La scuola di Pioltello conferma la chiusura per fine Ramadan. Mattarella: "Apprezzo vostro lavoro"
Il ministro dell'Istruzione: "Io continuo a credere che una vera e costruttiva inclusione necessiti di scuole aperte e non chiuse"
Le pressioni politiche e le ricerche di cavilli burocratici, con tanto di intervento degli ispettori mandati dal ministro Valditara, non hanno scalfito le convinzioni del Consiglio d'istituto dell'Iqbal Masih di Pioltello che, il 25 marzo 2024, ha votato per la conferma della chiusura il 10 aprile 2024, in occasione della festa per la fine del Ramadan.
E ha lanciato un messaggio forte alle istituzioni, votando la delibera all'unanimità ribadendo come si sia trattato di una scelta didattica, strumentalizzata a posteriori da chi Pioltello non la vive direttamente. Questione espressa anche dai professori, in una lettera aperta, che parlava di "aggressione da parte di una Stato che avrebbe dovuto difenderli".
A stretto giro arriva anche l'endorsement del Capo dello Stato Sergio Mattarella all corpo docenti e alla dirigenza: "Apprezzo il vostro lavoro".
La scuola di Pioltello resta chiusa per la fine del Ramadan
Gli studenti dell'Iqbal Masih, dunque, resteranno a casa il 10 aprile 2024, così come era stato deciso ormai quasi un anno fa, a maggio, quando era stata votata la prima delibera di programmazione del calendario scolastico. Un documento contestato direttamente dal ministro all'Istruzione Giuseppe Valditara che ha inviato gli ispettori a Pioltello per verificare la validità della scelta.
Riscontrando errori di natura tecnica che hanno comportato un nuova convocazione del Consiglio d'istituto che, lunedì 25 marzo 2024, si è riunito nuovamente e ha confermato la chiusura.
Il commento di Valditara
"Apprendiamo che il consiglio di istituto della scuola Iqbal Masih ha provveduto a rettificare il calendario scolastico per l'anno scolastico 2023/2024, e a motivare il precedente provvedimento, accogliendo cosi' l'invito dell'ufficio scolastico regionale. Nella nuova delibera si fa riferimento esclusivamente a supposte esigenze didattiche, senza introdurre valutazioni ulteriori. Il Consiglio di istituto ha altresì ridotto - da quattro a due - i giorni di chiusura previsti, sanando una evidente irregolarità' puntualmente sollevata dagli organi ministeriali. Inoltre si è stabilito che il giorno 21 maggio ci sia una giornata di confronto". Lo ha dichiarato il ministro dell'Istruzione, Giuseppe Valditara. "Le polemiche di questi giorni si dimostrano, quindi, velleitarie e pretestuose. È stato anzi opportuno il richiamo al rispetto delle regole previste dall'ordinamento. Adesso sarà l'ufficio scolastico regionale, nell'esercizio delle sue prerogative, a fare tutte le ulteriori valutazioni del caso. Io continuo a credere che una vera e costruttiva inclusione necessiti di scuole aperte e non chiuse".
Il supporto
Come spiega Prima La Martesana, fuori dal plesso, mentre il Consiglio deliberava, una cinquantina di delegati di Cgil e Flc Cgil Milano sono accorsi in presidio per dichiarare il proprio appoggio alla scelta della scuola di rimanere chiusa in occasione della fine del Ramadan il prossimo 10 aprile, a cui è seguita la bufera nazionale.
Siamo qui per esprimere solidarietà ai corpi docenti, per difendere l'autonomia del Consiglio d'istituto. Non ci deve essere una strumentalizzazione a fine elettorale. Così come si chiude a Carnevale, lo stesso può essere fatto per il Ramadan. I percorsi di inclusione devono iniziare dalla scuola, non c'è altro modo. La parola chiave per noi è solidarietà.
Hanno spiegato i referenti dei sindacati.
Al presidio presenti anche i Carabinieri e il Comandante della Compagnia dei Carabinieri di Pioltello, il Capitano Francesco Berloni. Non è stato necessario alcun intervento dato il clima disteso.
Ma fra i supporter della scelta della scuola, negli scorsi giorni, si era schierato anche l'arcivescovo di Milano Mario Delpini:
"Non mi pare il caso di far diventare la cosa un problema". E, riguardo alle irregolarità riscontrate dall'Ufficio scolastico regionale nella delibera, osserva che "hanno i loro organismi. Se lo hanno detto, avranno i loro motivi".
"Una delle cose più importanti della vita è la religione. Non so come sia il regolamento delle scuole, si sospende anche a carnevale. Sono sorpreso dal cancan sollevato da una vicenda che credo non solo assolutamente normale, ma addirittura auspicabile. Rispettare la festa dei musulmani è un modo per capire l'altro. Le scuole tengono in considerazione le settimane bianche, figuriamoci un appuntamento come questo. E' un ottimo esempio davanti a una realtà complessa, se usciamo dalla logica di conquista e ci mettiamo in quella dell'incontro. In Lombardia abbiamo un calendario perpetuo, poi ogni scuola sceglie sulla base del contesto. Il dirigente ha fatto bene. I bambini sono curiosi, vogliono sapere perché l'altro festeggia e come, percepiscono la divisione molto meno degli adulti. E sono certo che siano stupiti dai commenti di queste ore".
Nelle scorse ore anche il Presidente della Repubblica si è unito al coro di approvazione. Mattarella, nel rispondere alla lettera della vicepreside Maria Rendani, che a lui si era rivolta invitandolo a visitare la scuola, ha scritto:
"Ho ricevuto e letto con attenzione la sua lettera e, nel ringraziarla, desidero dirle che l'ho molto apprezzata, così come - al di là del singolo episodio, in realtà di modesto rilievo - apprezzo il lavoro che il corpo docente e gli organi di istituto svolgono nell'adempimento di un compito prezioso e particolarmente impegnativo".
Chi invece si era mostrato estremamente critico era stato il vicepremier Matteo Salvini:
Mentre qualcuno vuole rimuovere i simboli cattolici - come i crocifissi nelle aule - per paura di “offendere”, in provincia di Milano una preside decide di chiudere la scuola per la fine del ramadan.
Una scelta inaccettabile, contro i valori, l’identità e le tradizioni del nostro… pic.twitter.com/kiTwXP5SiH— Matteo Salvini (@matteosalvinimi) March 17, 2024
Mentre infuriava la bufera mediatica si è anche registrato un blitz notturno, in cui un cartello contro la decisione della scuola, rivendicato dai Patrioti Italiani, criticava la scelta della dirigenza.