Molestie raduno Alpini Rimini: la Procura chiede l'archiviazione dell'unica denuncia
Impossibile l'identificazione degli autori, nemmeno l'unica testimone è stata in grado di fornire elementi utili. Duro il commento di "Non una di meno".
Ricordate le molestie al raduno degli Alpini a Rimini e tutto il polverone mediatico (e politico) che ne era scaturito? La Procura ha chiesto l'archiviazione dell'unica denuncia.
Molestie raduno Alpini Rimini: la Procura chiede l'archiviazione
La Procura aveva aperto un fascicolo, ora dopo due mesi ha chiesto l’archiviazione. In particolare per la vicenda di una 25enne (e si era trattato dell'unica denuncia formalmente presentata ai Carabinieri) che aveva raccontato di essere stata molestata da un gruppo di "penne nere".
L'orientamento della Procura è stato confermato dalla procuratrice capo, Elisabetta Melotti.
I passaggi che hanno portato alla richiesta d'archiviazione
La Procura è arrivata a questo passo dopo aver appurato che ci sarebbe la non identificazione dei presunti autori delle molestie. Un riconoscimento reso difficile per la presenza numerosa di persone nello stesso luogo in occasione dell'adunata, sia per il poco riscontro avuto dal sistema di videosorveglianza della zona.
Senza contare che quella che doveva essere l'unica testimone oculare delle molestie, un'amica della 25enne non è stata in grado di fornire elementi decisivi all'identificazione dei presunti autori.
Molestie all'adunata degli Alpini, il fatto
Come si ricorderà, la giovane aveva raccontato ai Carabinieri di essere stata strattonata e attirata verso un gruppo di uomini con frasi sessualmente allusive, mentre si trovava a passare in mezzo al serpentone di partecipanti all'adunata degli Alpini che si era tenuta a Rimini.
Un episodio che aveva portato a un autentico polverone mediatico e anche politico perché la 25enne aveva "denunciato" l'accaduto sulle piazze virtuali dei social network e trovando "sponda" di solidarietà nell'associazione Non una di meno.
Cosa accadrà ora
Sulla richiesta della Procura si esprimerà ora il giudice per le indagini preliminari mentre proprio l'associazione Non una di meno ha commentato amareggiata e pesantemente attraverso Paola Calcagno, attivista di Rimini:
"Si tratta di situazioni che puntano a disincentivare le donne a denunciare. Basta veramente pochissimo perché si chieda l’archiviazione. In questi due mesi abbiamo anche chiesto invano un'autocritica da parte degli Alpini che però non c'è mai stata".
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