Domani, martedì 25 novembre 2025, anche l’Italia celebra la Giornata Internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Una ricorrenza che, anno dopo anno, sembra somigliare sempre più a un monito inascoltato.
Le leggi esistono, ma mostrano una fragilità evidente nella loro applicazione. I sistemi di prevenzione faticano a intercettare situazioni di abuso fino a quando non deragliano, l’educazione al rispetto e all’uguaglianza continua a essere insufficiente e troppe donne continuano a morire.
25 novembre 2025, ancora troppi femminicidi
I dati del 2025 restituiscono un quadro contraddittorio. I femminicidi risultano in leggera flessione, ma aumentano i tentati omicidi, crescono in modo significativo gli accessi al Pronto soccorso e il numero delle denunce.
Numeri che raccontano una realtà meno visibile ma ancora profondamente radicata: un mondo sommerso fatto di relazioni tossiche, violenza psicologica, controllo, isolamento, paura.
E mentre in tutto il Paese si moltiplicano eventi, cortei, incontri di sensibilizzazione contro la violenza di genere, gli episodi di cronaca continuano a ricordare che il fenomeno è tutt’altro che arginato.
35enne accoltellata dall’ex a Napoli
Due tentati femminicidi sono avvenuti soltanto nella giornata di sabato 22 novembre. Una delle aggressioni più gravi è avvenuta nella serata a Qualiano, nel Napoletano. Una donna di 35 anni è stata colpita con almeno sette coltellate nel piazzale vicino alla propria abitazione.
Nonostante le ferite – due all’addome, altre alla testa, alle braccia, alle gambe e alla mano – la vittima è stata trovata cosciente dai sanitari e trasportata immediatamente in ospedale, dove è ancora ricoverata in prognosi riservata.
Il presunto aggressore è il suo ex compagno: un 29enne già denunciato in passato per maltrattamenti e sottoposto ai domiciliari con braccialetto elettronico. L’uomo è stato individuato grazie alla testimonianza della donna e alle immagini di videosorveglianza, poi arrestato dai carabinieri e trasferito in carcere.
Secondo i medici, il pericolo di vita per la vittima sarebbe stato scongiurato, ma le sue condizioni restano serie.
75enne accoltellata dall’ex a Genova
Sempre sabato, a Montoggio, nell’entroterra genovese, un uomo di 67 anni ha accoltellato l’ex compagna di 75 anni durante una lite nella casa della donna. L’ha colpita più volte prima di fuggire nei boschi.
A dare l’allarme sono stati alcuni vicini che hanno sentito urla provenire dall’abitazione. La vittima, trovata con sei ferite, è stata trasferita in codice rosso all’ospedale San Martino tramite elisoccorso, ma non sarebbe in pericolo di vita.
Le ricerche dell’aggressore sono durate diverse ore e si sono concluse nel cuore della notte, quando è stato individuato nei pressi di Casella, in stato di ipotermia ma sostanzialmente illeso. È ora accusato di tentato omicidio.
Gli aspetti più critici del fenomeno
I due episodi, avvenuti nello stesso giorno a centinaia di chilometri di distanza, hanno un drammatico filo comune. Entrambi gli aggressori erano ex partner, entrambe le donne avevano interrotto una relazione che si era trasformata in violenza.
E questo resta uno degli aspetti più critici del fenomeno: la violenza domestica e nelle relazioni affettive continua a rappresentare la forma più diffusa e letale di abuso contro le donne.
La difficoltà nel far emergere le situazioni di rischio, la lentezza dei sistemi di protezione, la mancanza di una rete di sostegno solida e tempestiva rimangono nodi strutturali irrisolti.
Il post-it per dire no alla violenza
Nel frattempo, si continua però a sensibilizzare, l’unico strumento che abbiamo è quello. E tra le iniziative più interessanti c’è quella organizzata al Vaticano, il post-it per dire no alla violenza.
La Polizia di Stato ha parcheggiato infatti in piazza Pia il camper rosa, il mezzo nato con la campagna “Questo non è amore” per proteggere e dare ascolto e informazioni a quelle donne che richiedono aiuto.
“Ci sono storie che sono confinate tra le mura domestiche che non riusciamo a intercettare, ci sono donne che non hanno il coraggio di denunciare, non sono consapevoli che ciò che vivono. Con una semplice frase, scrivendo per noi cosa non sia amore in un post-it, possiamo sperare che una donna si riconosca in quelle parole e capisca che quello che vive non è normale e che c’è un posto dove può chiedere aiuto”, spiega Elisabetta Accardo, portavoce del questore di Roma.
