Allenatrice sospesa

La ginnasta 13enne in un tema: "Mi chiamava porchetta"

Il caso è davanti alla Procura della Federginnastica che sanzionerà l'istruttrice con una squalifica di un mese e mezzo circa.

La ginnasta 13enne in un tema: "Mi chiamava porchetta"
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Tiene banco, in questi giorni, l'affaire "Farfalle Azzurre": dopo che alcune ex atlete hanno raccontato di vessazioni psicologiche legate al controllo del peso, con ritmi massacranti e ingiurie che hanno cagionato, in certi casi, gravi disturbi alimentari.

E' in questo clima di allarme che si inscrive un altro fatto di cronaca. La protagonista è una ragazzina di soli 13 anni, una ginnasta, che in un tema si è sfogata raccontando il bullismo al quale sarebbe stata sottoposta dall'istruttrice. La prof di italiano non è stata a guardare: ha convocato i genitori della minore che ha raccontato di essere stata chiamata dall'allenatrice "porchetta, ippopotamo" e altri epiteti non certo adatti a contesti educativi.

La piccola ginnasta si sfoga in un tema: "Mi chiamava porchetta"

"Non mi sentivo adatta. Mi sentivo brutta, volevo dimagrire in quel momento volevo sparire ed ero in imbarazzo: tutte le mie compagne mi fissavano durante le esecuzioni, lei le lodava, faceva paragoni fra di noi anche se loro facevano un livello più basso. Tornata a casa, ebbi un attacco di panico. Volevo smettere con la ginnastica, non volevo più vedere nessuno. Ero spenta, ero lì davanti a lei e non potevo fare niente. Non riuscivo neanche a parlare, non ce la facevo più".

Parole pesanti quelle che una ginnasta 13enne ha affidato ad un tema. In quelle righe ha sfogato tutto il suo malessere, il forte disagio che la pressione psicologica della sua istruttrice le avrebbe procurato. Dopo che la prof di italiano ha fatto leggere il testo ai genitori, i parenti si sono subito attivati. La mamma, insieme a quella di una compagna, ha dato la propria testimonianza all'associazione ChangeTheGame.

Ora il caso è davanti alla Procura della Federginnastica che sanzionerà l'istruttrice con una squalifica di un mese e mezzo circa. Pesanti le accuse scritte nero su bianco:

"Arrivata in palestra tutte le mie compagne erano insieme, l'istruttrice le aveva mandate a riscaldare. Io e la mia compagna G. eravamo le uniche che dovevano riscaldarsi velocemente per poi provare subito gli esercizi. Finito il riscaldamento, facciamo le spaccate dalle sedie e ci guardavamo. Il nostro umore era cambiato perché sapevamo cosa ci aspettava. Finita anche la spaccata, prendiamo gli attrezzi, cominciamo a ripassare gli esercizi. Arriva il momento in cui dobbiamo farlo davanti a lei, alla nostra istruttrice, che fino a quel giorno ci aveva offeso e detto le peggio cose. Tocca a me, avevo ansia ed ero spaventata. Durante l'esercizio comincia a urlare di tutto e di più comincia a chiamarmi in tutti i modi: maiale, porchetta, ippopotamo. Già lì ero a pezzi, era solo metà esercizio. Volevo fermarmi, non continuare l'esercizio tanto sarebbe solo peggiorato ma non potevo. Alla fine dell'esecuzione mi dice che non ero capace, che ero pesante nei movimenti, che non andavo bene e soprattutto una cosa che mi fece stare davvero male: 'cambia sport'. Quella voce risuonava nella mia testa, andai in bagno scoppiai a piangere".

Le stesse offese rivolte alla campionessa

Fa quantomeno riflettere un evidente punto in comune che è possibile ravvisare in tutti questi racconti di ginnaste ed ex ginnaste. Il caso della 13enne sembra un copia incolla di quanto raccontato nelle scorse ore dell'ex campionessa delle Farfalle, Giulia Galtarossa:

"Sono arrivate a pesarmi anche 4 volte al giorno: era diventato un problema anche bere mezzo litro d'acqua dopo ore di allenamento. Una volta un'assistente dello staff mi ha urlato in un ristorante, un posto convenzionato con la federazione. Stavo sbucciando una pera. Entra e mi guarda con occhi sgranati, per poi dirmi: "Giulia, tu ti stai mangiando una pera?". Non potevo. Uno o due etti cambiavano la giornata in palestra. Una volta mi hanno dato una dieta e alla fine c'era scritto un messaggio per me: "Abbiamo un maialino in squadra".

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