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"Legiferare su famiglie arcobaleno e fine vita": la strigliata della Corte Costituzionale al Parlamento

"Se rimane l'inerzia del Parlamento, la Corte a un certo punto non potrà più intervenire"

"Legiferare su famiglie arcobaleno e fine vita": la strigliata della Corte Costituzionale al Parlamento
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Fine vita e famiglie arcobaleno: temi su cui la Corte Costituzionale si sta continuando a spendere affinché venga dato loro il giusto riconoscimento, legiferando in maniera opportuna. Sulla questione si è espresso, in particolare, il presidente della Consulta Augusto Barbera, che ha rivolto l'appello alle massime cariche dello Stato e al ministro della Giustizia Nordio durante la relazione sull'ultimo anno di lavoro della Corte, nella giornata di lunedì 18 marzo 2024.

Nordio, Mattarella, Barbera

La Corte Costituzionale invita a legiferare su famiglie arcobaleno e fine vita

"E' necessaria un’espressione della volontà delle assemblee rappresentative della sovranità popolare. Ma se rimane l'inerzia del Parlamento - ha detto Barbera - la Corte a un certo punto non potrà più intervenire.“

E ancora:

"La Corte non può comunque rinunciare al proprio ruolo di garanzia, che include anche il compito di accertare e dichiarare i diritti fondamentali reclamati da una ‘coscienza sociale’ in costante evoluzione. Minori e genitori dovrebbero essere tra i primi soggetti tutelati dallo Stato, e invece le famiglie arcobaleno continuano a essere vittime della discriminazione della classe politica. Non si può continuare a chiudere gli occhi anche quando il principale garante dei valori alle radici del nostro Paese esprime le sue preoccupazioni a riguardo”.

Sempre Barbera ha sottolineato come questo silenzio abbia portato a una serie di decisioni contraddittorie e disordinate di tribunali e sindaci, come hanno dimostrato le sentenze degli ultimi mesi, dagli esiti più vari.

Mattarella-Barbera

Il caso di Padova

Sui diritti delle famiglie arcobaleno si è sempre battuto il sindaco di Padova Sergio Giordani, premendo sul riconoscimento nei registri dell'anagrafe la genitorialità di entrambe le mamme.
Sergio Giordano

Sulla vicenda giudiziaria, proprio negli scorsi giorni si è aperto un nuovo capitolo: dopo che il Tribunale di Padova ha dichiarato inammissibili gli oltre trenta ricorsi con i quali la Procura, un anno fa, aveva chiesto di cancellare gli atti di nascita di bambini e bambine figli di coppie formate da due donne, è intervenuto sul tema il Ministero dell'Interno nella figura del suo primo rappresentante, cioè il Ministro Matteo Piantedosi, il quale ha presentato ricorso contro le ultime sentenze del Tribunale.

A tal proposito, l'Associazione Famiglie Arcobaleno ha voluto esplicitare il dispiacere e la rabbia per l'ancora precaria situazione in un post sulla pagina Facebook:

"Da 19 anni chiediamo che la politica si assuma la responsabilità di riconoscere pari diritti e pari dignità ai nostri figli e figlie, e in quest’ottica abbiamo elaborato una proposta di legge insieme all’associazione Rete Lenford".

Veneto: sfumata la legge sul fine vita

Nel gennaio 2024, sempre in Veneto, per un solo voto, la legge che avrebbe regolamentato il fine vita non è passata. Doccia fredda per il governatore leghista Luca Zaia, che si era favorevolmente esposto. La maggioranza di destra si era spaccata sul tema, ridimensionando – di fatto – il doge.

In Veneto per un solo voto non passa la legge sul fine vita: fuoco amico su Zaia
I cartelloni di Pro Life contro Zaia

Per chiarezza il voto in Veneto non avrebbe approvato il suicidio assistito, già possibile con la sentenza Cappato che - pur non essendo una legge - dal 2019 è permesso ai pazienti che presentano situazioni intollerabili, e previa verifica dei casi, di autosomministrarsi un farmaco letale e porre fine alle proprie sofferenze.

Non si trattava dunque di sdoganare nulla, bensì di fare ordine in una selva burocratica che rende una calvario per i malati il raggiungimento di un loro diritto sancito. Il ginepraio, appunto, rammentato anche ieri da Barbera.

Ultimo, ma non meno importante, Barbera ha anche tuonato sul tema della sicurezza sul lavoro:

"Il 2023 è stato l'anno in cui oltre mille (una media di ben tre al giorno!) sono state le agghiaccianti morti sul lavoro. Tragedie queste ultime che, direttamente o indirettamente, hanno visto e vedranno impegnata la giurisprudenza della Corte costituzionale (...) per quanto riguarda importanti aspetti dell'organizzazione del lavoro nelle imprese".

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