In provincia di Alessandria

Il miracolo della vita sul Frecciabianca: la piccola Anna nata grazie a due ostetriche in videochiamata

Il travaglio della donna è iniziato a bordo del treno ad alta velocità e non c'era più tempo da perdere. Fondamentale anche il contributo dei capitreno e di una passeggera di 86 anni

Il miracolo della vita sul Frecciabianca: la piccola Anna nata grazie a due ostetriche in videochiamata
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Il miracolo della vita in un caldo giorno di inizio luglio. E' successo in un posto insolito, diverso dalle tradizionali stanze dell'ospedale. Sì perché la piccola Anna aveva particolarmente fretta di nascere che ha colto di sorpresa la sua mamma mentre si trovava a bordo di un... Frecciabianca. Ed ecco che, senza perdere alcun momento, grazie anche al lavoro svolto da due ostetriche in videochiamata, la bimba è venuta al mondo proprio sul treno.

La piccola Anna nata sul Frecciabianca grazie a due ostetriche in videochiamata

"Ciao Daniela, sono su un treno e c’è una donna in travaglio, mi aiuti a farla partorire?".

E' iniziata più o meno così, come raccontato da Prima Alessandria, la telefonata che ha contribuito a far nascere una bambina sul Frecciabianca 8606 all'altezza di Arquata Scrivia, Comune della provincia alessandrina. E' successo verso le 12 di lunedì, 3 luglio 2023, quando la capotreno Loredana Ferreri, avvisata della presenza di una mamma in travaglio, si è messa immediatamente a cercare un medico.

La situazione si era fatta piuttosto impellente e non c'era più tempo da perdere. A bordo del convoglio ad alta velocità, fortunatamente, si trovava Isabella Carnero, operatrice sanitaria dell’Ospedale di Pisa, la quale senza esitare un secondo, è intervenuta per dare una mano alla donna che stava per partorire. L'Oss, tuttavia, per avere un supporto in quelle fasi delicate, ha deciso di contattare telefonicamente Daniela Sanfilippo, collega ostetrica a casa per riposo:

"La prima cosa che ho pensato, quando ho risposto alla chiamata, è stata a uno scherzo – racconta l’ostetrica Daniela Sanfilippo contattata da FSNews.it – poi quando ho capito che era tutto vero mi sono resa conto che la soluzione della videochiamata, proposta dai dipendenti di Trenitalia, fosse la migliore".

Il capotreno e il caposervizi Andrea Luschi propongono così di far seguire il parto in videochiamata all'ostetrica. L'insolito quartetto si mette in moto. Il caposervizi riprende con il telefono quello che sta succedendo, il capotreno cerca di supportare emotivamente e fattivamente la mamma, l’ostetrica da casa coordina le operazioni istruendo l’operatrice sanitaria che fa nascere la piccola Anna.

"Il personale di Trenitalia è stato perfetto, ha collaborato in ogni manovra, così come i viaggiatori – racconta Isabella Carnero, operatrice sanitaria – la mamma si è sentita protetta mentre stava dando alla luce la sua seconda figlia".

Fondamentale il contributo di una viaggiatrice di 86 anni che dalla valigia tira fuori asciugamani puliti e profumati per accogliere al meglio la piccolina.

"Ho capito, inoltre, che tutte le stelle si erano allineate quando, chiedendo degli asciugamani, una viaggiatrice di 86 anni ha aperto la sua valigia e me li ha dati. Erano profumati, puliti e perfino stirati. Una roba di altri tempi".

Il treno ha fatto 30 minuti di ritardo, ma nessuno si è lamentato

A causa dell'insolito imprevisto, il convoglio ferroviario ha tardato 30 minuti prima di raggiungere la destinazione finale. Nessuno però si è lamentato dell'arrivo in ritardo.

Un viaggio, indimenticabile, in cui i destini di sei persone si sono incrociati rendendo possibile il miracolo della vita. La piccola Anna, insieme alla mamma di nazionalità straniera, è stata trasportata all’Ospedale San Giacomo di Novi Ligure dalla Croce Verde salita sul treno dopo il parto.

"Si è trattato di una giornata di lavoro davvero particolare e, ovviamente, senza precedenti – racconta il capotreno Loredana Ferreri – e tutto è andato per il meglio. Sono felice di aver contribuito a questo bel momento. Lavoro in Trenitalia dal ’95, e questo penso resterà il giorno più adrenalinico e bello della mia carriera professionale".

Parto in strada: altri due casi

Oltre alla vicenda della piccola Anna e della sua mamma che ha partorito sul Frecciabianca, nei primi mesi di quest'anno vi avevamo raccontato altri due episodi che hanno visto la nascita di bambini con un parto avvenuto lontano dall'ospedale.

Il 29 gennaio 2023, a Vazzola, provincia di Treviso (Veneto), il piccolo Anas è venuto al mondo in auto a bordo strada. Il bimbo aveva una gran voglia di nascere, al punto tale che non ha consentito alla sua futura mamma di raggiungere l'ospedale di Treviso dove la donna, insieme al compagno, si stava dirigendo a bordo di un'ambulanza. Vediamo però nel dettaglio come si sono svolti i fatti.

Verso le 22 è arrivata al Suem 118 la concitata chiamata del futuro papà. Partito da Vazzola in macchina con la moglie si è accorto che le contrazioni si facevano sempre più ravvicinate e si prospettava la possibilità di un parto precipitoso. Il parto in ambulanza, quindi, è andato per il meglio.

I genitori del bimbo, un fagottino di poco più di 3 chilogrammi, nato in auto a bordo strada, hanno deciso di chiamarlo Anas. Seppur involontario, l'omaggio all'Anas (Azienda Nazionale Autonoma delle Strade Statali) ci sta tutto per un bimbo nato a bordo strada... In realtà i genitori sono di origine araba e Anas nella loro lingua significa cordialità, ma anche amico o intimo, dal nome di Anas ibn Malik, uno dei compagni del profeta Maometto (in Italia risultano 2.503 maschi con questo nome, sono 8.782 in Francia).

Quasi un mese più tardi, invece, a Torino (Piemonte), si è verificata una vicenda molto simile che però ha visto come protagonista un tassista. E' successo il 19 febbraio 2023 tra le strade del capoluogo piemontese. Ivana Barison, una socia della cooperativa Taxi Torino, una volta giunta in via Chatillon, si è accorta che ad attenderla c'era un'intera famiglia con padre, madre e tre bambine. La destinazione finale era l'ospedale Sant'Anna di Torino perché la donna era in travaglio.

Ivana Barison

"Lui voleva che andassimo tutti insieme in ospedale ma io non potevo caricare cinque persone. Avrebbe dovuto specificarlo nella telefonata anche se, naturalmente, nella concitazione del momento non deve averci pensato".

A salire sul taxi, così, è stata solo la partoriente.

"Durante il tragitto ho cercato - continua Ivana - di mantenere la calma. 'Respiri', le dicevo, 'stia serena'". Ma già dopo poche centinaia di metri, all'altezza dell'incrocio fra corso Novara e corso Giulio Cesare, la passeggera ha cominciato a esclamare 'ho le spinte' e quindi mi sono diretta verso il Maria Vittoria, a clacson spianato e con uno straccetto messo a sventolare fuori dal finestrino per chiarire agli altri automobilisti che si trattava di una situazione di emergenza.

Quando siamo arrivati davanti all'ospedale e ci siamo fermati le ho sfilato i pantaloni. La testina della bimba era già fuori. I sanitari sono arrivati subito dopo e devo ammettere che si sono dovuti occupare anche di me. Ma è stata un'esperienza bellissima. E ora sono davvero molto felice".

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