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La classifica delle città più green d'Italia

Si basa su una percentuale del 100% di un centro urbano ideale: podio per Trento, Mantova e Pordenone

La classifica delle città più green d'Italia
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Trento, Mantova e Pordenone: sono queste le città sul podio della classifica 2023 di Legambiente e Ambiente Italiano della trentesima edizione di Ecosistema urbano. Si tratta della classifica dei capoluoghi di provincia più green di tutta Italia: 105 sono state le città finite sotto esame. E c’è anche qualche timido segnale positivo.

Ecosistema Urbano 2023: la classifica completa

La classifica si basa su una percentuale del 100% di un centro urbano ideale, con la media del nostro paese che è nettamente migliorata: dal 53,41% di 12 mesi fa al 56,41% attuali. Ma le grandi città restano lontane dal vertice, con i migliori piazzamenti fuori dalla top ten (Venezia, 11ª, Bologna, 23ª).

Il quadro generale 2023: Trento guida la graduatoria per performance ambientali seguita da Mantova e Pordenone. Al settimo posto Cosenza, prima città del Sud, alle sue spalle Cagliari 16ª e Oristano 22ª. Roma è solo 89esima, fanalino di coda per Caltanissetta (103 ª), Catania e Palermo (entrambe 105 ª). Oscillazione in negativo per Milano al 42esimo posto (la scorsa edizione era scesa al 38esimo posto), per Firenze che slitta al 53esima posto e Genova al 58esimo posto.

LA TOP TEN

Trento

Mantova

Pordenone

Treviso

Reggio Emilia

La Spezia

Cosenza

Forlì

Bolzano

Belluno

LA CLASSIFICA INTEGRALE

Posizione Città Punteggio
1 Trento 85,86%
2 Mantova 82,00%
3 Pordenone 81,41%
4 Treviso 79,87%
5 Reggio Emilia 76,80%
6 La Spezia 74,81%
7 Cosenza 73,61%
8 Forlì 73,39%
9 Bolzano 71,77%
10 Belluno 70,63%
11 Venezia 70,54%
12 Terni 69,95%
13 Cremona 69,65%
14 Rimini 69,61%
15 Pavia 68,70%
16 Cagliari 68,68%
17 Bergamo 68,67%
18 Parma 68,35%
19 Ferrara 67,24%
20 Verbania 67,09%
21 Brescia 66,10%
22 Oristano 65,98%
23 Bologna 65,22%
24 Perugia 65,16%
25 Trieste 64,46%
26 Lodi 63,97%
27 Macerata 62,97%
28 Pesaro 62,95%
29 Udine 62,81%
30 Gorizia 62,68%
31 Lucca 62,54%
32 Siena 62,43%
33 Cuneo 62,42%
34 Padova 62,13%
35 Ancona 62,12%
36 Ravenna 62,06%
37 Savona 61,72%
38 Pisa 61,61%
39 Nuoro 60,91%
40 Lecce 60,56%
41 Varese 60,23%
42 Milano 59,74%
43 Cesena 59,63%
44 Aosta 59,50%
45 Biella 59,41%
46 Piacenza 59,36%
47 Sondrio 59,31%
48 Livorno 59,13%
49 Vicenza 58,99%
50 Como 58,84%
51 Chieti 58,68%
52 Modena 58,47%
53 Firenze 58,32%
54 Imperia 57,57%
55 Matera 57,30%
56 Arezzo 56,80%
57 Teramo 56,74%
58 Genova 56,43%
59 Benevento 56,42%
60 Avellino 56,38%
61 Ascoli Piceno 55,44%
62 Rieti 55,03%
63 Asti 54,56%
64 Novara 53,97%
65 Prato 53,48%
66 Catanzaro 53,34%
67 Taranto 52,87%
68 Vercelli 52,38%
69 Brindisi 51,83%
70 Verona 50,63%
71 Rovigo 49,77%
72 Agrigento 49,69%
73 Grosseto 49,66%
74 Viterbo 49,18%
75 Pescara 49,12%
76 Frosinone 48,50%
77 Salerno 48,37%
78 Massa 48,35%
79 Potenza 48,04%
80 Sassari 47,67%
81 Enna 47,40%
82 Torino 46,73%
83 Lecco 46,27%
84 Monza 46,26%
85 L'Aquila 45,98%
86 Trapani 45,94%
87 Ragusa 45,55%
88 Caserta 45,14%
89 Roma 44,57%
90 Bari 44,27%
91 Campobasso 44,15%
92 Pistoia 43,01%
93 Foggia 42,71%
94 Siracusa 42,55%
95 Vibo Valentia 40,22%
96 Messina 40,05%
97 Isernia 39,22%
98 Napoli 39,12%
99 Reggio Calabria 38,59%
100 Crotone 37,70%
101 Alessandria 36,77%
102 Latina 35,79%
103 Caltanissetta 34,82%
105 Catania 20,86%
105 Palermo 20,86%

In 30 anni le città sono cresciute in termini di popolazione e dimensioni, ma nonostante lievi miglioramenti restano le croniche emergenze urbane: smog, auto circolanti, trasporti, perdite della rete idrica. In crescita raccolta differenziata e piste ciclabili. 

“Tallone d’Achille di questi 30 anni interventi troppo a compartimenti stagni. Serve una strategia e una cabina di regia nazionale che includa Governo, sindaci e comunità locali e risorse adeguate per interventi lungimiranti e innovativi non più rinviabili”, spiega Legambiente.

I dettagli delle migliori e peggiori città secondo diversi parametri:

Metropoli in affanno

Anche nel 2023 i grandi centri urbani faticano a rispondere alle emergenze urbane. Dallo smog (Torino, Milano, Bologna o Firenze), al traffico (Catania, Roma), alla difficoltà del sistema di Tpl (Roma, Catania), dai rifiuti (Palermo, Catania, Venezia, Firenze, Roma), alla dispersione di acqua potabile (Firenze, Catania, Bari), dal suolo consumato (Venezia), alla scarsa diffusione del solare termico e fotovoltaico (Napoli, Palermo, Torino, Roma) fino a chi fa fatica anche dove complessivamente le cose sembrano andare meglio come nella diffusione della ciclabilità (Napoli, Genova, Roma).

Numeri sempre elevati delle concentrazioni di biossido di azoto di Milano, Torino o Palermo o dei giorni di superamento dei limiti dell’ozono a Torino, il sempre alto numero di auto circolanti di Catania (78 auto ogni 100 abitanti). Sale al 16,3% (era al 15,4% lo scorso anno) la raccolta differenziata a Palermo, Catania si attesta al 26,2% e Napoli al 37,8% (il 35% era l’obiettivo normativo da raggiungere nel 2006), così come gli appena 9 viaggi procapite effettuati annualmente sul servizio di trasporto collettivo dai cittadini di Catania, o gli oltre 8 morti e feriti ogni 1000 abitanti per incidenti stradali registrati a Firenze o Genova.

Nessun miglioramento, ad esempio, per il tasso medio di motorizzazione dei comuni capoluogo italiani che si conferma, come trent’anni fa, a livelli tra i più alti d’Europa: 66,6 auto ogni 100 abitanti; è cresciuta la produzione complessiva di rifiuti (passando da una media pro capite di 455 kg/anno del ‘94 a 516 kg/anno nel 2022), e il trasporto pubblico è ancora lontano dalle medie europee ed è passato da 97 viaggi pro capire all’anno nel ’95 ai 65 viaggi pro capire all’anno nel 2022).

Bene raccolta differenziata e trasporto pubblico locale

I dati positivi sono soprattutto relativi ai progressi nel trasporto pubblico locale (comunque lontano dalle medie europee), ma anche, ad esempio, nella raccolta differenziata, dove la media dei capoluoghi è salita a 62,7%.

Cala anche la produzione dei rifiuti, da 526 a 516 kg annui pro capite, mentre cresce l’estensione delle isole pedonali e si registra qualche timido passo avanti sul fronte della qualità dell’aria

La sfida per città più sostenibili e vivibili è un traguardo ancora lontano, nonostante sui territori ci siano realtà e buone pratiche che vanno nella giusta direzione. Per accelerare questa rivoluzione urbana, in grado di affrontare anche la crisi climatica in atto, per Legambiente è fondamentale:

1) che si definisca una strategia urbana nazionale e una cabina di regia che includa Governo, sindaci e comunità locali;

2) che si mettano in campo interventi lungimiranti e innovativi non più rimandabili, prevedendo risorse adeguate e non tagli. Ad oggi ricorda Legambiente la rimodulazione dei fondi de PNRR prevede invece un taglio di circa 13 miliardi di euro destinati proprio ai comuni e alle città metropolitane.

3) che si replichino quelle buone pratiche già presenti sui territori e che Legambiente da 30 anni racconta anche con Ecosistema Urbano.

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