Cosa è la prestazione universale per gli anziani non autosufficienti e cosa c'entra il cohousing
Destinata agli ultraottantenni non autosufficienti, con un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un Isee inferiore a 6.000 euro; ma la vera rivoluzione potrebbe essere la casa condivisa
Il nuovo decreto legislativo, in attuazione della delega sulle politiche in favore delle persone anziane, è stato approvato dal Consiglio dei ministri il 25 gennaio. La sua principale innovazione riguarda l'assistenza agli anziani, con l'introduzione della "prestazione universale" che coinvolgerà circa 25.000 anziani a partire dal 2025.
L'assegno di accompagnamento, attualmente di 531,76 euro, sarà incrementato da un'altra quota, portandolo a 1.380 euro, al fine di coprire le spese per badanti e altri servizi.
I requisiti per rientrare nell'agevolazione sono stringenti. Tutti i dettagli.
Prestazione universale: approvato il sostegno ad anziani non autosufficienti
La prestazione universale è destinata agli ultraottantenni non autosufficienti, con un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un Isee inferiore a 6.000 euro. La misura è sperimentale per due anni, con una tranche di oltre un miliardo di euro, di cui 300 milioni sono destinati specificamente alla prestazione universale.
Il viceministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Maria Teresa Bellucci, sottolinea che questa riforma è attesa da oltre 20 anni e risponde alla necessità dell'Italia, la prima nazione in Europa per numero di anziani.
Gli obiettivi
La riforma ha diversi obiettivi, tra cui prevenire l'isolamento degli anziani, aumentare l'assistenza sociale e sanitaria, promuovere la telemedicina e la teleassistenza, nonché l'assistenza domiciliare integrata. La valutazione multidimensionale unificata (Vmu) sarà introdotta a livello nazionale per orientare gli anziani e determinare la condizione di non autosufficienza. Nuovi servizi includono l'assistenza e le cure domiciliari integrate, servizi residenziali e semiresidenziali socioassistenziali e sociosanitari, oltre al potenziamento delle reti locali delle cure palliative.
Tempistiche, cifre e requisiti
La prestazione universale, denominata "assegno di assistenza", sarà erogata sperimentalmente dal 1° gennaio 2025 al 31 dicembre 2026. Gli anziani che ne hanno diritto devono avere almeno 80 anni, un livello di bisogno assistenziale gravissimo e un Isee non superiore a 6.000 euro. La quota fissa, pari a 527,16 euro mensili, corrisponde all'indennità di accompagnamento, mentre la quota integrativa di 850 euro mensili è destinata a coprire il costo del lavoro di cura e assistenza.
Il quadro italiano
Va ricordato, come confermato dai requisiti, che la prestazione universale non è estesa a tutti gli anziani in Italia. La Premier Giorgia Meloni sottolinea che nonostante ciò, con questa riforma, il governo fornisce risposte concrete ai bisogni dei oltre 14 milioni di anziani nel paese. La speranza è che la riforma contribuisca a scongiurare l'isolamento, promuovere una vita attiva per gli anziani e favorire il rapporto intergenerazionale.
I dati sulla popolazione anziana in Italia indicano che al 1° gennaio 2023, la popolazione ultraottantacinquenne è di 14 milioni 177mila individui, costituendo il 24,1% della popolazione totale. Gli ultracentenari raggiungono il loro livello più alto, sfiorando le 22 mila unità al 1° gennaio 2023, principalmente donne con percentuali superiori all'80% dal 2000 a oggi.
Si punta (anche) sul cohousing
Particolare attenzione è rivolta al tema del cohousing, che rappresenta una soluzione abitativa innovativa perché risponde alle esigenze di una popolazione anziana in crescita.
Questo decreto, interpretato nel contesto più ampio delle politiche abitative e del welfare, sottolinea l’importanza di modelli abitativi alternativi al classico nucleo familiare, in particolare per la popolazione anziana. Il cohousing per anziani si configura come una forma di abitazione condivisa, dove gli spazi privati sono affiancati da aree comuni, come cucine, sale da pranzo, e giardini.
Questa modalità abitativa promuove non solo una maggiore socializzazione, ma anche un modello di assistenza reciproca tra gli abitanti, elemento particolarmente rilevante per gli anziani. Inoltre, il cohousing può integrare servizi specifici per l’età, come assistenza sanitaria e attività ricreative.
PROGETTO DI COHOUSING NEL COMUNE DI ALBIANO
I vantaggi, sono significativi:
- la riduzione dell’isolamento sociale;
- promuove un maggior senso di comunità e supporto reciproco;
- può risultare più sostenibile, sotto l’aspetto economico, grazie alla condivisione di spazi e risorse.
- La coabitazione solidale.
Il decreto prevede anche il cohousing intergenerazionale: mira ad integrare giovani in condizioni svantaggiate rappresenta una soluzione abitativa innovativa e socialmente responsabile.
Questa varietà di soluzioni abitative riflette un approccio flessibile, capace di adattarsi a diverse esigenze e preferenze degli utenti. Inoltre, la possibilità di includere familiari, volontari e prestatori di servizi sanitari e sociali nelle strutture di coabitazione, arricchisce il valore comunitario e di supporto reciproco di tali iniziative.
Le linee guida per il cohousing
Il decreto prevede la redazione di linee guida entro centottanta giorni dalla sua entrata in vigore. Le linee guida avranno lo scopo di definire le caratteristiche e i contenuti essenziali degli interventi e dei modelli di coabitazione solidale domiciliare.
Alla stesura di tali linee guida potranno partecipazione di esperti e rappresentanti di enti e associazioni. Ciò rappresenta un esempio di approccio collaborativo e multidisciplinare, fondamentale per affrontare tematiche di tale complessità e rilevanza sociale.
Un quadro che conferma la necessità di creare adeguate politiche di sostegno a questa nutrita frangia, ma che chiama inevitabilmente anche un'altra riflessione.
L'Italia è alle prese con un inverno demografico significativo, affiancare politiche di sostegno alle famiglie con figli, in particolar modo tutelanti per le donne che necessitano di conservare il proprio lavoro, risulta infatti altrettanto urgente si si vuole tenere in piedi il sistema Paese.
Il cohousing, in tal senso, potrebbe essere utile anche per i giovani costretti a spostarsi per studiare e alle prese con affitti proibitivi nelle principali città universitarie nostrane.