MOSSA SAMARITANA

"Le imprese comprino i crediti dei privati incagliati", la soluzione di Confindustria per salvare il Superbonus

Una forte (e senza precedenti) assunzione di responsabilità dell'industria manifatturiera italiana, ma dipenderà tutto dal Governo

"Le imprese comprino i crediti dei privati incagliati", la soluzione di Confindustria per salvare il Superbonus
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Il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dall'assemblea degli industriali di Savona indica una strada per fronteggiare le urgenze legate al Superbonus, dopo lo stop alla cessione del credito del governo Meloni:

"Adesso abbiamo il problema di migliaia di cantieri che rischiano di fermarsi, anche noi come industria dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Se il Governo creasse le condizioni affinchè si possano fare cessioni di primo grado tra privati si potrebbe individuare una classe di imprese che potrebbero acquistare i crediti che ora sono fermi: una assunzione di responsabilità dell'industria manifatturiera italiana".

Bonomi: industria acquisti crediti Superbonus

"Quello che lascia perplessi e preoccupati non è la scelta che viene fatta. Quello che non mi è chiaro e che non mi convince è perché si devono prendere delle decisioni così affrettate gettando nel panico imprese e famiglie e poi convocare le parti.  Non era meglio convocarci prima?"

Il presidente di Confindustria Carlo Bonomi non condivide le mosse dell’esecutivo sulla cessione dei crediti, ma offre anche una mano con un aiuto inatteso.

E lo fa mentre le banche tirano dritto ribadendo di essere ormai sature e indicando – insieme all’Ance – come unica soluzione percorribile quella degli F24.

Le proposte per sbloccare i crediti pregressi sono infatti al momento sostanzialmente due. La prima, più plausibile e più facilmente attuabile, prevede la possibilità di concedere al sistema bancario di compensare i crediti derivanti dai bonus edilizi con i modelli F24 presentati dai loro clienti per effettuare i pagamenti. Grazie a questa soluzione, le banche potrebbero liberare capienza e quindi riprendere l’acquisto dei crediti che al momento sono bloccati nei cassetti fiscali di imprese e contribuenti. La seconda proposta sarebbe, invece, quella di cartolarizzare i crediti, ovvero di venderli ad una società che, per pagarne il prezzo di acquisto, emetta dei titoli obbligazionari".

Saturazione delle banche

La commissione di inchiesta a fine giugno 2022 ha indicato che “nel biennio 2020-2022, le banche hanno assunto impegni per crediti fiscali pari complessivamente a 77 miliardi circa, saturando la loro capacità fiscale.

Intanto in attesa di capire da Eurostat e Istat i tempi dell’impatto del Superbonus sul deficit, a pronunciarsi sul meccanismo è la Banca d’Italia. Che ne evidenzia l’impatto positivo di spinta sulle costruzioni (e dai calcoli di Nomisma anche per le famiglie, con un risparmio medio in bolletta di 964 euro l’anno), ma anche gli oneri “ingenti” per il bilancio pubblico. E se le limitazioni alle cessioni da una parte hanno contribuito ad arginare le frodi, dall’altra hanno anche “finito per penalizzare le imprese virtuose”, osserva via Nazionale, sollecitando più in generale una riforma fiscale anche per le agevolazioni.

Confindustria non nasconde comunque i propri dubbi per le modalità con cui si è arrivati al decreto sulla cessione dei crediti, ma tende la mano.

"Estrema gravità"

"La situazione è di estrema gravità. Le aziende della filiera delle costruzioni del territorio sono in una situazione di stallo a causa dei continui cambiamenti normativi. Non c’è più tempo".

Lo dice anche Gabriele Menotti Lippolis, presidente di Confindustria Brindisi e delegato per l'energia di Confindustria Puglia.

E ancora:

"Come ha ribadito la presidente di Ance Federica Brancaccio - spiega - il settore non può più accettare rinvii. E' fondamentale trovare una soluzione rapida ed efficace, non c’è più tempo. Sono fiducioso che il presidente del Consiglio Meloni e ministri, come quello delle Infrastrutture Matteo Salvini, delle Imprese Adolfo Urso, dell'Ambiente Gilberto Pichetto Fratin e dell'Economia Giancarlo Giorgetti, abbiano compreso la gravità delle situazione, ma ora è il tempo delle scelte e mi aspetto molto dall'incontro in programma. Condivido la proposta dell’Ance dell’utilizzo degli F24 che transitano per le banche e di invitare le grandi partecipate ad acquistare i crediti. Parallelamente, è prioritario lavorare, come ribadito da Ance e Confindustria a una misura strutturale, sostenibile e in grado di non fermare il processo di riqualificazione energetica e di messa in sicurezza sismica degli edifici".

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