Studio inglese

La scoperta: "Omicron non lascia alcuna immunità nel corpo umano"

Gli scienziati dell'Imperial College di Londra: "Poiché non lascia segni nel sistema immunitario, esso non è in grado di ricordarlo e attivare le difese per proteggerci da una reinfezione".

La scoperta: "Omicron non lascia alcuna immunità nel corpo umano"
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Uno studio decisamente preoccupante che testimonia come il virus sia in grado di evolvere velocemente, facendoci capire che non è ancora arrivato il momento di abbassare la guardia. Arriva dall'Inghilterra l'ultima scoperta su Omicron: stando a quanto affermato dagli scienziati dell'Imperial College di Londra, l'ultima mutazione del Covid-19, così come tutte le sue sottovarianti, non solo riesce ad abbattere le difese del vaccino, ma una volta debellata l'infezione non lascerebbe alcun segno di immunità nel nostro corpo, motivo per il quale il nostro sistema immunitario non sarebbe in grado di ricordarlo, rendendoci vulnerabili a nuovi contagi.

"Omicron abbatte le difese del vaccino e non lascia alcuna immunità"

A più di due anni di distanza dall'avvento del Covid-19 nella nostra vita, dopo i mesi difficili del distanziamento e dei lockdown, la pandemia pare essersi assestata su livelli più gestibili, complice la consistente campagna vaccinale portata avanti in tutto il mondo che ha consentito di avere una difesa in più contro i contagi. Quanto sta accadendo in questo periodo, tuttavia, non deve necessariamente farci sedere sugli allori perché, come segnalato anche dai nostri esperti in materia, in autunno è previsto ancora un innalzamento della curva dei contagi.

Nel prossimo futuro l'immunizzazione contro il virus sarà fondamentale per garantirci una corretta convivenza col Covid, evitando di intasare i reparti ospedalieri con bruschi picchi di contagi. Vaccinarsi resta quindi l'obiettivo numero uno, soprattutto se si prende in considerazione l'ultima preoccupante scoperta fatta sulla variante Omicron nel Regno Unito, dove la curva dei positivi sta tornando a risalire.

Come affermato nello studio degli scienziati dell'Imperial College di Londra, la più recente mutazione del Covid e tutte le sue sottovarianti, non solo riescono a sfondare le difese del vaccino, ma, una volta debellata l'infezione, non lascerebbero alcun segno di immunità nel nostro corpo, proprio come invece accadeva per le prime varianti del virus.

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Il professor Danny Altmann, del Dipartimento di Immunologia e Infiammazione dell'Imperial College, dichiara:

"Il messaggio è un po' cupo. Omicron e le sue varianti sono ottime per le scoperte ma pessime nell'indurre l'immunità, quindi otteniamo reinfezioni fino alla nausea e una forza lavoro gravemente esaurita. Non solo può sfondare le difese del vaccino, ma sembra lasciare pochissimi dei segni distintivi che ci aspetteremmo sul sistema immunitario. È più furtivo delle varianti precedenti e vola sotto il radar, quindi il sistema immunitario non è in grado di ricordarlo".

Questa conseguenza, quindi, ci rende vulnerabili a nuove reinfezioni e nuovi contagi.

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Come si è giunti a questa scoperta

Considerando l'incremento dei contagi a causa della variante Omicron, gli scienziati dell'Imperial College, hanno cercato di comprendere in che modo avvenisse la reinfezione con Omicron. I ricercatori hanno raccolto campioni di sangue da operatori sanitari del Regno Unito che sono stati vaccinati tre volte e con diversi modelli di infezione da Covid per comprendere l'immunità degli anticorpi, delle cellule T e B.

Il risultato della ricerca ha individuato che tra coloro che erano stati vaccinati tre volte senza infezione pregressa, Omicron ha fornito un potenziamento immunitario contro le varianti precedenti come alfa, beta, gamma e il ceppo ancestrale originale, ma praticamente nessuno contro Omicron stessa. Anche i malati di Covid colpiti per la prima volta durante la prima ondata del virus e poi di nuovo con Omicron non hanno alcuna immunità, una tendenza etichettata dai ricercatori come "smorzamento immunitario ibrido".

Insomma, per colpa di Omicron potremmo non liberarci mai del Covid ed essere destinati a conviverci come facciamo con l'influenza. Con qualche precauzione in più...

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