Bimbo di 2 anni finisce in ospedale: ha mangiato l'hashish del padre
Un altro caso in Veneto dopo la tragedia costata la vita al piccolo Nicolò Feltrin.
E' successo di nuovo, ma stavolta per fortuna non ci sono state conseguenze gravi. Un bambino di due anni è finito in ospedale dopo aver ingerito un pezzo di hashish che il papà teneva in camera. Una vicenda accaduta ad Arzignano, nel Vicentino, che richiama alla mente la tragedia del piccolo Nicolò Feltrin, anche lui due anni, morto a Longarone (Belluno) dopo aver ingoiato dello stupefacente.
Finisce in ospedale a due anni: ha mangiato l'hashish del padre
Come racconta Prima Vicenza, ad Arzignano un bambino di soli due anni è stato portato all'ospedale perché stava male: una volta eseguiti gli accertamenti è emerso che aveva ingoiato dello stupefacente, e ora il padre è stato denunciato.
Il piccolo era stato male nella notte e i genitori, preoccupati, lo avevano portato in Pronto soccorso. I medici lo hanno visitato, scoprendo che aveva ingerito dell'hashish. Della vicenda, dunque, sono stati subito interessati i Carabinieri, che hanno approfondito la questione appurando che il padre del bimbo aveva verosimilmente lasciato incustodito all’interno della camera da letto dello stupefacente che era stato ingerito accidentalmente dal figlio nel corso della serata.
L’uomo, 51 anni di Valdagno, dovrà rispondere di lesioni colpose.
Come il piccolo Nicolò Feltrin
Una vicenda che emerge a poche ore dall'uscita degli esiti dell'autopsia sul piccolo Nicolò Feltrin, il bambino di due anni morto il 28 luglio 2022 a Longarone, in provincia di Belluno, dopo aver ingerito della droga.
Proprio in questi giorni gli esiti dell'esame autoptico sul piccolo hanno rivelato che è morto per aver ingerito un'ingente quantità (per il suo fisico) di hashish. Ma c'è di più: sono emerse anche tracce di eroina e cocaina.
La vicenda la ricorderanno tutti: il piccolo era stato portato in ospedale dal papà Diego Feltrin dopo che a casa non si svegliava dal riposino. Il genitore aveva raccontato di averlo visto mettere in bocca qualcosa in un parchetto e di temere che avesse mangiato delle sostanze tossiche. Le analisi del Carabinieri, però, avevano smentito questa tesi, puntando sull'ipotesi che il bimbo avesse ingerito la droga tra le mura domestiche. Una circostanza che ora sembrerebbe confermata dall'autopsia.