La Sandra Milo che non conoscete: l'amica Gioconda, la scuola e quella volta che difese un cameriere
Nel giorno del funerale, un ritratto inedito di "Sandrocchia" e della sua infanzia
Mercoledì 31 gennaio 2024 sono stati celebrati i funerali di Sandra Milo. L'attrice si è spenta a 90 anni lasciando un vuoto enorme in chi l'aveva conosciuta e apprezzata nel corso della sua vita.
Funerale Sandra Milo: l'ultimo saluto
Oggi sono stati celebrati i funerali di Sandra Milo. Migliaia di persone - Vip e non - si sono radunate per dare l'ultimo saluto a un'attrice che ha fatto la storia del nostro cinema e non solo.
Sandra Milo: l'infanzia in Toscana
Il nostro portale locale Prima Firenze ha ricostruito - con alcune testimonianze esclusive - la sua infanzia in Toscana.
Erano gli anni della guerra, a cavallo tra il 1930 e il 1940, quelli che la bambina Sandra Milo, che sul registro di classe si chiamava con il suo nome anagrafico Salvatrice Elena Greco, aveva vissuto a Vicopisano, borgo di origine medievale della provincia di Pisa che conta poco più di 8 mila abitanti.
“In questo paese ho passato un’infanzia bellissima - aveva raccontato l’attrice nel 2019, quando fu invitata come ospite alla locale festa medievale -. Nonostante il terrore della guerra ricordo che eravamo bambini felici. Giocavamo qui, davanti casa, insieme a mia sorella e agli altri. Poco più avanti a questa piazza c’erano le scuole elementari che ho frequentato fino alla quarta perché poi chiusero a causa dei bombardamenti. E’ sempre un’emozione tornare a Vicopisano”.
L'amica Maria Gioconda
“Sandrocchia”, il nomignolo che ha viaggiato insieme a lei per anni per semplificarne l’umana spontaneità, al suo arrivo, in una giornata di forte pioggia, era stata accolta dalle istituzioni comunali, dal presidente della Festa medievale, da un gruppetto di persone e soprattutto, lì, carica di emozioni, sull’asfalto oggi consumato di piazza Cavalca, dove i bambini facevano i loro giochi, c’era Maria Gioconda Rosati, la sua amica d’infanzia, deceduta nel 2021. Quella bambina che con lei condivideva paure e spensieratezza, sogni e la quotidiana genuinità del paese. Era stato un abbraccio forte e profondo, un misto di sorrisi e lacrime. E il ricordo del tempo che fu, come la pellicola di un film che scorre come il tempo che se ne va oltre l’orizzonte in cui, da queste parti, spicca la torre della Rocca del Brunelleschi.
“Sono emozionantissima, Sandra ha fatto parte della mia fanciullezza - disse Gioconda Rosati -. Con la sua famiglia erano i nostri vicini di casa, abbiamo passato tante cose belle insieme: la prima comunione, le scuole ed esperienze indimenticabili. E’ sempre stata buona e dolce. Nel tempo abbiamo conservato la nostra amicizia”.
Eppure quella bambina, di lì a poco, sarebbe diventata una delle attrici più iconiche del cinema italiano. Definita la musa di Federico Fellini, di cui si innamorò, con la sensualità trasmessa attraverso i personaggi interpretati, ha raccontato un pezzo di storia del nostro paese. Da 8 e 1/2, a Giulietta degli Spiriti, ma anche il più recente Happy Family di Salvatores e le tantissime apparizioni televisive, ha tracciato una linea indelebile che la renderà eterna.
“E’ una ragazza dalle curve un po’ tonde, occhi maliziosi e innocenti insieme, che rideva in un modo che sembrava mi volesse prendere in giro” - aveva detto di lei il grande Fellini. Qualcuno degli addetti ai lavori l’aveva addirittura definita “la finta oca”, per quella capacità di essere raffinata e svampita contemporaneamente e sempre disponibile al confronto, anche quando non si faceva più leggero. A Vicopisano sanno della sua disponibilità attraverso i racconti di chi oggi non c’è più, ma che hanno saputo mantenerne vivo il ricordo e la riconoscenza.
La testimonianza
In paese abbiamo raggiunto Francesco Tucci, uno dei figli di Gioconda Rosati.
“Mia mamma mi ha sempre parlato di Sandra Milo - racconta - e quando ero un bambino sentivo le loro telefonate. Parlavano del quotidiano, dei pettegolezzi locali o altre cose che si leggevano sui giornali. Era arrivata in Toscana, prima a Lajatico, poi a Vicopisano, che era ancora bambina. Con la sua famiglia erano i dirimpettai della famiglia della mamma, qui in piazza Cavalca, dove abbiamo gestito per molti anni anche un bar. Tanti anni dopo, da quello che sono riuscito a ricostruire tra leggende e racconti reali, mia mamma Gioconda si è messa alla ricerca del numero di telefono e, pare grazie all’interessamento addirittura di Raffaella Carrà, ci era riuscita. Da quel giorno in poi sono sempre rimaste in contatto come due normali amiche di paese. Quando Sandra Milo è tornata qui nel 2019 per la festa medievale è stata una grande emozione per tutti noi”.
Quel giorno di pioggia del settembre che fece saltare la tradizionale cena medievale all’aperto di Vicopisano lo ricorda bene anche l’assessore al turismo Fabiola Franchi, che ha ancora nella mente (e nel cuore), la grande umanità di questa enorme attrice.
“Avevamo preparato tutto nel migliore dei modi. Ospitare la nostra concittadina Sandra Milo alla tradizionale Festa Medievale era un orgoglio per la comunità. Purtroppo quel giorno ci fu una forte pioggia e rimandammo la cena a una nuova data. Avevamo preparato tutto nel dettaglio, come sempre. Non solo il tema scenografico, anche il menù che doveva rispettare le trazioni del Medioevo: piatti antichi e senza sale perché in quegli anni non c’era. Provi a immaginare la frustrazione. Sandra Milo però era arrivata da Roma - prosegue l’assessore - e dovevamo comunque ospitarla. Quindi siamo andati a cena in un ristorante del paese e ricordo che durante la serata il cameriere rovesciò il vino che cadde sia sulla tovaglia, sia sul vestito di Sandra Milo. Noi, imbarazzati, non sapevamo cosa dire anche perché poco prima ci aveva raccontato dei suoi abiti fatti mano, così eleganti. Lei, dolcissima e sorridente come sempre, fu la prima a difendere davanti a tutti il cameriere e disse che lui era lì a lavorare, mentre noi a divertirsi, quindi dovevamo solo rincuorarlo perché, alla fine, il vestito il giorno dopo l’avrebbe lavato. Sembra un aneddoto semplice, ma racchiude la grandezza di questa donna che oggi noi vicaresi ci sentiamo di ringraziare per l’attaccamento che ha sempre dimostrato al nostro paese che è anche un po’ suo”.
Andrea Spadoni