Crollo Marmolada: lo stato di salute dei ghiacciai italiani non è dei migliori
I glaciologi sono sicuri: entro il 2100, l'80% dei ghiacciai italiani andrà incontro al rischio di scioglimento.
Un disastro che ha lasciato tutti senza parole, ma che, inevitabilmente ci pone davanti agli occhi una problematica attuale che desta grandissima preoccupazione. La tragedia della Marmolada, con il crollo del ghiacciaio nel pomeriggio di domenica 3 luglio 2022, non può non farci riflettere sullo stato di salute dei ghiacciai italiani: una situazione critica che, come già accennato, è caratterizzata dal fatto che non si è vista mai così poca neve in 15 anni. Lo scenario che si prospetta, quindi, come reso noto dai glaciologi, è che l'80% dei ghiacciai della nostra Penisola, entro il 2100, andranno incontro al rischio di sciogliersi completamente.
Intanto (sono le 18 di mercoledì 6 luglio 2022) è cambiato ancora il bilancio della tragedia: da 5 sono rimasti solo 2 dispersi, il ritrovamento di 3 cadaveri ha fatto salire a 9 le vittime ufficiali, i feriti in ospedale restano al momento 7
LEGGI: Tragedia Marmolada: bilancio morti, feriti e dispersi IN AGGIORNAMENTO
Crollo Marmolada, la situazione dei ghiacciai italiani
IL VIDEO:
C'è una data su tutte che probabilmente è particolarmente simbolica: il 2100. Entro quella data, secondo i glaciologi, l'80% dei ghiacciai italiani si discioglierà o quantomeno rischierà di sciogliersi. Questo a causa dell'aumento delle temperature e del surriscaldamento globale che li rende sempre più fragili sottili, soprattutto quelli che si trovano al di sotto dei 3.500 metri di altitudine.
Quanti sono però i ghiacciai in Italia? Attualmente nella nostra Penisola se ne contano 903, aumentati negli ultimi 60 anni rispetto agli 838 registrati a fine anni '50. Questo incremento, tuttavia, non è una contraddizione rispetto a quanto affermato in precedenza poiché la spiegazione di questo aumento del numero dei ghiacciai è da legare sostanzialmente alla frammentazione di quelli più grandi che, separandosi, e quindi frammentandosi, hanno dato origine e vita ad altri ghiacciai, ma ovviamente con una superficie inferiore.
Rispetto all'ultima rilevazione del catasto dei ghiacciai italiani che è stata fatta appunto alla fine degli anni '50, la loro superficie glaciale è diminuita del 30%, passando da 527 km quadrati a 370 km quadrati, riducendosi sostanzialmente di quasi 3 km quadrati all'anno per un totale che più o meno è grande quanto il Lago di Como.
Nel nostro Paese ci sono tre ghiacciai che hanno una superficie superiore ai 10 km quadrati: questi sono il Ghiacciaio dei Forni nel Parco dello Stelvio, il Miage in Valle d'Aosta e poi il ghiacciaio dell'Adamello situato nel Parco dell'Adamello che è il più grande d'Italia e probabilmente anche il più frequentato dagli escursionisti.
LEGGI ANCHE: Come si sono salvati i superstiti sulla Marmolada. La sorella di una dispersa: "Perché nessuno li ha fermati?"
Qual é quindi la situazione dal punto di vista escursionistico degli altri ghiacciai? I principali ghiacciai dell'arco alpino restano aperti, a parte la Marmolada che appunto è stata chiusa. In questo momento è possibile fare delle escursioni su questi ghiacciai soltanto per un breve periodo.
LEGGI ANCHE: Tragedia Marmolada: bilancio morti, feriti e dispersi IN AGGIORNAMENTO