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Covid, l'Oms: "Rischiamo 236mila morti in Europa entro dicembre". E i vaccini hanno rallentato (anche in Italia)

Nelle ultime sei settimane le vaccinazioni nel Vecchio Continente si sono ridotte del 14%.

Covid, l'Oms: "Rischiamo 236mila morti in Europa entro dicembre". E i vaccini hanno rallentato (anche in Italia)
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Da qui a inizio dicembre il Covid potrebbe fare altri 236mila morti in Europa. Anche perché la corsa ai vaccini, dopo l'iniziale (e prevedibile) boom, ha subìto un rallentamento. E' quello che sostiene l'Organizzazione mondiale della sanità, che ha stimato la situazione per i prossimi tre mesi.

La previsione dell'Oms: 236mila morti Covid nei prossimi tre mesi

La proiezione è stata riferita dal  direttore regionale dell'Oms per l'Europa, Hans Kluge,  che ha anche definito "profondamente preoccupanti" i livelli di alta trasmissione del virus registrati, sostenendo  ben 33  Paesi dell'area Europa (su 53)  hanno fatto registrare nelle ultime settimane un aumento di casi pari o superiore al 10%. Negli ultimi sette giorni, inoltre, numero dei morti nella regione europea è aumentato dell'11%.

I vaccini rallentano

Secondo i dati dell'Oms, nelle ultime sei settimane le vaccinazioni nel Vecchio Continente si sono ridotte del 14%. La causa? La mancanza di accesso alle dosi in alcuni Paesi e la riluttanza a sottoporsi all'inoculazione in altri. Da una parte, dunque, chi non ha la possibilità di accedere ai vaccini, dall'altra chi potrebbe e non li utilizza. Il più classico del "chi ha il pane non ha i denti, chi ha i denti non ha il pane", insomma.

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La situazione in Italia

Ma come è la situazione in Italia?

A stamattina, lunedì 30 agosto 2021, le somministrazioni nel nostro Paese sono state 77.177.188. Coloro che hanno già ricevuto la seconda dose sono invece 37.476.187. E, in effetti, guardando i dati a disposizione sul sito del Governo, anche in Italia si nota un calo nelle ultime settimane. Non è facile, naturalmente, dare una spiegazione univoca e precisa. Potrebbero aver influito le vacanze, così come il fatto che chi era convinto di farsi vaccinare ha già proceduto nei mesi scorsi e restano oggi soltanto gli ultimi indecisi, oltre naturalmente ai No vax più accaniti.

Analizzando invece le vaccinazioni per fascia d'età, scopriamo che gli over 80 sono quasi "completi". Soltanto l'8,22% della popolazione non si è sottoposto all'inoculazione. Percentuale che sale al 12,15% nella fascia 70-79 anni, al 17,38% in quella 60-69 e al 25,42% per i cinquantenni.

Tra i quarantenni (fascia 40-49) sono invece il 30,76% coloro che non hanno ancora ricevuto nemmeno la prima dose, mentre tra i 30-39enni la percentuale è del 33,65%. Più bassa la quota di "restii" tra i 20-29enni, con il 28,58%, mentre tra gli under 20 (12-19 anni), il 46,45 è ancora in attesa.

La Regione che è percentualmente più avanti con le somministrazioni è il Molise (92,4% delle dosi consegnate), che precede di pochissimo la Lombardia (92,3%, ma con un numero decisamente maggiore di inoculazioni).

In coda alla "classifica" ci sono la Provincia autonoma di Bolzano con l'82,4% e la Calabria con l'84,9%.

 

Sul tema vaccinazioni, poi, si è espresso proprio oggi anche il governatore del  Veneto  Luca Zaia, che ha fatto  il punto della situazione nella sua regione

La vaccinazione ha cambiato il corso della storia del Covid, ti può piacere o meno ma è inconfutabile e innegabile che la vaccinazione ci permette di avere tassi di ospedalizzazione bassi. Oggi i ricoverati in area non critica sono vaccinati per il 22,8%, i vaccinati con una dose sono il 3,8%, i non vaccinati sono 73,4%. In area critica quindi in terapia intensiva abbiamo l’11,8% di vaccinati con due dosi, con una dose sono il 7,8% e l’80,4% sono non vaccinati”.

La terza dose? "Non è un lusso"

Da settimane, poi, si discute di terza dose. Il dibattito è forte sulla necessità di procedere a una terza somministrazione o - piuttosto - riservare le dosi a quei Paesi che al momento non possono permettersele. Secondo Kluge, però,  non si tratta di "un lusso", ma di un modo per mantenere i più vulnerabili al sicuro.

In Israele e Stati Uniti  la somministrazione della terza dose è già partita per alcune categorie di persone, mentre in altri, tra i quali l’Italia, si sta ancora valutando  l'eventualità attendendo riscontri più certo sulla durata della risposta e del perdurare degli anticorpi dopo le due dosi di vaccino.

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