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Green pass: giovedì l'estensione. Prima i lavoratori del settore pubblico, poi i privati

Se ne parlerà nel prossimo Consiglio dei ministri, che dovrebbe tenersi mercoledì.

Green pass: giovedì l'estensione. Prima i lavoratori del settore pubblico, poi i privati
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Prima i lavoratori del settore pubblico  e delle partecipate, poi quelli delle aziende private. Domani, giovedì 16 settembre 2021, sarà il giorno dell'estensione del Green pass. Dopo il rallentamento della scorsa settimana, quando l'obbligo della certificazione verde era stato allargato solo a chi accede alle scuole e alle Rsa, ora è in arrivo una decisa accelerazione. Che riguarderà non soltanto i dipendenti pubblici, ma tutti i lavoratori. Anche se sulle tempistiche il dibattito è ancora acceso.

Ad aprire all'allargamento del certificato ai privati era stato nei giorni scorsi il ministro dello Sviluppo economico Riccardo Giorgetti (nonostante i dubbi del suo partito, la Lega).

Green pass, giovedì il giorno decisivo

Giovedì il premier Mario Draghi riunirà il Cdm, probabilmente preceduto da una Cabina di regia. La decisione quantomeno sul pubblico è cosa certa, anticipata anche dalle parole del primo ministro, che ieri a Bologna ha fatto capire bene quali sono le intenzioni dell'Esecutivo:

"Le cose vanno fatte perché si devono fare, non per avere un risultato immediato. E vanno fatte anche se impopolari"

Dall'incontro dei ministri dovrebbe scaturire una tempistica più precisa. Probabile - a oggi, ma le sorprese sono dietro l'angolo - un primo step con lavoratori delle Pubbliche amministrazioni, delle partecipate e di quei settori per cui è richiesto il Green pass all'utenza (bar, ristoranti, cinema, teatri, mezzi pubblici a lunga percorrenza).

A seguire è attesa l'estensione anche per il settore privato, per il quale il Governo ha già incassato il placet di  sindacati e Confindustria, anche se con alcune specifiche di cui tenere conto, in particolare per quanto riguarda il costo dei tamponi.

Le perplessità della Lega

A spianare la strada era stato proprio Giorgetti, che ha sposato la linea dei governatori leghisti, in opposizione a quella del leader del partito Matteo Salvini. Rimangono comunque nel partito alcune perplessità sul tema, che saranno probabilmente al centro del confronto di giovedì.

"L’esigenza delle aziende è  avere la sicurezza per chi opera nei reparti. Dunque credo che si andrà verso un’estensione senza discriminare nessuno, possibilmente. Soltanto un contagiato, al netto delle conseguenze sanitarie, rischia di far chiudere tutta l’azienda. Dobbiamo dare un sistema di certezze sia sotto il profilo sanitario che sotto il profilo dell’organizzazione del lavoro"

Una dichiarazione che di fatto ha sconfessato quello che solo una settimana fa aveva detto il Capitano ("Ho parlato con Draghi, non ci sarà alcun Green pass obbligatorio per tutti i lavoratori"), anche se lo stesso Giorgetti ha negato con decisione frizioni interne al partito.

Green pass, le tappe

Già qualche giorno fa si era parlato di un sostanzioso ampliamento delle categorie per le quali è previsto l'obbligo di Green pass. Poi, a seguito di un confronto interno all'Esecutivo (e soprattutto alle pressioni della Lega), si era deciso di procedere per gradi. Obbligo esteso subito a chi accede alle scuole (personale delle mense e delle aziende di pulizie, ma anche i genitori, non senza polemiche) e alle Rsa, con obbligo vaccinale per chi lavora nelle case di riposo a partire dal 10 ottobre.


Ora, però, sembra giunto il momento per un ulteriore step, che potrebbe arrivare in due tappe. A metà settimana, nel corso di una nuova riunione del Consiglio dei ministri, l'obbligo dovrebbe essere esteso ai dipendenti pubblici e anche alcuni del settore privato. In particolare di quei settori dove è richiesto il Green pass ai clienti (bar, ristoranti, palestre...).

L'incognita trasporti

Tra le categorie che potrebbero rientrare negli obblighi "estesi"  ci sono pure i lavoratori dei trasporti pubblici locali, anche se da questo punto di vista la situazione appare un po' più complessa.

Il presidente del Consiglio Mario Draghi ha dato mandato  di studiare ogni aspetto della materia, raccogliendo anche le osservazioni di sindacati e imprese (che hanno già dato un parere di massima favorevole anche all'obbligo vaccinale, seppur con qualche "clausola").  La valutazione finale sarà però in capo alla politica, con una riunione nei prossimi giorni in Cdm.

 

 

 

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