Guerra nucleare, il piano dell'Italia: al chiuso per due giorni con le finestre sbarrate
Si lavora per la pace ma intanto il Ministero della Difesa ha aggiornato il protocollo del piano sicurezza nel caso la situazione degenerasse.
Diciamolo subito, a scanso di equivoci: la guerra nucleare è uno scenario al momento lontano, ma non si può escludere del tutto. E così per non farsi trovare impreparata l'Italia ha aggiornato il suo piano d'emergenza. A un mese dall'invasione russa in Ucraina si spera nella pace e nella fine del conflitto, ma ci si prepara anche agli scenari peggiori.
E di fronte all'incubo del nucleare la prima indicazione ipotizzata fa venire i brividi: al chiuso per due giorni con le finestre sbarrate.
Guerra nucleare, il piano di emergenza italiano
In queste ultimissime ore dal presidente dell'Ucraina Zelensky è arrivata un'apertura su una possibile "trattativa" con Mosca mettendo sul tavolo l'ipotesi della "neutralità" e di un compromesso sulla regione contesa del Donbass.
Nei giorni scorsi invece il presidente Usa Joe Biden non è certo stato tenero nel suo giudizio nei confronti di Putin. Quasi in contemporanea l'Unione europea e il Consiglio europeo proseguono sulla strada della diplomazia e dell'approntare nuove e più pesanti sanzioni alla Russia, cercando tra l'altro la strada dell'indipendenza energetica dalla Russia.
In questo scenario però lo spettro del nucleare fa paura. E l'Italia, in questo senso ha appena aggiornato il suo piano d'emergenza.
Al chiuso per due giorni con le finestre sbarrate
Nella fattispecie il piano approntato dal Governo e in particolare dal Ministero della Difesa è strutturato su due livelli: una pianificazione a livello provinciale e una a livello nazionale.
In particolare sono stati monitorati e attenzionati luoghi e modalità che possano assicurare, in un'eventuale stato di così particolare emergenza, la continuità dell'azione di Governo. Una previsione che da una parte poi prevede la tutela della vita economica, produttiva e logistica del Paese e dall'altra scongiurare impatti catastrofici sulla popolazione.
E nell'ipotesi dell'utilizzi di armi nucleari si prospetterebbe l'obbligo di osservare misure decisamente stringenti per preservare la salute e l'incolumità della popolazione, come appunto restare chiusi in casa per due giorni con le finestre completamente sbarrate.
Gli scenari da incubo
Gli scenari più inquietanti sono quelli legati al rischio N (nucleare) e R (radioattivo).
Nell'aggiornamento del piano sono previsti luoghi sensibili e infrastrutture critiche (scuole, ospedali, metropolitane, strade trafficate) e le possibili contromisure da adottare da parte appunto della popolazione: l'utilizzo dello iodio stabile, per fare in modo che lo iodio radioattivo non si fissi alla tiroide, e il riparo al chiuso, cioè l'obbligo di rimanere dentro casa con porte e finestre chiuse in modo da non respirare aria contaminata.
Se invece i valori di radioattività fossero troppo alti è previsto l'allontanamento della popolazione con protocolli ben definiti.
Un'ipotesi evidentemente che nessuno vuole nemmeno pensare, anche se queste situazioni hanno fatto drammaticamente tornare di attualità la questione dei bunker atomici.