Con scarpe da ginnastica e pantaloncini restano bloccati sul Cervino e rischiano di morire per ipotermia
Il difficile intervento dei soccorritori in condizioni estreme ha salvato la vita a due turisti vietnamiti
Si sono avventurati sul Cervino con le scarpe da ginnastica e pantaloncini leggeri. E hanno rischiato grosso. Ci sono volute 14 ore circa per mettere in salvo due alpinisti vietnamiti, sorpresi dal maltempo sul Cervino e mal equipaggiati.
Con scarpe da ginnastica e pantaloncini restano bloccati sul Cervino
Come racconta Aosta Sera, i due, con scarpe leggere e pantaloni leggeri, sono stati recuperati ad oltre 3500 metri in condizioni di grave ipotermia.
L’intervento è scattato alle 7 del mattino, quando i soccorritori di Zermatt hanno ricevuto la chiamata d’emergenza. Viste le condizioni meteo è stato impossibile raggiungere i due con l’elicottero e a piedi.
Alle 13 tre soccorritori della stazione di soccorso di Zermatt, portati dall’elicottero a Schwarzsee, hanno iniziato la scalata a piedi. Camminando in mezzo alla neve, al vento, al ghiaccio, alla nebbia e al freddo sono riusciti a raggiungere i due vietnamiti, che erano rimasti intrappolati in un terreno difficile sotto la via normale del Cervino. Impossibile però ancora per l’elicottero alzarsi in volo e quindi anche il salvataggio è avvenuto via terra.
I soccorsi
La discesa al rifugio invernale di Hörnli è stata estremamente difficile - come spiegano i soccorritori in una nota - La neve fresca e il ghiaccio hanno reso l’operazione di salvataggio un’enorme sfida per i soccorritori. Raggiungendo il rifugio invernale presso la capanna di Hörnli, i soccorritori e gli alpinisti in difficoltà hanno potuto rifugiarsi.
Alle 2 del pomeriggio una finestra di bel tempo ha permesso all’elicottero di decollare verso il Cervino e di riportare a valle gli alpinisti.
“I soccorritori hanno operato in condizioni estremamente difficili. – prosegue la nota – Senza i loro sforzi, i due alpinisti vietnamiti non sarebbero probabilmente sopravvissuti alle dure condizioni e avrebbero ceduto al freddo”.
Visitati da parte parte del medico di Air Zermatt, i due alpinisti sono potuti rientrare a casa esausti.
Alpinisti sprovveduti: i casi analoghi
Non si tratta, purtroppo, di un caso isolato. Da tempo, ormai, i soccorritori lamentano il dover intervenire in casi di superficialità da parte degli escursionisti. Le missioni di recupero in montagna, è bene ricordarlo, oltre che essere dispendiose sono spesso anche pericolose per il personale di recupero.
Emblematica la vicenda, che risale all'agosto 2023, dei 4 ragazzi che hanno ben pensato di fare un'escursione in montagna con i sandali, salvo poi dover chiamare i soccorritori.
Caso fotocopia quello dei due ragazzini recuperati dai soccorsi a 2mila metri con le scarpe da ginnastica, sulle Dolomiti. Era dicembre, poche settimane fa.
In casi come questo è possibile che venga dunque richiesto un contributo per pagare i soccorsi a coloro che ne hanno fatto richiesta a causa di comportamenti poco assennati.
Accortezza in montagna
L'accortezza in montagna non è mai troppa, come confermano le tragiche morti recenti. Travolto da una valanga in Abruzzo, non ha avuto scampo Luca Nunzi, escursionista esperto.
Nei primi giorni di gennaio, hanno trovato la morte in Piemonte anche due ciaspolatori, anche in questo caso uccisi da una slavina.