Episodi indimenticabili

Ignazio La Russa: tra cimeli del Ventennio, calci a Formigli e liti in tv. Una vita in politica

Il neo presidente del Senato, sulla scena politica da anni, non si è mai risparmiato: la giovinezza in Sicilia e la consacrazione milanese.

Ignazio La Russa: tra cimeli del Ventennio, calci a Formigli e liti in tv. Una vita in politica
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Dai calci al giornalista Corrado Formigli alla comparsa nei film di Bellocchio. Ignazio La Russa - fra i fondatori di Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni - neo presidente del Senato da ieri, 13 ottobre 2022, non si è risparmiato nella sua lunga e proteiforme carriera politica. Vediamo dunque il suo cv ma, soprattutto, gli episodi più clamorosi.

Ignazio La Russa: Destra mon amour

Ignazio Benito La Russa nasce in Sicilia 75 anni fa, precisamente a Paternò. Il padre Antonino era stato segretario del Partito nazionale fascista della città e nel dopoguerra fu eletto senatore con il Movimento Sociale Italiano (MSI), il partito che raccolse i nostalgici del fascismo. L'influenza paterna si fa sentire anche sui figli: sia Ignazio che il fratello minore Romano iniziano a miliare nel Fronte della Gioventù. Segue un trasferimento al nord, Ignazio studia in Svizzera per poi trasferirsi in Lombardia, dove muove i primi passi come avvocato. Ma la politica resta la sua grande passione, tanto che negli anni Settanta diventa responsabile del Fronte della Gioventù.

Risale a quel periodo la sua comparsa nel film Sbatti il mostro in prima pagina, di Marco Bellocchio, in una scena che riprendeva un comizio durante una vera manifestazione a Milano.

La Russa film Bellocchio

Negli anni Ottanta e Novanta, La Russa viene eletto al consiglio regionale della Lombardia e poi al consiglio comunale di San Donato Milanese. Nel 1995 si lega a Gianfranco Fini dando vita ad Alleanza Nazionale, con la quale venne eletto alla Camera ininterrottamente fino al 2008. Arriva poi il sodalizio con il Popolo della Libertà (PdL) di Silvio Berlusconi, vincitore delle elezioni del 2008, che lo rende ministro della Difesa fino al 2011.

Nel 2012, La Russa esce dal PdL e fonda Fratelli d’Italia insieme a Giorgia Meloni e a Guido Crosetto. Nel 2018 viene eletto senatore ed è stato vicepresidente del Senato per tutta la legislatura appena finita.

Nostalgia canaglia

La Russa si è spesso attirato forti polemiche per le sue collezioni nostalgiche del Ventennio, mostrate con orgoglio in diverse occasioni. Con la sua elezione alla presidenza del Senato è tornato a circolare con prepotenza un video di pochi anni fa in cui accoglieva nella sua casa milanese i giornalisti, mostrando i cimeli fascisti.

Cimeli fascisti in casa La Russa

Il politico ha sempre minimizzato le polemiche - che tornano ciclicamente - su questo tema, intorno alla sua figura; rigettando eventuali nostalgie nere.

E per tornare a eventi più recenti, ha fatto molto discutere anche il saluto fascista che il fratello Romano La Russa, attualmente assessore regionale di Regione Lombardia, ha fatto per tre volte durante un funerale nel mese di settembre 2022.

All’inizio della pandemia, Ignazio La Russa pubblicò un post in cui c’era scritto "non stringete la mano a nessuno, il contagio è letale. Usate il saluto romano, antivirus e antimicrobi", successivamente il post sparì e la spiegazione addotta fu che l'iniziativa era stata di un suo collaboratore.

I calci a Formigli e la sfuriata da Santoro

Noto per il suo carattere appassionato e fumantino nel 2011 prese a calci Corrado Formigli, all’epoca giornalista di Annozero; successivamente si scusò, accusandolo però di essere stato lui a iniziare.

Formigli La Russa

Memorabile anche la sua sfuriata ad Annozero, programma condotto da Michele Santoro, sia contro la giornalista Concita di Gregorio sia contro una studente che manifestava contro il ministero allora detenuto da Gelmini. Sempre in quello studio divenne celebre un botta e risposta tra La Russa e Antonio Di Pietro, che gli rispose:

"Meglio essere analfabeti che fascisti".

La chiusura del cerchio ieri, quando il neo presidente del Senato ha omaggiato la senatrice Liliana Segre di un mazzo di fiori, e non sono mancate le prime polemiche in seguito al suo discorso successivo all'elezione:

 “La senatrice Segre ha ricordato tre date e io non voglio fuggire, perché è troppo facile scappare di fronte alle richieste di chiarezza: è stato ricordato il 25 aprile, il primo maggio, il 2 giugno, cui potrei aggiungere la data di nascita del Regno d'Italia, che prima o poi dovremo far assurgere tra quelle celebrate con festa nazionale".

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