Clima impazzito tra trombe d'aria e nubifragi: negli ultimi dieci anni siamo diventati i tropici
Sui danni hanno influito tanto i cambiamenti climatici, ma anche la mano dell'uomo (non) ha fatto il suo.
Una vera e propria impennata di eventi estremi in Italia. A certificare l'escalation di precipitazioni molto intense, tornado e tifoni - cose più da tropici che nostrane - che negli ultimi dieci anni ha colpito il nostro Paese è il report sul clima di Legambiente.
Legambiente: dieci anni di disastri climatici in Italia
L'indagine condotta da Legambiente si articola su un arco temporale che va dal 2010 all'inizio del mese di novembre di quest'anno. Gli eventi straordinari ormai non sono più tali e lo vediamo attraverso il racconto spesso drammatico di immagini dal web. Ne si trova riscontro nel report annuale dell'Osservatorio Città Clima di Legambiente, realizzato con il contributo del Gruppo Unipol e con la collaborazione scientifica di Enel Foundation.
Nella fattispecie, nel periodo di tempo preso in esame sono stati 1.118 gli eventi estremi registrati sulla mappa del rischio climatico del nostro Paese, 133 nell'ultimo anno, segnando un +17,2% rispetto alla passata edizione del rapporto. Gli impatti più rilevanti si sono registrati in 602 Comuni italiani, 95 in più rispetto allo scorso anno (quasi +18%). Molto spesso con danni che hanno impattato sull'economia locale, oltre a disagi creati alla circolazione e ai trasporti.
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Eventi climatici sul territorio: i più frequenti
Nella fattispecie, si sono verificati 486 casi di allagamenti da piogge intense, 406 casi di stop alle infrastrutture da piogge intense con 83 giorni di stop a metropolitane e treni urbani, 308 eventi con danni causati da trombe d'aria, 134 gli eventi causati da esondazioni fluviali, 48 casi di danni provocati da prolungati periodi di siccità e temperature estreme, 41 casi di frane causate da piogge intense e 18 casi di danni al patrimonio storico.
In molti casi, l'impatto sul territorio quasi esclusivamente è da ricercare nei cambiamenti climatici, ma sono moltissimi le situazioni dove oltre all'effetto clima, una maggiore o diversa attenzione dell'uomo avrebbe potuto arginare le conseguenze degli eventi. Due esempi su tutti: la cura, la pulizia e le manutenzioni dei letti dei fiumi e la corretta realizzazione e conseguente manutenzione degli impianti delle fognature a fronte delle tante realizzazioni residenziali.
L'Italia ai raggi X: le città più colpite
Quanto alle città, il primato per eventi violenti spetta alla Capitale: a Roma infatti dal 2010 al 1 novembre 2021, si sono verificati 56 eventi. Nove solo nell'ultimo anno. Di questi, ben oltre la metà, 32, hanno riguardato allagamenti a seguito di piogge intense.
Altra situazione sotto la lente quella di Bari con 41 eventi, principalmente allagamenti da piogge intense (20) e danni da trombe d'aria (18). Terza, Milano con 30 eventi totali, con una ventina di esondazioni dei fiumi Seveso e Lambro che spesso hanno messo in ginocchio la città e paralizzato la circolazione.
Se guardiamo alle aree, quelle più a rischio e più colpite sono le grandi aree urbane e di territori costieri: alle città "prime in classifica" si aggiungono Genova e Palermo. Più in generale come aree, l'occhio va alla costa romagnola e a nord delle Marche (42 casi), alla Sicilia orientale e alla costa agrigentina (38 e 37 eventi estremi), l'area metropolitana di Napoli (31 eventi estremi), il Ponente ligure e la provincia di Cuneo, con 28 casi in tutto, il Salento (18), la costa nord Toscana (17), il nord della Sardegna (12) e il sud dell'isola con 9 casi.
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L'impatto sull'economia: si insegue l'emergenza, si investe poco nella prevenzione
Come detto, i danni non mettono in ginocchio le zone colpite solo per quanto riguarda i soccorsi o il verificarsi di tragedie. La conta poi è anche dei danni sull'economia e sul rispristino di aree, immobili o infrastrutture. Secondo il report di Legambiente (redatto in collaborazione si spendono 1,55 miliardi di euro): una spesa consistente per lo più nel riparare danni e rincorrere emergenze e in misura modesta, quasi irrisoria, per attività di prevenzione e sicurezza.
Ma c'è una luce di speranza
Ci sono però ultimamente casi che fanno ben sperare per una possibile svolta: Torino, che dopo Bologna e Ancona, ha approvato il "Piano di Resilienza Climatica; Padova che a giugno ha approvato il "Nuovo Piano d'azione per l'energia sostenibile e il clima". Milano che sta mettendo in atto progetti innovativi nell'housing sociale, nella rigenerazione urbana, nella smart city e nella prevenzione dai rischi idrogeologici e che attualmente è in prima linea negli investimenti per i tetti verdi.