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Il Cts: il bollettino Covid deve restare così come è

Anche l'Ordine dei medici contrario: "I pazienti, di qualunque tipo, sovraccaricano gli ospedali".

Il Cts: il bollettino Covid deve restare così come è
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Il bollettino Covid resta così come è. Il pressing delle Regioni non è servito e il Cts ha deciso di mantenere l'attuale struttura dell'aggiornamento quotidiano dei casi.

Bollettino Covid: non si cambia

I governatori avevano chiesto a gran voce di modificare il bollettino: cadenza settimanale e scorporo degli asintomatici e dei ricoverati con altre patologie dall'elenco dei positivi. Una modifica che avrebbe potuto influire direttamente sulla colorazione delle Regioni: senza contare infatti coloro che sono in ospedale per altri motivi (ma dal tampone risultano positivi) si abbassano inevitabilmente i tassi di occupazione, decisivi per il passaggio di colore.

Una richiesta che aveva incontrato alla vigilia il parere contrario di alcuni esperti e anche dell'Istituto superiore di sanità, che aveva sottolineato come questa distinzione avrebbe potuto portare a una sottovalutazione della pandemia, soprattutto in una fase delicata come quella attuale, con i contagi ancora in crescita.

Secondo l'Iss, "la definizione di caso deve includere tutti i positivi, non solo chi ha sintomi respiratori, febbre elevata, alterazione del gusto e dell’olfatto. La sintomatologia è variegata e in evoluzione per via delle varianti. L’infezione spesso per i vaccinati è asintomatica, ma non sorvegliandola si limiterebbe la nostra capacità di identificare le varianti emergenti, le loro caratteristiche, e non potremmo conoscere lo stato clinico che consegue all’infezione per età, stato vaccinale, comorbidità della popolazione. Inoltre non renderebbe possibile monitorare la circolazione del virus nel tempo e, di conseguenza, prevedere i rischi di un impatto peggiorativo sulla capacità di mantenere adeguati livelli di assistenza anche per patologie diverse".

Il Ministero: "Nessun atto formale"

In mattinata si era diffusa la voce di un cambio di rotta. Ma una  nota del Ministero della Salute ha precisato che "al momento nessun atto formale è stato disposto. Fermo restando quanto riconosciuto ieri dall'Istituto Superiore di Sanità è ovviamente sempre aperta l'interlocuzione con le Regioni".

Il parere del Cts

Nella giornata di venerdì 14 gennaio 2022, poi, è arrivato il parere del Comitato tecnico scientifico, che ha dirà al Governo che il bollettino non deve cambiare.  Gli scienziati ribadiranno all'Esecutivo la necessità di avere un quadro completo della situazione, allineandosi con quanto sostenuto dall'Iss.

Poche ore prima era arrivato anche il "no" dell'Ordine del medici.  Il presidente della Federazione degli Ordini dei medici (Fnomceo), Filippo Anelli aveva invitato il ministro della Salute Roberto Speranza a "valutare  attentamente e con la giusta prudenza le richieste delle Regioni. Chiediamo misure di controllo dell’epidemia, non operazioni di maquillage che camuffino la tragicità e la portata della pandemia".

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