Denuncia shock

Dopo la ginnastica, si scoperchia il vaso di Pandora anche sulla danza classica?

Le parole di Chiara Chillemi: "Consigliavano il sesso per far meglio il passo a due. Ho anche sfiorato l'anoressia".

Dopo la ginnastica, si scoperchia il vaso di Pandora anche sulla danza classica?
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La bufera che ha travolto il mondo della ginnastica è oramai nota a tutti. Ma se non fosse l'unico sport in cui per arrivare bisogna affrontare qualcosa in più dei cosiddetti "sacrifici"?

La danza classica come la ginnastica?

Sì, perché una nuova denuncia getta ombre su un altro sport in cui ci sono regole ferree e sono richiesti sacrifici (come per tutte le altre attività di alto livello). Ma un conto sono appunto i sacrifici, un conto le privazioni e le violenze. A scoperchiare quello che potrebbe essere un nuovo vaso di Pandora è Chiara Chillemi, romana, che dai 10 ai 15 anni ha frequentato   l'Accademia nazionale di danza, una delle più importanti istituzioni del settore del Paese. Le sue dichiarazioni rilasciate in un'intervista a Repubblica sono destinate a fare decisamente scalpore.

Le dichiarazioni shock sul peso

Anche in questo caso si torna a parlare di peso.

"Il peso è il tarlo che ti mettono in testa. Ci valutavano con uno sguardo. E con l'età dello sviluppo le cose sono andate anche peggio. Il seno era diventato un problema. Le più formose venivano fasciate per nasconderlo e perché credevano che fasciarlo avrebbe impedito il suo sviluppo. Io ero una bambina già sottopeso, ma avevo un quadricipite da sportiva. La mia insegnante iniziò a tartassarmi, voleva che dimagrissi a tutti i costi".

Una situazione che ha portato anche a problemi di salute. Chiara ha infatti raccontato di aver  avuto capogiri e svenimenti durante le sessioni di allenamento.

Il pericolo anoressia

Una situazione sempre più pesante, con la ragazza che - ossessionata a sua volta dal peso - ha iniziato a mangiare sempre meno andando a un passo dall'anoressia, patologia drammatica che coinvolge e distrugge le vite di tantissime ragazzine.

"L'anoressia era a un centimetro da me. A mensa prendevo il minimo indispensabile, sempre insalata. Una delle insegnanti, che girava tra i tavoli per spiare nei nostri piatti, una volta mi disse 'brava'. Andavo al bagno e sentivo le ragazze vomitare. Quando non sono più riuscita a dimagrire ho iniziato provocarmi il vomito. Il momento più brutto arrivò un 23 dicembre, davanti a un vassoio di lingue di gatto. Le insegnanti ci misero in fila: le più magre ne avrebbero avute due, altre una, altre ancora nessuna. Una mia amica, magra ai limiti del ricovero, ne ebbe due. Io non ne "meritai" nessuna. E questa cosa provocò in me un senso di profondissima umiliazione".

E le conseguenze si iniziarono a vedere:

"Non ho avuto il ciclo per un anno e ho iniziato a gonfiarmi di liquidi e zuccheri".

Il sesso

Ma c'è di più. Il racconto della ragazza tocca anche il sesso. Con delle rivelazioni semplicemente sconvolgenti:

"A una mia compagna l'insegnante disse che avrebbe dovuto fare sesso con il suo partner di passo a due per rendere più empatico il balletto. Un'altra insegnante mi fece intendere che forse era arrivato il momento per me, il momento che avessi rapporti sessuali".

L'addio al ballo

Una situazione sempre più pesante, che ha portato Chiara a lasciare l'Accademia e poi anche il Balletto di Roma e il Teatro Greco. Troppo pesanti e profonde le ferite di quegli anni: era arrivato il momento di appendere le scarpette al chiodo, chiudendo definitivamente un capitolo che da sogno si è trasformato in incubo.

"Un grido al cambiamento"

Perché ora? Perché queste parole? La ex ballerina ha voluto spiegare il motivo delle sue dichiarazioni e lo ha fatto affidandosi a un post su Instagram:

"Non è stato facile. Tutt'altro. Ritirare fuori qualcosa che segretamente ho tenuto dentro di me con profondo dolore. È una brutta storia, ma è comunque la mia. Questa mia dichiarazione non è stata una vendetta, ma un grido al cambiamento. Che possa essere il punto di inizio per la tutela degli atleti, per l'inserimento di professionisti che seguano gli sportivi (come psicologi e nutrizionisti),per un cambiamento radicale in questi ambienti e che dia il coraggio a tutte le ballerine che hanno sofferto di parlare della propria esperienza, per il rispetto che non ci hanno insegnato ad avere per noi stesse e per i postumi. Ringrazio La Repubblica e Cosimo Cito, per aver dato voce alla mia storia e a quella di tante, attraverso una penna ed essere stati pronti a supportarmi sino a questa notte, una nottata difficile. Ne approfitto per ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine in questi anni, in primis la mia famiglia che ha sofferto insieme a me, i miei amici e per ultimo, non per importanza, il mio ragazzo.
Spero che questo mio sacrificio, non sia stato vano".

 

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