Come distinguere i sintomi fra Virus Respiratorio Sinciziale, influenza o Covid
Questi i tre virus che stanno spadroneggiando nelle ultime settimane. Come comportarsi con i più piccoli? Tutto quello che serve sapere
Influenza, Covid e Virus Respiratorio Sinciziale: dopo due anni di mascherine e distanziamenti i virus si stanno rifacendo con gli interessi. Questi i tre virus che stanno spadroneggiando nelle ultime settimane nel nostro Paese. Quali sintomi? Come comportarsi con i più piccoli? Come riconoscerli? Ecco un utile vademecum che - ovviamente - non sostituisce la visita o il parere del medico, ma aiuta a orientarsi.
Virus Respiratorio Sinciziale: picco di contagi fra i bambini
Partiamo dal VRS: il virus respiratorio sinciziale (vrs) torna a far parlare di sé anche quest'anno. Oltre all'influenza stagionale nei bambini, in questi giorni sta destando preoccupazione questo malanno, che sta facendo registrare un alto numero di ricoveri di neonati e bambini nel primo e secondo anno di vita. Nonché numerosi accessi in ospedale (QUI LE INDICAZIONI DEL PEDIATRA).
Per meglio riconoscere il VRS e la bronchiolite, per prevenirli ed agire in modo tempestivo, è stato realizzato dalla Società Italiana di Pediatria un video destinato ai genitori. Il progetto, patrocinato dalla SIN, insieme alla Società Italiana di Pediatria (SIP) e con la collaborazione scientifica del Prof. Eugenio Baraldi, ha l’obiettivo di spiegare ai genitori tutto quello che devono sapere su un virus comune, ma particolarmente rischioso per i bambini sotto i 6 mesi di età.
"Il VRS è la principale causa di bronchiolite e polmonite nei più piccoli, le cui conseguenze più gravi sono predominanti tra i bambini di età inferiore ad un anno. Sotto questa fascia di età e durante la stagione epidemica (che va solitamente da novembre a marzo), tutti i bambini sono a rischio di infezione grave ed ospedalizzazione, soprattutto tra i 2 e i 4 mesi, ma in particolare quelli prematuri o che presentino comorbidità specifiche. I sintomi compaiono dopo 2-6 giorni dal contatto, la durata media della bronchiolite è 5-7 giorni e l’unica terapia per curarla è l’ossigeno."
Alcune semplici misure sono in grado di ridurre drasticamente la diffusione del VRS, spiegano i Pediatri di SIP:
"La strategia preventiva primaria resta fondamentale, come il lavaggio delle mani ed il distanziamento sociale, soprattutto in caso di sintomi. I genitori che hanno un bambino al di sotto dell’anno di età, se raffreddati, dovrebbero tenere sempre la mascherina e igienizzare le mani prima di toccare il piccolo; tutte misure che ci sono state “imposte” nel periodo del Covid e che non devono essere dimenticate in futuro, proprio per poter ridurre il numero di ospedalizzazioni nei neonati e nei lattanti."
I soggetti più a rischio sono i neonati prematuri e con patologie congenite cardiache o polmonari o altre condizioni specifiche. L’unico strumento farmacologico ad oggi disponibile per la prevenzione delle infezioni da VRS è il palivizumab, anticorpo monoclonale umanizzato ed è consigliato per le fasce a rischio. L’infezione non rende completamente immuni, pertanto la reinfezione è comune, anche se in genere è meno grave.
Il VRS può rappresentare un nemico insidioso anche per gli anziani e adulti con fragilità: si manifesta in maniera differente, che varia da persona a persona, con sintomi che possono essere curati generalmente dai 7 ai 15 giorni. Negli adulti i sintomi somigliano all'influenza con sintomatologia respiratoria come febbre elevata, dolori muscolari, sintomi respiratori e con relative complicanze, ad esempio, le polmoniti. La terapia per questo virus nei casi non gravi, relativamente ai soggetti adulti, è sostanzialmente quella che viene utilizzata per una normale influenza, quindi con farmaci per la sintomatologia, antipiretici o antinfiammatori.
La diagnosi del VRS è clinica ma, per essere più precisa, è necessario ricorrere all’identificazione del patogeno vivo all’interno delle secrezioni respiratorie tramite il tampone molecolare effettuato con metodiche specifiche.
Influenza stagionale
Per ciò che concerne l'influenza stagionale negli ultimi giorni è un susseguirsi di allarmi, da parte di medici e professionisti della sanità, per i pronto soccorso della penisola allo stremo, a causa di influenza e Covid. Come certifica l'Iss, nella 47a settimana, la curva epidemica delle sindromi simil-influenzali cresce sensibilmente. Aumenta l’incidenza in tutte le fasce di età, ma risultano maggiormente colpite le fasce di età pediatrica in particolare i bambini al di sotto dei cinque anni di età, in cui l’incidenza è pari a 40,8 casi per mille assistiti.
Bisogna innanzitutto ricordare che nella maggior parte dei casi l’influenza ha una risoluzione spontanea. Tenere il proprio bambino a casa, idratarlo e confortarlo sono le tre regole base che favoriscono la guarigione. In alcuni casi l’influenza può causare complicanze specie nei bambini con particolari fattori di rischio quali cardiopatie, immunodeficienze, affezioni polmonari croniche. Ci sono alcuni casi selezionati in cui è opportuna una rapida valutazione: se il bambino presenta comorbidità, se è molto piccolo, se sta molto male, se rifiuta di mangiare e di bere.
Ricordiamo che la vaccinazione è particolarmente raccomandataper tutti i bambini di età compresa tra 6 mesi e 6 anni, e per tutti i soggetti di ogni età con patologie croniche che aumentano il rischio di complicanze in corso di influenza.
Le stime iniziali parlavano di un bilancio finale pari a 6-7 milioni di italiani colpiti, adesso "possiamo attendercene almeno 10 milioni, ma potrebbero essere di più in funzione dell'andamento meteorologico", questa la previsione del virologo Fabrizio Pregliasco che sottolinea come quest'anno l'influenza è ancora più pesante di quanto si pensasse: prepararsi a un Natale e Capodanno in piena epidemia.
La sintomatologia è sempre uguale o simile a quella delle altre forme influenzali: febbre elevata (ben oltre i 38°), dolore muscolare o mal di ossa e almeno un sintomo respiratorio importante. Spesso non sono distinguibili dal Covid.
Covid in adulti e neonati
Come anticipato è assai complicato distinguere, per esempio, l'influenza dal Covid. Oltre alla diagnosi del proprio medico curante o del pediatra, che è sempre la scelta preferenziale, può essere utile un tampone. QUI LA PEDIATRA SPIEGA COME EFFETTUARLO ANCHE SUI PIU' PICCOLI.
Si raccomanda di fruire della vaccinazione - soprattutto per i soggetti fragili - contro Covid 19.
Similitudini e differenze
In questi tre virus vi sono dalle similitudini: raffreddore comune, influenza, covid-19 e infezione da Rsv possono tutti presentarsi con sintomi come tosse, mal di testa, febbre, naso chiuso. Vomito e diarrea sarebbero invece più frequenti nel caso di influenza o covid-19, mentre l’improvvisa e completa perdita del senso del gusto e dell’olfatto è caratteristica di quest’ultimo e dovrebbe essere ben distinguibile dall’attenuazione di questi sensi che si verifica spesso anche quando abbiamo un semplice raffreddore. Per quanto riguarda il Rsv, è più spesso sintomatico nei bambini, mentre gli adulti possono contrarlo in modo asintomatico o sviluppare sintomi lievi legati alle vie respiratorie alte, come rinorrea, faringite, tosse. Nei bambini piccoli e nei neonati, invece, questo virus può causare patologie più gravi come bronchiolite e polmonite. Proprio perché vengono interessate le vie respiratorie più basse, nei bambini può comparire il cosiddetto “rantolo” o respiro ansante. Come già chiarito.
Prevenzione
La via maestra per evitare il contagio - in tutti i casi - già la conosciamo. Lavarsi accuratamente le mani, distanziamento sociale e mascherina, quantomeno nei luoghi affollati. Particolare riguardo è raccomandato verso i soggetti più fragili.