gli scenari futuri

Abolizione del Green pass possibile a fine marzo: le date chiave

Occhi puntati sul 31 marzo e sul 15 giugno. Ecco cosa può cambiare.

Abolizione del Green pass possibile a fine marzo: le date chiave
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Prima le mascherine all'aperto, poi quelle al chiuso e infine il Green pass. Con l'avvio dell'eliminazione delle misure restrittive il Governo segna la transizione verso la normalità post-Covid. Della quale potrebbe far parte un futuro senza certificato verde. Nei giorni scorsi il sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha aperto infatti all'abolizione del pass, richiesta da sempre più parti. E spuntano alcune date chiave.

Quando sarà abolito il Green pass?

Dopo l'ordinanza con cui il ministro della Salute Roberto Speranza ha disposto l'eliminazione delle mascherine all'aperto anche in zona rossa dall'11 febbraio, è tornato d'attualità il tema del Green pass. E sull'abolizione Costa si è detto possibilista:

"Ora siamo all'inizio di una nuova fase, con la solita gradualità si allenteranno le altre misure come le mascherine al chiuso e il Green pass. Con l'abolizione dello stato di emergenza è uno scenario possibile",  ha affermato il sottosegretario.

Questo non vuol dire che il Governo disconosca il provvedimento. Anzi. Costa ritiene che abbia avuto una grande influenza sulla campagna vaccinale:

"In una fase iniziale il Green pass ha permesso le riaperture, è uno strumento che ci ha aiutato. Ha avuto anche la funzione di monitorare i contagi e incentivare le vaccinazioni".

Due date chiave

Non ci sono ovviamente tempistiche (sull'abolizione dell'obbligo di mascherine al chiuso è possibile ipotizzare il 31 marzo, data di scadenza dell'ordinanza di Speranza), ma è possibile ipotizzare che quella al Green pass non sarà una rinuncia tout court. Il Governo sulle misure pandemiche ha sempre proceduto per gradi e tutto fa pensare che possa essere altrettanto anche questa volta.

Due sono le date chiave:

Il 31 marzo

A fine marzo scade infatti lo stato di emergenza, che non sarà quasi certamente rinnovato dal Governo.  Potrebbe essere in quell'occasione che verranno allentate alcune delle misure sul Green pass. L'ipotesi al momento più accreditata è quella dell'eliminazione del Super Green pass per le attività all'aperto, magari sostituendolo con quello base (per il quale basta il tampone). Dunque potrebbe esserci il via libera per ristoranti e bar (all'esterno), stadi e sport di squadra.

Contestualmente, potrebbe decadere l'obbligo di presentare il certificato verde nei negozi o quantomeno in alcuni (banche e poste principalmente, ma anche parrucchieri ed estetiste).

E potrebbe essere  valutata la possibilità di lasciare libero accesso ai mezzi del trasporto pubblico locale, mantenendo il Green pass soltanto per quelli a lunga percorrenza.

Il 15 giugno

Altra data importantissima è il 15 giugno. In quella data   scadono l'obbligo vaccinale per gli over 50 e l'obbligo di presentazione sul posto di lavoro del Super Green pass sempre per gli ultracinquantenni, che parte dal 15 febbraio.

 Potrebbe essere  dunque quella la data dell'abbandono definitivo del certificato verde in tutta Italia.

All'estero, invece, potrebbe essere diverso. L'Europa ha deciso di prorogare il Green pass fino al 30 giugno 2023, ma solo per gli spostamenti tra i Paesi membri Ue. Ciascun Governo, entro i suoi confini, è libero di scegliere cosa fare.

Bassetti: "Eliminarlo in primavera"

Tra i tanti a favore dell'eliminazione del Green pass c'è anche il noto infettivologo Matteo Bassetti, che pochi giorni fa ha sostenuto che il pass non è più necessario, suggerendone l'eliminazione da marzo.

"Se il suo obiettivo era quello di far vaccinare la popolazione, probabilmente entro la fine di marzo dovremmo raggiungere l'immunità di sicurezza, con oltre il 95% degli italiani vaccinati. Forse varrebbe la pena lasciarlo per chi deve prendere un aereo o un treno di lunga percorrenza, ma per gli altri usi se ne potrebbe fare a meno".

Ricciardi frena: "Serve ancora"

Dall'altra parte della "barricata" il consulente del ministero della Salute Walter Ricciardi, che vedrebbe di buon occhio una proroga:

"Serve ancora. Insieme alla vaccinazione deve diventare uno dei due perni della nuova normalità. Se li togliamo, siamo a rischio. Sarebbe la terza volta che facciamo lo stesso errore, il terzo anno in cui pensiamo che tutto sia finito e poi ci troviamo con la curva che risale. Deve essere chiaro a tutti: il virus circola ed è temibile".

 

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