Tensioni in vaticano

Chi è (e chi si crede di essere) Timothy Broglio, il cardinale che vorrebbe far fuori papa Francesco

Dopo la morte di Ratzinger le tensioni tra conservatori e progressisti, in Vaticano, esplodono. E c'è chi ipotizza già le dimissioni di Francesco...

Chi è (e chi si crede di essere) Timothy Broglio, il cardinale che vorrebbe far fuori papa Francesco
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Dall'esterno non era chiara la misura di quanto la convivenza tra due Papi: uno in carica e l'altro emerito, per quanto inconsueta, garantisse equilibrio alla Chiesa. A pochi giorni dalla morte di Benedetto XVI, pontefice che diede le dimissioni, con non poco scalpore, nel 2013, il cui testimone venne raccolto dall'argentino Jorge Bergoglio, ovvero papa Francesco, le tensioni striscianti intorno a Soglio pontificio esplodono e sono ormai impossibili da nascondere. Fra gli affondi feroci di padre Georg Gänswein all'indirizzo di Francesco, le due correnti: reazionaria e progressista che ormai si scontrano come se si trattasse di un derby e la figura di Timothy Broglio, a capo dei vescovi Usa (fra le fila dei tradizionalisti), che ha colto l'occasione per "consigliare" fra le righe le dimissioni a Bergoglio, l'aria che tira in Vaticano non è esattamente di fratellanza.

Papa Francesco nel mirino dei tradizionalisti

Papa Ratzinger smorzava le contrapposizioni, ora le due anime della Curia, quella dei conservatori e quella più liberale e bergogliana, si stanno letteralmente scatenando.

Papa Francesco in carrozzina

Il primo pesante affondo pubblico a danni di Francesco arriva proprio dal braccio di destro di Benedetto XVI che nel suo libro "Nient' altro che la verità. La mia vita al fianco di Benedetto XVI", Gänswein - fornendo la propria versione dei fatti - accusa il Papa argentino di averlo sostanzialmente emarginato:

"Lei rimane prefetto, ma da domani non torni al lavoro". In modo dimesso replicai: "Non riesco a capirlo, non lo accetto umanamente, ma mi adeguo soltanto in obbedienza". E lui di rimando: "La mia esperienza personale è che "accettare in obbedienza" è una cosa buona". Tornai al Monastero e lo raccontai a Benedetto, il quale commentò in modo ironico: "Sembra che Papa Francesco non si fidi più di me e desideri che lei mi faccia da custode!".

Bordata che in qualche modo ha "aperto le danze".

"Ci sono tensioni tra progressisti e conservatori. Ho visto la difficoltà, il fatto che non celebra, sono tutti elementi di un lavoro pastorale normale che mancano", ha commentato Broglio ponendo l'accento sui problemi fisici del pontefice.

A caricare di ulteriore tensione quella che ormai pare più una polveriera in procinto di esplodere che un luogo sacro anche l'ex Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, il cardinale Gerhard Mueller che accusa Francesco di "imprudenza" per avere limitato al messa in latino. Critiche anche sul Sinodo, il processo di consultazione planetaria voluto da Francesco su tutti i temi, dal ruolo dei laici al sacerdozio femminile, dalle coppie gay al sistema delle parrocchie:

"Siamo un partito o una ong che può cambiare idea sulla base di una consultazione popolare?".

Broglio: pressing per le dimissioni

Colui che ha fatto il pressing più pesante, nella lunga schiera di nemici di Bergoglio, è sicuramente il vescovo Timothy Broglio che ne ha avute comunque per tutti in un'intervista a Repubblica: da padre Georg (che dice di considerare comunque un amico) alla folla che chiedeva la santificazione di Ratzinger.

Il vescovo a stelle e strisce la prende alla larga, sottolineando che "è sempre Francesco che decide", però non perde occasione di porre l'accento sulle sue precarie condizioni di salute, lasciando intendere - ovviamente guardandosi bene dal dirlo direttamente - che potrebbe essere il momento di andare "in pensione":

"Forse la possibilità di un ritiro sarebbe più fattibile adesso che non c’è più il Papa emerito, ma questo ovviamente è pura speculazione perché non ho idea cosa ne pensi papa Francesco".

Successivamente frena sulla richiesta della piazza di santificare Benedetto XVI:

"Credo che in futuro certamente il processo inizierà. Ma penso anche e, se posso osare, credo che Papa Benedetto sarebbe d’accordo con me, che queste cose maturano con il tempo. Non ho dubbi che Joseph Ratzinger sia in cielo ma mi sembra che la Chiesa ha i suoi tempi, i suoi metodi per fare un processo normale, dare tempo di studiare il caso, e anche vedere se ci siano miracoli da attribuire alla sua intercessione. Mi sembra un po’ presto per tutto questo".

Non manca nemmeno un "tirata d'orecchie" a Gänswein, dopo il suo affronto a viso aperto a danno di Bergoglio:

"Se abbiamo critiche da fare al Santo Padre non bisogna farle tramite i mass media ma direttamente a lui personalmente. E considero monsignor Gänswein come un amico".

Insomma, il 71enne statunitense Broglio ha confermato le tensioni intestine tra conservatori e progressisti a favore del Papa in carica:

"Non amo molto questi termini però sì, ci sono tensioni tra, diciamo, progressisti e conservatori. Forse ci sono sempre state ma mi sembrano molto più evidenti adesso. Vediamo alcuni vescovi tedeschi che vanno avanti con il percorso sinodale, e con questo certamente io non posso essere d'accordo, sarebbe una fonte di tensione. Ma ci sono critiche anche dall'altra parte, che possono essere anche esagerate. Sì, bisogna riconoscere che ci sono tensioni".

Ma Francesco che vuole fare?

Posto che Bergoglio, già da anni, ha consegnato alla Segreteria di Stato una sua lettera di dimissioni da usare in caso di impedimento fisico, un suo ritiro al momento, non pare affatto imminente.

Fra nuove nomine e il varo della riforma della diocesi di Roma dove il ruolo del Papa, che è il vescovo della città, ne esce ancora più rafforzato, il pensionamento pare lontano. Grazie alla sedia a rotelle e alla fisioterapia non ha più i dolori che in passato lo avevano portato a rinunciare qualche volta a celebrare messa. Il pontefice si prepara ad affrontare, inoltre, a fine gennaio, un viaggio in Africa.

E riguardo alle sue decisioni, che alle frange più conservatrici paiono irricevibili (come il ridimensionamento della messa in latino), tira dritto. Esattamente come quando, un paio di anni addietro, ha sdoganato l'allattamento al seno per le madri con neonati presenti alle funzioni liturgiche.

Insomma, l'impressione è una ferrea volontà di rimanere in campo.

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