DECISIONI BIZZARRE

L'utopia del limite a 30 all'ora nelle metropoli: dopo Bologna, anche Torino

In Europa c'è Parigi che ci prova dalla fine di agosto. L'obiettivo è garantire sicurezza, ma riuscirci sembra un'impresa.

L'utopia del limite a 30 all'ora nelle metropoli: dopo Bologna, anche Torino
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A 30 all'ora in auto, roba da scendere e andare in piedi. Più di qualcuno lo ha detto e chissà che forse sotto sotto, lo scopo, l'obiettivo sia proprio quello: azzerare il traffico delle auto e obbligare la gente ad andare a piedi.

Ecco solo quella potrebbe essere una spiegazione in qualche modo giustificabile.

Perché non si spiegherebbe forse altrimenti quella che si presenta una vera e propria utopia, roba quasi da scendere e spingere le macchine: il limite a 30 all'ora nelle metropoli: dopo Bologna, anche Torino prova a realizzare quella che a tutti gli effetti sembra un'impresa impossibile.

Anche se in Europa, come spesso accade c'è chi ha giocato d'anticipo e ci sta già provando come ad esempio Parigi che dal 30 agosto ha adottato, non senza polemiche e contraddizioni questo provvedimento.

Dopo Bologna, è la volta di Torino

Come detto in Italia, i primi a pensarci sono stati sindaco e assessori di Bologna dove a inizio novembre è stata approvata una delibera che prevede di fatto di procedere a passo di lumaca, per garantire la totale sicurezza pubblica in strada.

Un provvedimento approvato dall'Amministrazione comunale che consente così di assegnare a Bologna si aggiudica la palma di Comune più lento d'Italia varando i 30 km/h in tutta la città.

Ma Torino si prepara a seguirla (non a ruota).

Dalla Torre degli Asinelli alla Mole Antonelliana si viaggia a 30 all'ora

Come infatti raccontano i colleghi di Prima Torino, il Consiglio comunale ha approvato il provvedimento attraverso una mozione presentata in Aula.

Il documento che ha avuto il via libera dall'Assise (27 favorevoli e 3 contrari) prevede di abbassare il limite di velocità da 50 a 30 chilometri all'ora in tutte le strade cittadine senza diritto di precedenza.

Una proposta presentata già nel 2012 dal consigliere comunale Silvio Viale che dunque ora si è preso una "bella rivincita" come ha commentato trionfalmente sul suo profilo Facebook.

Le reazioni: in molti arricciano il naso e chi ironizza

In molti però di fronte alla decisione del Comune non stanno mancando di manifestare non solo disappunto, ma anche un po' di ironia.

"Non si riesce a far rispettare la velocità anche dei 50 all'ora come si pensa di farla rispettare a 30?", ha osservato più di qualcuno.

"Pensassero a cose più importanti o a mettere a posto strade e marciapiedi", hanno aggiunto altri.

Il modello Bilbao si sta diffondendo in molte città

Due grandi città, entrambe al Nord, nel giro di un mese: che sia stato tracciato un solco, è evidente. Propaganda o meno.

Si chiama "Modello Bilbao" perché quella spagnola è stata la prima grande città a ridurre a 30 all'ora il limite di velocità su tutta l'area urbana.

In tutta Italia sono già 50 le amministrazioni comunali di varie dimensioni che hanno deciso di adottare questa nuova filosofia (fra le più in vista la Bergamo del sindaco Giorgio Gori che ha preferito un percorso a step, quartiere per quartiere, mentre anche Milano e Firenze per ora si sono limitati a circoscrivere solo alcuni "recinti"), destinata inevitabilmente a diffondersi.

Che serva davvero o meno a ridurre sinistrosità e incidenti nei centri urbani sarà da verificare dati alla mano, quel che è certo è che si tratta di una scelta di campo che tuttavia si scontra con la reale capacità di effettuare controlli e multe.

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