Scuola fuori controllo?

Incide svastiche sulla cattedra e quando viene scoperto tira un pugno in faccia alla prof

E' accaduto a Gallarate: lo studente è stato sospeso per tutto il resto dell'anno scolastico.

Incide svastiche sulla cattedra e quando viene scoperto tira un pugno in faccia alla prof
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Ha inciso sulla cattedra svastiche e frasi antisemite - probabilmente senza neppure conoscerne il significato - e quando è stato beccato dalla professoressa anziché scusarsi le ha dato un pugno in faccia. L'ennesimo episodio incredibile e preoccupante all'interno di una scuola arriva dall'istituto tecnico superiore Andrea Ponti di Gallarate.

Gallarate, incide svastiche e frasi antisemite sulla cattedra

L'episodio si è verificato lo scorso 20 ottobre 2022, ma è emerso soltanto nelle ultime ore. In una seconda superiore era in corso una lezione sul tema dell'inclusione. E il ragazzino, che evidentemente non aveva capito benissimo il senso di quello che si stava dicendo, ha pensato bene di incidere una svastica e delle frasi antisemite sulla cattedra. A quel punto la prof ha chiesto alla classe chi fosse il responsabile, e dopo poco il giovane ha ammesso la sua colpa.

Il pugno in faccia

A quel punto l'incredibile colpo di scena. Anziché abbassare la testa, chiedere scusa e ammettere che di quelle cose non ne sa nulla, l'adolescente ha aggredito la professoressa, sferrandole un pugno in faccia, tra lo stupore dei compagni.

La sospensione e la nota della scuola

La scuola ha deciso di sospendere il ragazzo per l'intero anno scolastico e ha spiegato la propria posizione in una nota diffusa agli organi di stampa.

"I  primi a prendere le distanze dal triste episodio sono proprio gli studenti. Talvolta siamo costretti a vivere eventi estranei dal contesto a cui vorremmo appartenere, che non riproducono il nostro sistema di valori, riguardo ai quali le nostre energie vogliono incidere al fine di generare un profondo reciproco rispetto nelle relazioni interpersonali. Tali episodi non rispecchiano i valori della comunità che li subisce e rispetto ai quali la stessa manifesta profondo sdegno".

"L’intera la comunità del Ponti, dagli insegnanti, al personale amministrativo e gli stessi studenti,  esprime alla docente sostegno, supporto e stima e si stringe intorno a lei per far sì che riesca a superare il momento di smarrimento e ansia che le ferite interiori (non visibili) inevitabilmente portano come strascico. Un sostegno morale a una collega che tanto si spende per i ragazzi, principale perno di una professione votata a favorire la crescita dei cittadini di domani. La comunità scolastica condanna questo atto che offende una professionista, un pubblico ufficiale, una donna. La sanzione comminata è stata la sospensione dello studente per tutto l’anno scolastico".

"Ognuno ha il diritto di lavorare e vivere la propria vita in sicurezza e nel rispetto della propria identità e delle proprie posizioni intellettuali. È attraverso il confronto delle idee che si sviluppa lo spirito democratico e un positivo clima di libera convivenza civile".

Scuola fuori controllo?

Siamo di fronte all'ennesimo episodio che mostra una scuola fuori controllo. Diciamolo subito, parliamo di situazioni isolate, che non devono gettare ombra sulla missione e sull'attività dell'intero sistema scolastico, ma una riflessione si impone. Perché iniziano a diventare tanti.

L'ultimo era avvenuto a Pontedera ed era finito anche in quel caso con un pugno, sferrato però dal professore al ragazzo che si era messo a ballare accanto alla cattedra dileggiandolo. 

Prima ancora a Rovigo aveva fatto piuttosto scalpore un'altra "aggressione" a una docente: durante l'ora di scienze uno studente aveva estratto una pistola ad aria compressa e aveva sparato alla professoressa, colpendola due volte alla testa.

Ma non sono soltanto i professori a finire nel mirino. A Verona, pochi giorni fa, uno studente quattordicenne ha introdotto una pistola in classe e l'ha puntata alla schiena della compagna.

Quello che colpisce e che accomuna tutti questi casi è la mancata percezione della gravità dell'accaduto. Per coloro che si sono resi protagonisti degli episodi in questione si sarebbe trattato di semplici "bravate". Ed è proprio questo probabilmente il punto: cercare di far comprendere ai ragazzi quali possano essere le conseguenze delle loro azioni.

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