l'evoluzione del collegio

Conclave, com'è cambiata la composizione dal 1963 al 2025: per la prima volta i cardinali europei non rappresentano la maggioranza

Sotto il pontificato di Papa Francesco, gli elettori sono ampiamente aumentati sforando anche il tetto dei 120 imposto da Paolo VI

Conclave, com'è cambiata la composizione dal 1963 al 2025: per la prima volta i cardinali europei non rappresentano la maggioranza
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Entro domenica 11 maggio 2025, al culmine dei venti giorni canonici che seguono la morte di papa Francesco, la porta della Cappella Sistina si chiuderà con il rituale extra omnes e il  conclave avrà inizio. A decidere il 267º successore di Pietro saranno 135 cardinali elettori: un collegio mai così globale (per la prima volta la maggioranza proviene da fuori Europa) e così plasmato dal pontefice uscente, che ne ha creati ben 108.

Fra pronostici, "papabili" e inevitabili sorprese (nel 2013 Jorge Mario Bergoglio non figurava in cima alle liste), conoscere chi siede in Sistina è il primo passo per capire dove potrebbe orientarsi la Chiesa cattolica nel prossimo decennio.

La composizione attuale del collegio cardinalizio

In totale i cardinali sarebbero molto di più ma stante la norma di Paolo VI del 1970, solo gli under 80 possono votare. Gli altri 117 cardinali ultraottantenni restano dunque fuori, pur mantenendo titolo e prerogative liturgiche. L'età media del collegio cardinalizio è di 72 anni ma considerando solo i 108 creati da Bergoglio la media scende fino a 62. Sono invece soltanto 16 gli elettori sotto i 60 anni. Il più giovane in assoluto è Mykola Bychok, 45 anni, eparca per la diaspora ucraina in Oceania, creato cardinale il 7 dicembre 2024.

Per motivi di salute intanto, hanno già rinunciato a partecipare lo spagnolo Antonio Cañizares e l’arcivescovo emerito di Sarajevo Vinko Puljić; incerta invece la posizione del sardo Angelo Becciu, condannato in primo grado per il caso London Palace ma deciso a presentarsi. Se le defezioni fossero confermate, il numero effettivo di votanti scenderebbe a 132. Qualunque sia il numero finale dei presenti, serviranno i due terzi dei suffragi (88 voti se gli elettori restano 132; 90 se sono 135).

Conclave, l'evoluzione del collegio cardinalizio
Qualunque sia il numero finale dei presenti, serviranno i due terzi dei suffragi (88 voti se gli elettori restano 132; 90 se sono 135)

SU 135 CARDINALI ELETTORI:

  • Creati da Francesco (2013‑2025): 108 elettori (80%)
  • Creati da Benedetto XVI: 22 (16 %)
  • Creati da Giovanni Paolo II: 5 (4 %)

I tanti cardinali scelti da Papa Francesco hanno inoltre cambiato la mappa del Sacro Collegio rendendola molto più distribuita su tutto il globo e rendendo difatti improbabile un’elezione pilotata dal tradizionale asse europeo: minoranze linguistiche e culturali dovranno necessariamente convergere su figure capaci di mediare tra sensibilità continentali molto diverse.

L'Europa presenterà comunque la maggior parte degli elettori con ben 50 cardinali (37%) ma vent'anni fa erano oltre il 50%. L'America Latina - terra di Papa Francesco - tocca il suo record storico con 31 elettori (23%), subito dietro Asia e Africa rispettivamente con 24 (18%) e 22 (16%) cardinali elettori. In calo il numero del Nord America con 6 rappresentanti (4%), chiude l'Oceania con soli due elettori (1%).

Un po' di storia del Conclave

La parola conclave (dal latino cum clave, "sotto chiave") nacque ufficialmente nel 1270, quando gli abitanti di Viterbo – stanchi di tre anni di indecisione dopo la morte di Clemente IV – chiusero i cardinali a chiave nel Palazzo Papale e scoperchiarono parte del tetto costringendoli a scegliere rapidamente: elessero papa Gregorio X. In realtà la pratica di riunire i cardinali in un luogo segreto risale ad almeno un secolo prima: il 24 gennaio 1118 Gelasio II fu scelto “cum clave” nel monastero di San Sebastiano sul Palatino, in piena lotta per le investiture.

Conclave, l'evoluzione del collegio cardinalizio
La parola conclave deriva dal latino "cum clave" che significa "sotto chiave"

Dal Medioevo in poi la ritualità si è affinata, ma l’architettura di fondo è rimasta: isolamento, segretezza, giuramento e voto scritto. Con la costituzione Universi Dominici Gregis (1996, Giovanni Paolo II) – integrata da Benedetto XVI (2007) e da Francesco (2023) – l’intero iter è oggi rigidamente normato: dalla Missa pro eligendo Romano Pontifice al trasferimento dei cardinali nella Domus Sanctae Marthae (dal 2005), fino all’uso di fumogeni chimici per garantire il colore delle fumate.

La pratica di voto

Dopo la processione in Sistina, i cardinali elettori pronunciano il giuramento di segretezza. Il maestro delle cerimonie proclama l’extra omnes e la porta viene chiusa a chiave. Lo scrutinium è l'unica forma di elezione ammessa. Servono i due terzi dei voti validi; se il numero dei presenti non è divisibile per tre si aggiunge un voto fittizio.

    1. Antescrutinium: sorteggio di 3 scrutatori, 3 infirmarii (per i malati) e 3 revisori; distribuzione delle schede.

    2. Scrutinium vere proprieque: ciascun cardinale depone la scheda nell’urna pronunciando «Testor Christum Dominum…». Gli scrutatori leggono, forano e infilano le schede.

    3. Post‑scrutinium: conteggio, verifica dei revisori, quindi bruciatura delle schede. Fumata nera se il quorum non è raggiunto; al primo scrutinium pomeridiano del primo giorno c’è un solo voto, dal giorno dopo due al mattino e due al pomeriggio. Raggiunti i due terzi, l’eletto accetta («Acceptasne…?») e sceglie il nome («Vocabor…»). Segue la fumata bianca e l’annuncio Habemus Papam.

L'evoluzione del collegio cardinalizio (1831-2025)

Conclave, l'evoluzione del collegio cardinalizio
Nella grafica realizzata dal Tg1 si può notare l'evoluzione del collegio e la spartizione geografica dei cardinali elettori

La crescita numerica è sicuramente il primo trend che salta all'occhio. Da una sessantina di elettori nell’Ottocento si è passati agli oltre 130 attuali. Paolo VI fissò a 120 il tetto degli elettori, ma dispensa dopo dispensa Francesco ha portato il collegio a 135 votanti.

 

Pontefice Inizio pontificato Elettori iniziali Cardinali creati Cardinali deceduti / >80 anni / dimessi
Gregorio XVI (1831‑1846) 53 +75 −65/– 62
Pio IX (1846‑1878) 61 +123 −120 64
Leone XIII (1878‑1903) 63 +147 −146 64
Pio X (1903‑1914) 63 +50 −48 65
Benedetto XV (1914‑1922) 64 +32 −35 61
Pio XI (1922‑1939) 59 +76 −72/−1 dim. 62
Pio XII (1939‑1958) 61 +56 −62 55
Giovanni XXIII (1958‑1963) 52 +52 −22 82
Paolo VI (1963‑1978) 81 +143 −94/45 >80 115
Giovanni Paolo I (1978) 113 0 −2 111
Giovanni Paolo II (1978‑2005) 110 +231 −173/136 >80 117
Benedetto XVI (2005‑2013) 116 +90 −65/65 >80 117
Francesco (2013‑2025) 115 +163 −116/101 >80/−3 dim. 135

Come già anticipato e analizzato, da segnalare vi è stata anche la forte propensione all'internazionalizzazione. Da prevalenza italiana ed europea si è arrivati a un corpo elettorale distribuito su tutti i continenti.

Il già citato Ingravescentem Aetatem (Paolo VI, 1970) inoltre, con gli ultraottantenni a perdere il diritto di voto, ha fatto sì che il ricambio fosse molto più rapido e costante.

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