Arrestato per bancarotta: la parabola del fondatore di "Io Apro" (sconfessato anche dal movimento)
Biagio Passaro, inoltre, era stato già arrestato perché identificato come uno degli autori dell’assalto alla sede della Cgil di Roma nell’ottobre dell’anno scorso.
Da "io apro" a "io ti arresto" il passo è stato breve. E no, Biagio Passaro, uno degli imprenditori che durante il lockdown ha preso parte al movimento "Io Apro" - ovvero tenere aperte comunque le proprie attività in barba non soltanto alla pandemia, ma anche agli altri imprenditori che rispettavano le regole - non è stato certo arrestato per aver sollevato la serranda; ma per bancarotta fraudolenta.
Passaro, inoltre, era stato già arrestato perché identificato come uno degli autori dell’assalto alla sede della Cgil di Roma nell’ottobre dell’anno scorso.
Arrestato ristoratore di "Io Apro"
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Come racconta Prima Modena, le accuse si basano su un’indagine condotta dalla Procura di Bologna e affidata alla Guardia di finanza di Modena. L'uomo, di origine napoletana e residente a Castelfranco Emilia, imprenditore nel settore della ristorazione, è titolare del brand delle pizzerie Regina Margherita tra Modena e Bologna, ed è stato uno dei ristoratori protagonisti del movimento "Io Apro", che si opponeva alle chiusure dei locali decisa dal Governo durante la fase acuta della pandemia.
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Passaro era stato già arrestato perché identificato come uno degli autori dell’assalto alla sede della Cgil di Roma nell’ottobre dell’anno scorso, prosciolto e scarcerato 18 giorni dopo dal Tribunale del Riesame, e oggi è indagato insieme ad altre quattro persone, tutti amministratori di una società dichiarata fallita nel settembre 2020.
Le accuse
Secondo gli inquirenti, gli accusati avrebbero sottratto alla disponibilità della procedura fallimentare riferita alla propria società i libri, i registri e le altre scritture contabili. Avrebbero inoltre "attinto" dalle casse sociali oltre 660mila euro, in gran parte usati per fini personali, causando il dissesto della società e un passivo fallimentare di oltre 1,4 milioni, nei confronti di dipendenti, erario e fornitori.
Gli indagati sono anche accusati di riciclaggio per 150mila euro e di aver percepito contributi pubblici erogati durante la pandemia, mediante la formazione di documentazione e dati falsi. In totale, la Procura di Bologna stima che i cinque imprenditori avrebbero ottenuto indebitamente circa mezzo milione di euro. Oltre all'arresto all'imprenditore sono stati sequestrati 900mila euro di beni.
I fondatori di Io Apro si dissociano
Gli 80mila imprenditori associati al movimento Io Apro si dissociano da Passaro ed hanno tenuto ad esprimere la propria disapprovazione in una nota:
"Le accuse vanno nettamente in contrasto con gli ideali del movimento che per due anni ha lottato per la sopravvivenza della categoria e delle imprese in generale. Certi che come sempre la giustizia farà il suo corso".