Sulla base del reddito

Appunti di Giorgia #2: "Non toglieremo il bonus cultura per i giovani, va pesato in base al reddito"

Nella seconda puntata del suo formato social la premier spiega la ratio del proprio operato. Floris: "Si fanno domande e si rispondono da soli"

Appunti di Giorgia #2: "Non toglieremo il bonus cultura per i giovani, va pesato in base al reddito"
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Secondo capitolo del format social "Gli appunti di Giorgia", momento in cui la premier si rivolge direttamente ai cittadini spiegando le ragioni dell'operato del suo Governo e risponde a eventuali critiche e polemiche. Dopo il debutto della scorsa settimana, in cui Meloni ha spiegato la ratio dell'innalzamento al tetto al contante e la sua difesa dei commercianti alzando il tetto di pagamento con il Pos (Bruxelles permettendo, dato che c'è in gioco il Pnrr), nelle scorse ore ecco il nuovo video.

"Dopo le pretestuose polemiche dei giorni scorsi, vi spiego cosa faremo e perché non vogliamo togliere incentivi alla cultura per i giovani, semmai migliorarli".

L'incipit è già chiaro: la leader di FdI intende spiegare i suoi interventi relativi ai bonus cultura dedicati ai giovani.

Gli appunti di Giorgia: in difesa delle modifiche al bonus cultura

Il bonus cultura 18app "va rivisto". La premier ha illustrato le modifiche che intende apportare con un emendamento alla manovra 2023. Al momento questa agevolazione - destinata ai neodiciottenni - è un tesoretto di 500 euro da utilizzare per l’acquisto di beni culturali, come i libri, e per la partecipazione a eventi culturali, come mostre e concerti. Per accedere al buono non ci sono limiti di reddito: al momento, basta aver compiuto 18 anni nel 2021, essere residenti in Italia o avere un regolare permesso di soggiorno.

"Negli ultimi giorni c'è stata molta polemica, non vogliamo abolirlo, crediamo sia importante avvicinare i giovani alla cultura, tant'è che parallelamente il ministro della cultura Sangiuliano sta lavorando ad una carta cultura, insieme agli operatori del settore, per dare ulteriori possibilità ai giovani. Sicuramente, però, 18 app va rivista, per alcuni motivi banali. Il primo dei quali è che questi 500 euro al compimento dei 18 anni vengono riconosciuti a tutti, indipendentemente dal reddito, e io penso che non ci sia ragione per cui i figli di un milionario, dei parlamentari, mia figlia stessa - che è molto lontana dai 18 anni - ecco io penso che potrei rinunciare ai 500 euro per comprarle dei libri e dei contenuti culturali. Credo inoltre che questa misura, concentrata su chi è invece in difficoltà, possa essere molto più impattante. Per cui credo che vada introdotto un limite nel reddito di chi accede a questa misura, e credo anche che occorra lavorare sulle truffe. Confermo che intendiamo lavorare a questa norma senza togliere risorse alla loro destinazione originale, che sono i giovani e la cultura".

Gli altri temi

La premier tocca anche altri punti, mostrandosi particolarmente ottimista e definendo "una settimana di buone notizie", quella appena trascorsa.

"L’Unione europea ha autorizzato la proroga a tutto il 2023 di decontribuzione Sud" ha annunciato Meloni. Nello specifico, l’agevolazione per il 2023 prevede un esonero contributivo del 30 per cento sui lavoratori dipendenti per i datori di lavoro privati con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia.

La Presidente del Consiglio si è poi intestata un trionfo: "A livello europeo siamo riusciti a vincere la battaglia per non mettere il vino e la carne tra gli alimenti e i prodotti considerati nocivi per la salute". Per correttezza di informazione è bene specificare, però, che si tratta di anticipazioni e nulla è ancora ufficiale: il nuovo programma che stabilisce regole e criteri per ottenere i finanziamenti europei non è ancora stato approvato.

Successivamente Giorgia Meloni è tornata a difendere - nonostante polemiche e perplessità circa il rischio di incentivare l'evasione, confermata da bocciature come quella della Corte dei Conti - misure come l'innalzamento del tetto al contante a 5mila euro.

Floris: "Si fanno le domande e si rispondono da soli"

E a proposito del format in cui Meloni si pone delle domande e si risponde da sola, sostanzialmente senza alcun contraddittorio che possa anche correggere il tiro e apportare precisazioni alle dichiarazioni politiche, arriva la considerazione del giornalista Giovanni Floris:

"Si prova un dolore proprio fisico a non poter fare qualche domanda. Però questa è la realtà italiana. Non è una novità. Anche Matteo Renzi e Matteo Salvini rispondevano a domande che si facevano da soli. Per quanto riguarda Berlusconi, all'epoca era uno scandalo che mandasse le videocassette ai tg con le dichiarazioni. Adesso invece è diventata la normalità. Bisogna abituarsi a tutto questo, è un modo di far sapere cosa pensa la presidente del Consiglio".

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