affaticamento cronico, tono dell'umore spento, confusione, dolori muscolari: l’Organizzazione mondiale della sanità ha riconosciuto il Long Covid e calcolato che questa sindrome colpisce un ex positivo al Coronavirus su 10.
Ma c'è un modo per tutelarsi dagli strascichi invalidanti che colpiscono il 10% di coloro che si sono ammalati di Covid-19? Una ricerca inglese ha dimostrato che la vaccinazione non soltanto protegge dal rischio di contagio ma dimezza anche il rischio di questa patologia.
Long Covid: meno rischi se si è vaccinati
Lo studio a cura del King's College di Londra è stato pubblicato su Lancet. La ricerca mostra che in una minoranza di persone che si contagiano nonostante la doppia dose il rischio di sviluppare sintomi che durano per oltre quattro settimane è ridotto del 50%. Una percentuale rilevata rispetto a coloro che non sono vaccinati.
Il lavoro si basa sui dati dell'app UK Zoe Covid Study, che traccia i sintomi, i vaccini e i test comunicati in maniera autonoma dagli utenti: tra dicembre 2020 e luglio 2021 sono stati raccolti i dati di oltre 1,2 milioni di adulti con una dose e 971.504 adulti con due dosi. Soltanto lo 0,2% dei cittadini totalmente vaccinati si è contagiato, 2.370 casi, e di questi 592 hanno riportato i dati per oltre un mese e soltanto 31, il 5% ha avuto sintomi oltre le quattro settimane. Nel gruppo di non vaccinati il dato era dell'11%.
La riabilitazione
Nel frattempo in Italia, come nel resto del mondo, si è reso necessario mettere a disposizione di questi pazienti dei percorsi sanitari di riabilitazione per combattere i sintomi del Long Covid e riprendersi la vita. Contrariamente a quanto generalmente si ritiene, il Long Covid può interessare sia soggetti che sono stati ospedalizzati, sia coloro che sono stati trattati a domicilio.