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Ancora un caso di meningite: bimba molisana di 2 anni in rianimazione

Ma anche due casi, in pochi giorni, nel Bellunese

Ancora un caso di meningite: bimba molisana di 2 anni in rianimazione
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Un altro caso di meningite, stavolta in Molise, a Isernia. Colpita una bimba di due anni che, attualmente, si trova ricoverata nel reparto di rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma.

In meno di due settimane, spostandoci in Veneto, si sono verificati due episodi ravvicinati - nella stessa provincia, il Bellunese - di meningite. 

Bimba di 2 anni colpita da meningite: è in rianimazione

Una meningite batterica ha colpito una bimba molisana di due anni, trasferita d'urgenza nel reparto di rianimazione del Policlinico Gemelli di Roma. La diagnosi – informa una nota dell’Aserm – è stata eseguita dai medici della Pediatria dell’ospedale Cardarelli di Campobasso, che dopo aver stabilizzato la piccola paziente ne hanno disposto il trasferimento nella capitale. Gli specialisti del Gemelli hanno confermato che la bambina è stato colpita da sepsi meningite meningococcica.

"Il Dipartimento Unico di Prevenzione Asrem si è immediatamente attivato per l’indagine epidemiologica e la gestione dei contatti. Sono state, infatti, predisposte tutte le misure previste dalle circolari del ministero della Salute relative la sorveglianza delle malattie infettive e, in particolare, sono stati individuati i contatti stretti della minore coinvolta (genitori, fratelli, compagni di scuola, insegnanti); tutti sono stati sottoposti a profilassi antibiotica. Sui medesimi, nei giorni a venire, il Dipartimento manterrà alta l’attenzione, sottoponendoli alla necessaria sorveglianza sanitaria", spiega una nota.

Dall’Asrem rendono inoltre noto: "la terapia antibiotica è stata somministrata come da protocolli scientifici, senza tralasciare nessuno e senza alcuno spreco, assicurando pertanto la presenza dei predetti farmaci qualora se ne dovesse presentare nuovamente la necessità".

Doppio caso nel Bellunese

In meno di due settimane, due episodi ravvicinati nella stessa provincia. Ci troviamo a Belluno, in Veneto, dove la scorsa settimana era emerso un caso di meningite, che aveva colpito una 18enne che era stata in discoteca e poi in gita con la scuola. A distanza di pochi giorni, la notizia di un nuovo ricoverato in rianimazione: stavolta si tratta di un 55enne. L'uomo rimane in prognosi riservata. L'ambulatorio attivato dal Dipartimento di Prevenzione dell'Ulss Dolomiti ha valutato circa 50 contatti, somministrando la profilassi antibiotica a circa 40 persone.

Altri casi recenti

E a un migliaio di chilometri di distanza, ad Avellino, in Campania, identica sorte per un 45enne, ricoverato all'ospedale Cotugno di Napoli per meningite. Il sindaco della cittadina irpina, Nicola Moretti, ha invitato la popolazione a non farsi prendere dal panico, e che l'episodio è costantemente sotto osservazione da parte delle autorità competenti.

Ricoverato in terapia intensiva, il paziente è costantemente seguito dai medici del nosocomio napoletano. Le sue condizioni sono stabili ma critiche.

A Pasquetta si era registrato un altro caso a Merate, in provincia di LeccoLombardia, mentre a gennaio un bimbo di 7 mesi era morto a Latina e un 27enne della provincia di Treviso (Veneto) era deceduto, sempre per meningite, in Toscana dove si era recato per festeggiare il capodanno.

Il sondaggio: i genitori non sanno identificare i 3 sintomi più comuni

Veniamo a qualche informazione utile sul tema. In occasione della Giornata mondiale della meningite – che cade il 5 ottobre – è stato organizzato un sondaggio internazionale di Ipsos condotto su oltre 4mila persone in sei Paesi: USA, Brasile, Germania, Francia, Spagna, Regno Unito e Italia.

Il 79% degli italiani riconosce la malattia e ne percepisce la gravità, 9 genitori su 10 seguono il pediatra per le scelte vaccinali e si affidano alle sue indicazioni. Ma salta all’occhio anche un altro dato preoccupante: su scala internazionale, ben il 93% dei genitori non è in grado di identificare i tre sintomi più comuni della meningite.

I sintomi a cui prestare attenzione la “triade clinica” indica: febbre alta improvvisa; rigidità nucale; vomito. Due dei tre sintomi della “triade clinica” si manifestano in circa il 95% dei pazienti; il 41-51% dei pazienti mostra tutti e tre i sintomi.

Meningite: vaccini

La vaccinazione è, sicuramente, lo strumento più efficace per la prevenzione della meningite batterica. In Italia sono disponibili diversi vaccini contro la meningite.

vaccino covid a pagamento

Esistono tre tipi di vaccino anti-meningococco:

  • il vaccino coniugato contro il meningococco di sierogruppo C (MenC): è il più frequentemente utilizzato e protegge solo dal sierogruppo C
  • il vaccino coniugato tetravalente: protegge dai sierogruppi A, C, W e Y
  • il vaccino contro il meningococco di sierogruppo B: protegge esclusivamente contro questo sierogruppo.

Altri vaccini contro forme batteriche di meningite sono quelli contro l'Haemophilus Influenzae B (emofilo tipo B) e contro loStreptococcus pneumoniae (pneumococco).

La scheda vaccinale attualmente in vigore prevede la vaccinazione anti-meningococco C nei bambini che abbiano compiuto un anno di età, mentre è consigliato un richiamo con vaccino tetravalente per gli adolescenti. Il vaccino tetravalente coniugato anti-meningococco A,C, W, Y è consigliato anche per gli adolescenti che non sono stati vaccinati da piccoli e dovrebbe comunque essere somministrato a chi si reca in Paesi ove sono presenti i sierogruppi di meningococco contenuti nel vaccino.

Al di fuori delle due fasce di età citate, il vaccino è fortemente raccomandato in persone a rischio o perché affette da alcune patologie (talassemia, diabete, malattie epatiche croniche gravi, immunodeficienze congenite o acquisite, asplenia, etc.) ed è consigliato anche in presenza di particolari condizioni (lattanti che frequentano gli asili nido, ragazzi che vivono in collegi, dormono in dormitori, reclute militari, e, come sopra accennato, per chiunque debba recarsi in regioni del mondo dove la malattia meningococcica è comune, come ad esempio alcune zone dell'Africa).

Il vaccino contro il meningococco B è attualmente offerto gratuitamente ai bambini nel corso del primo anno di vita solo in alcune regioni e lo sarà presto anche a livello nazionale.

Commenti
attilia argenti

Penso che... Vi racconto cosa è successo a mia figlia a luglio 2023 che su indicazione del medico di base, viene da me accompagnata al pronto soccorso dell'ospedale Valduce di Como. Sono le 9,30 circa del 21 luglio, mia figlia, praticante legale in uno studio in Svizzera, lamenta da giorni mal di testa ingravescente, durante la notte tra il 20 ed il 21 la situazione peggiora, la febbre sale e compare vomito e fotofobia, chiamiamo quindi il medico di base, la quale dopo un'accurata visita mi dice che è meglio recarci in pronto soccorso poiché di sintomi sospetta una meningite, stila quindi una richiesta per visita neurologica urgente. Ci rechiamo al PS dell'ospedale Valduce, mia figlia viene presa in carico al triage e da quel momento io resto in sala d'attesa... il tardo pomeriggio dopo aver più volte chiesto notizie relative alla condizione di mia figlia, vista l'ipotesi per la quale ci siamo ivi recati, mi viene comunicato, credo da un'infermier professionale che lui stesso aveva appena rivalutato i parametri che la situazione era sotto controllo che non si trattava di meningite, viene quindi eseguita una TAC... a scarico e dimessa. TAC a scarico, testuali parole. Esame cmq non dirimente in caso di meningite. Ovviamente le vengono somministrati antidolorifici ed antiemetici, terapia da continuare a casa. Passano il sabato 22 e la domenica 23. Il lunedì 24, la mattina presto, chiamo di nuova la nostra dottoressa di famiglia, per farmi prescrivere quanto somministrato in ps, la dottoressa mi dice che forse quei farmici stavano sopprimendo i sintomi della diagnosi iniziale e che forse sarebbe stato meglio sospenderli e vedere l'evolversi della situazione. Mia figlia il pomeriggio del 24 ricomincia a vomitare, il dolore si intensifica e ritorniamo al ps, dove nell'apprendere che il farmaco prescritto era stato sospeso si sente dire che... i medici di base non capiscono un c@@o e che pure si premettono di sospendere le terapie prescritte... le viene quindi infusa una flebo di antidolorifico e viene lasciata l'intera notte su una lettiga in pronto soccorso, aiutata nei frequenti episodi di vomito da un altro paziente , un extracomunitario gentile che si prestava a sorreggerle in capo. Solo verso le 11,30/12 del 25 luglio viene chiamato un neurologo che decide di sottoporla al prelievo del midollo che darà come esito MENINGITE VIRALE...fosse stata batterica? Intanto non avrei più mia figlia, ma si sarebbe dovuta fare la profilassi a mezza Como stante l'andirivieni di persone incontrate in ospedale per ben 5 giorni dalla diagnosi iniziale di un medico in grado ancora di visitare e diagnosticare correttamente in base ai sintomi, senza protocolli fuorvianti, esami inutili visti i continui tamponi somministrati i per escludere Covid e tutti i tipi di influenza A b c ecc, forse aggiungo presa da sconforto, anche l' utilizzo di google o AI, perché a me personalmente fu testualmente riferito, nel corso dei pochi contatti che riuscii ad avere con chi pensavo si stesse occupando di mia figlia, che il leggero nistagmo che aveva non era nulla di grave ed al mio stupore a cui reagivo chiedendo se stesse scherzando visto che il nistagmo è un sintomo neurologico importante, veniva detto che a lui non risultava... Lascio a voi i commenti. Io ho riportato a casa mia figlia dopo quasi un mese di degenza. Abbiamo scritto alla Direzione Sanitaria per esporre quanto successo, non hanno ritenuto nemmeno di porgere delle scuse formali.

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