Caso emblematico

La Puglia resiste contro lo stop all'obbligo vaccinale per i medici decretato dal nuovo Governo

La legge pugliese impedisce ai sanitari non vaccinati di accedere ai reparti ospedalieri. Il sottosegretario alla Sanità Gemmato: "Sarà impugnata".

La Puglia resiste contro lo stop all'obbligo vaccinale per i medici decretato dal nuovo Governo
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La Regione Puglia si mette di traverso al primo decreto stabilito dal nuovo governo Meloni e ossia l'abolizione dell'obbligo vaccinale per le professioni sanitarie, provvedimento che ha consentito quindi a medici e infermieri No Vax di rientrare negli ospedali.

Da Foggia a Lecce, infatti, vige da qualche anno una legge regionale che impedisce ai sanitari non vaccinati di accedere ai reparti ospedalieri e ambulatoriali e che concretamente si frappone alla nuova disposizione governativa. Il sottosegretario alla Sanità, Marcello Gemmato (FdI), ha però fatto sapere:

"La legge sarà impugnata e cancellata dalla Corte costituzionale".

La battaglia legale e politica ha quindi inizio.

(In copertina Michele Emiliano, governatore della Puglia)

La Puglia contro lo stop all'obbligo vaccinale per i medici

Come vi avevamo spiegato ieri, la scelta del nuovo Esecutivo di abolire l’obbligo vaccinale per le professioni sanitarie, anticipando al 1° novembre la precedente scadenza del 31 dicembre, ha spaccato l'opinione pubblica, generando svariate polemiche non solo delle categorie mediche, ma anche degli esponenti politici regionali. Oltre a Campania ed Emilia Romagna, la contestazione che ha fatto più clamore è stata quella di Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che, sul decreto governativo aveva dichiarato:

"Noi abbiamo una legge regionale che prevede l'obbligo di vaccinazione contro alcune malattie contagiose e non abbiamo intenzione di cambiarla. Non è mai stata impugnata".

Affermazioni che non sono passate inosservate e che, in brevissimo tempo, hanno trovato una replica diretta:

"Emiliano è un simpaticone ma dovrebbe sapere, anche da magistrato, che nella gerarchia delle leggi ciò che dice lo Stato centrale non può essere derubricato da una Regione. Quella legge regionale parla di obbligo di vaccini, che non c’è più. Quindi verrà impugnata".

A rispondere a tono ci ha pensato Marcello Gemmato (FdI), neo sottosegretario alla Sanità del governo Meloni, tra le altre cose originario di Bari.

Marcello Gemmato (FdI), sottosegretario alla Sanità del nuovo governo Meloni

"La nostra legge non è impugnabile"

Il botta e risposta è quindi servito:

"Gemmato — replica Emiliano — è un politico di lungo corso e dovrebbe sapere che tra leggi nazionali e leggi regionali, nelle materie concorrenti come la sanità, non c’è un rapporto di gerarchia che fa prevalere le prime sulle seconde, salvo che ci sia una lesione delle attribuzioni del Parlamento".

Il governatore della Puglia, quindi, per portare acqua al suo mulino fa leva sul fatto che la legge pugliese non possa essere cancellata perché scaduti i termini dell'impugnazione.

"Queste ultime devono essere impugnate tempestivamente dal governo, fatto questo non avvenuto nel nostro caso, essendo la legge in questione del 2021. Prendo atto che Gemmato, farmacista, si cimenta in arditi ragionamenti giuridici annunciando l’impugnazione della legge pugliese. E così facendo fa fare una pessima figura al governo del quale fa parte. Uno così dovrebbe immediatamente dimettersi per la sua inadeguatezza".

Vaccino per i medici, cosa afferma la legge regionale pugliese

A prescindere dalle posizioni, il tema pare piuttosto complesso, così come la battaglia giuridica e politica che si verrebbe a scatenare. Fare chiarezza, quindi, è più che necessario.

In Puglia, da circa quattro anni, sono stati legiferati due provvedimenti relativi ai vaccini per i sanitari. Il primo, nel 2018, era stato esaminato dalla Corte costituzionale, chiarendo che il testo non disponeva un "obbligo" vaccinale, ma fissava un principio diverso ossia che per ragioni di "organizzazione sanitaria" i sanitari non vaccinati vengono tenuti fuori dai reparti al fine di evitare, come affermato dalla Corte, "epidemie nosocomiali". In questo senso, quindi, la legge è stata salvata.

La seconda, invece, redatta un anno fa, estendeva al Covid-19 l’elenco delle vaccinazioni cui i sanitari devono sottoporsi per entrare nei reparti. Questa revisione aggiuntiva, come affermato da Emiliano, non è mai stata impugnata e quindi anche il secondo testo si era potuto salvare.

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